04/23/2024
HomeCulturaEmma Saponaro: La scrittrice dalla parte delle donne

Emma Saponaro: La scrittrice dalla parte delle donne

di Francesca Ghezzani –

Pubblicato da Les Flaneurs Edizioni, prefazione di Marina Pierri, copertina realizzata da Alessandro Arrigo, il romanzo “Se devo essere una mela” della scrittrice romana Emma Saponaro racconta in chiave ironica e divertente il percorso di liberazione di una giovane donna da un matrimonio rivelatosi solo una macchina capace di stritolare ogni possibilità di crescita personale.

Nel suo viaggio Rebecca, questo il nome della protagonista, incontrerà le grandi possibilità offerte dal web, diventando affermata e ricercata blogger di ricette che lei stessa inventa, soprattutto si avvarrà dei consigli e degli spunti di riflessione offerti da una divertente galleria di personaggi che altri non sono se non la reincarnazione dei principali filosofi della storia.

Emma, a una lettura superficiale potrebbe sembrare che si tratti di un libro leggero, il racconto di un percorso di liberazione di una donna da una relazione tossica, ma tutto sommato con un prevalente registro ironico. Ma a noi è sembrato che ci sia molto più di uno sguardo divertito sulla realtà.

“Ho voluto dare alla coppia che ritraggo nella mia storia il valore di uno dei riflessi della nostra società contemporanea, cioè una società che fatica ad abbandonare un sistema prevalentemente patriarcale e che inevitabilmente trascina con sé una discriminazione sessista. Rebecca riflette quindi la condizione femminile e le problematiche che ancora affliggono molte donne. Non abbiamo raggiunto, per esempio, la parità dei diritti. Nessun Paese europeo l’ha raggiunta. Le donne votano da meno di ottant’anni. Significa che prima non a noi donne era negato il diritto di esprimere una nostra opinione. E anche dopo, per esempio abbiamo dovuto aspettare altri trent’anni per avere una donna ministra. Devo aggiungere altro?”-

“Rebecca – La prima moglie (Rebecca)” è un celeberrimo film del 1940 diretto da Alfred Hitchcock, tratto dal romanzo “Rebecca, la prima moglie” di Daphne du Maurier. Hai mai pensato a questo quando hai scelto il nome della tua protagonista? 

“Assolutamente no. Fatico molto a trovare il nome dei miei personaggi e li cambio in continuazione fino a quando loro mi rispondono. Nel senso che mi rispondono quando li chiamo. Sì lo so, questo fa parte della follia dello scrittore”.

Ti sei occupata di situazioni delicate quali adozioni, abbandoni, violenza sulle donne. Questo libro è arrivato per aggiungere un tassello in più a questo tuo percorso?

“In un certo senso è vero che aggiunge un tassello, un tassello importante perché sto riscuotendo molto successo nel pubblico, soprattutto femminile. Segno che le riflessioni di Rebecca giungono a bersaglio e sono felice. Del resto, tutte le mie storie hanno come tema centrale quello delle donne e dei loro diritti”.

Parli di ricette. L’ironia, che tu usi sapientemente, è un ingrediente necessario per far arrivare meglio un messaggio? 

“Sicuramente sì. Se diciamo cose importanti con ironia, non annoiamo i lettori e li mettiamo nella condizione migliore per ascoltarci. Inoltre, non sopporto più lo stereotipo della moglie frustrata che si lamenta e si lamenta e non fa nulla per risolversi. Ah, scusa, quella è Rebecca. L’ironia è la mia”.

Il monito che dai a chi ti legge è diverso a seconda che si tratti di uomini o di donne?

“Vorrei far capire a tutte le donne che non hanno bisogno dell’approvazione dell’altro o altra per sentirsi amate o anche per sentirsi sé stesse. Cioè, se vivono nell’ombra dell’altra metà, non saranno mai felici né il loro amore sarà autentico. Agli uomini vorrei far capire che non c’è niente che può distinguerci, nessun essere è superiore all’altro o all’altra. Non deve esistere subordinazione né prevaricazione. Quindi, direi che sì, la risposta è sì, il messaggio è diverso a seconda del ruolo che si ha nella coppia”. 

Stai ricevendo, appunto, un buon successo di critica e di pubblico. In chiusura, chi ti senti di ringraziare?

“Guarda che la mia lista è lunga, eh!? Sai che alla fine del romanzo ho redatto sia i ringraziamenti di Rebecca che i miei. Dai, ci provo, lasciando da parte quelli di Rebecca. Come hai anticipato tu all’inizio dell’intervista, vorrei ringraziare Marina Pierri, mia prefatrice. Autrice di ‘Eroine. Come i personaggi delle serie TV possono aiutarci a fiorire’, ho visto la mia Rebecca salire a bordo dei suoi insegnamenti e attraversare le varie fasi archetipiche femminili. Vorrei ringraziare Alessandro Arrigo per aver realizzato una copertina che rispecchia esattamente lo spirito del romanzo. Mauro Conciatori per aver realizzato il booktrailer, anch’esso fedele interprete della storia. Gli infaticabili editori Alessio Rega e Annachiara Biancardino che mi hanno accolto a bordo del loro gruppo Les Flaneur Edizioni. E naturalmente tutte le lettrici e i lettori, in particolare chi mi scrive. Beh, mi vengono in mente così tante persone da ringraziare… Anche te devo ringraziare, che mi dai la possibilità di far conoscere Rebecca”.

Condividi Su:
Cristian e Furia: Il
Calo natalità in It

redazione@gpmagazine.it

Valuta Questo Articolo
NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO