04/19/2024
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Ettore Bassi: “Milly Carlucci mi ha voluto a tutti i costi a Ballando”

Dopo averlo apprezzato nel ruolo di Piras nella seconda stagione della serie tv di successo “La porta rossa”, Ettore Bassi si è lasciato convincere da Milly Carlucci ad affrontare una nuova sfida, quella del ballo nella trasmissione “Ballando con le stelle”. Un’esperienza che gli ha regalato tante soddisfazioni e apprezzamenti da parte della giuria tecnica e del pubblico.

di Giulia Bertollini

Un rapporto quello con la danza vissuto inizialmente con sospetto, come ci ha dichiarato in questa intervista, ma che si è trasformato in un’importante occasione per arricchire il proprio bagaglio artistico-culturale.

Ettore, come stai affrontando l’esperienza di “Ballando con le stelle”?

“L’inizio è stato traumatico, perché ‘Ballando con le stelle’ è una realtà dove il livello professionale è altissimo. È stato uno choc. Qui bisogna saper ballare, bisogna sapersi buttare e avere un po’ di spirito garibaldino. Non sono un ballerino, devo mettermi alla prova”.

Non deve essere stato semplice per Milly convincerti a partecipare.

“Devo confessare che da parte di Milly Carlucci c’è stata un’azione di stalkeraggio morbido nei miei riguardi. Milly è stata estremamente tenace, appassionata e affettuosa con me, mi ha cercato diverse volte. In passato non avevo accettato a causa di altri impegni, mentre quest’anno le condizioni si sono combinate un po’ meglio. E comunque tra una tournée e l’altra dello spettacolo che sto portando in scena in teatro ho costretto la mia insegnante Alessandra Tripoli a seguirmi. Tra una pausa e l’altra abbiamo organizzato le prove di ballo mentre Milly monitorava tutto da lontano”.

Che insegnante è Alessandra?

“E’ molto severa, esigente ma riesce a trasmettere tutta la sua passione per il ballo. Per me è importante capire nello specifico come va eseguito un passo”.

Come cambia la preparazione dal set alla pista da ballo?

“Cambia parecchio, ma secondo me può essere anche l’occasione di far diventare il lavoro sul set più integrato e arricchito. Ne parlavo anche con Enrico Lo Verso. Riuscire ad instaurare un rapporto con il tuo corpo può essere utile anche per la parte recitativa”.

Prima di questa esperienza, qual era il tuo rapporto con la danza?

“Avevo un rapporto di sospetto, ora stiamo cercando di dissiparlo. Non avevo mai ballato veramente, avevo fatto un po’ di tango per una fiction e qualcosina per un musical. È tutta una scoperta. Non sono mai andato in discoteca perché non mi ha mai divertito andarci. Qualche volta ho fatto lo scimmione con gli amici e mi facevo trascinare. Il ballo vero però è tutta un’altra cosa e qui lo sto respirando”.

Come hai affrontato le critiche?

“Appaio controllato ma in realtà sono anche sanguigno. Quello che ho capito in base all’esperienza di chi mi ha preceduto è che quando sei sotto pressione da un punto di vista fisico e mentale, il margine della diplomazia rischia di assottigliarsi. Dipende in ogni caso dal commento che si fa e dal suo obiettivo”.

Avevi già seguito le precedenti edizioni di “Ballando”?

“Ho visto qua e là qualche spezzone del programma. Confesso di vedere poco la tv perché quando sono a casa mi dedico alla famiglia”.

Sulla pista da ballo, hai ritrovato Manuela Arcuri, tua collega nella serie tv di successo “Carabinieri”. 

“Ho ritrovato Manuela dopo tanti anni. Con lei abbiamo passato un periodo stupendo di lavoro con un’esperienza che ci è rimasta nel cuore e che tutt’ora miete successi”.

Da poco si è conclusa la seconda stagione de “La porta rossa” e il tuo personaggio Piras è uscito di scena. Dobbiamo aspettarci qualcosa nella terza stagione?

“Questi sono i guizzi creativi degli autori e degli sceneggiatori. Quando c’è uno script gli attori si attengono, non so cosa succederà nella terza stagione. Non si è ancora visto Piras passare la Porta Rossa. Ho la speranza di tornare nella terza, anche perché è stato un prodotto stupendo con un cast fantastico”.

Intanto sei in teatro con lo spettacolo “Il sindaco pescatore”.

“E’ uno spettacolo di impegno civile perché racconta la storia di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre 2010 in un attentato di natura camorristica. Senza saperlo, questo progetto è nato in contemporanea con la fiction che è stata trasmessa sulla Rai qualche tempo fa. Sono molto entusiasta di questo progetto e soddisfatto della reazione del pubblico. Stanno arrivando ancora tante richieste”.

Come sta vivendo la tua compagna questo momento? Sarai sempre fuori casa, immagino.

“E’ un momento in cui stiamo facendo entrambi dei sacrifici. La sento molto tifosa e questo entusiasmo mi incoraggia. Inoltre, lei è una ex ballerina classica. Pertanto, quando siamo a casa mi dà qualche suggerimento sulle scelte, sull’atteggiamento e sulle strategie da adottare. E’ venuta anche a vedere delle prove. Avere vicino una donna come Simonetta che mi sostiene è importante”.

Le tue figlie invece cosa ti dicono?

“Si divertono a prendermi in giro. Per loro è uno sfottò continuo”.

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Andrea Bosca: L’at
Nadège Dubospertus:

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