04/19/2024
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Alex Kroke

La sua carriera di fotografo è partita a 18 anni frequentando l’Istituto Europeo di Design a Cagliari. Nel 1990 si è trasferito a Berlino, per arrivare nel 2000 a New York dove ha aperto uno studio

di Luca Leurini

L’ho intervistato sul treno in partenza da New York e diretto al New Jersey. Alex raccontami come hai iniziato la tua carriera.

“A 18 anni mi sono iscritto all’Istituto di Design Europeo di Cagliari per una durata di tre anni e successivamente sono stato l’assistente del mio insegnante. Lui era una persona molto rigida, di origine svizzera, che mi ha insegnato il mestiere e la disciplina che occorre per riuscire”.

Dopo questa formazione, come è progredito il tuo lavoro?

“Mi sono trasferito nel 1990 a Berlino dove sono stato sei anni. Ho lavorato al Teatro dell’Opera, dove mi occupavo principalmente di cantanti lirici, ma anche di altro. Era un lavoro molto stressante perché ero impegnato sia di giorno che di notte, ma li è stata la mia vera formazione.  Infatti ho potuto sviluppare diverse tecniche di ritratti, still life e  paesaggi. Ho sempre lavorato a tutto campo senza essere catalogato mai in uno stile, ma in tanti diversi”.

Come sei arrivato a New York e perché sei rimasto così a lungo?

“Sono arrivato a New York nel 2000 e mi sono innamorato di questa città da subito. Ero venuto solo per una vacanza e poi ho aperto il mio primo studio sulla 29 Street dove ho iniziato a fare still life e altre cose, ma preferivo il contatto con le persone quindi mi sono orientato a fare beauty, ritratti, paesaggi, pubblicità, ecc.”.

Nel 2001 quando caddero le Torri Gemelle ti trovavi a New York? Cosa ricordi di quei giorni successivi alla tragedia e soprattutto hai una foto che rappresenta quel drammatico evento?

“No, non ho una foto in particolare. In quella settimana fortunatamente ero fuori New York per lavoro, ma nei giorni successivi quando sono tornato. Mi ha colpito lo spirito degli americani, la voglia di ricominciare già da subito, di essere tutti uniti insieme e lottare contro questa ingiustizia”.

Quali sono i lavori a cui sei più legato e perché?

“Ho lavorato per tantissimi anni alla Fox, Cbs e Cnn e tanti altri canali di informazione e intrattenimento. Ho ritratto tantissimi conduttori di informazione e di talk mattutini e pomeridiani, ma la foto che mi è rimasta impressa è un ritratto, di un capo di stato pachistano che era venuto a New  York per una conferenza e sono stato l’unico a farlo.  Ricordo, in particolare, l’emozione e la carica di adrenalina non indifferente provata, mentre venivo portato in un posto segreto dai servizi speciali per fare le foto”.

Dopo tante foto e tante avventure lavorative in Europa e in America, hai mai pensato di raccogliere tutto in un libro?

“No, un libro non mi interessa, perché penso che Instagram in questo momento, per come l’ho impostato io, possa sostituirlo degnamente. Infatti ho raccolto tutte le foto più importanti, dalla raccolta dei paesaggi, l’ architettura e i ritratti fatti in tutti questi anni”.

Hai fotografato tantissime persone, ma ora hai iniziato una nuova avventura, ce la puoi raccontare?

!Da diverso tempo ho iniziato a creare dei video utilizzando tecnologie sempre più avanzate con l’aiuto del mio amico fotografo Gianluca Vassallo, anche lui appassionato di video. Insieme abbiamo prodotto e creato diversi video sia pubblicitari che di presentazione. Ne abbiamo realizzzati diversi e alcuni ci sono stati commissionati”.

Per vedere i video:

vimeo.com/82452728

vimeo.com/156868727/2d9daba4db

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