04/23/2024
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Giacomo Sintini: Una bella storia di forza e coraggio

Giocatore di volley, nel 2011 gli viene diagnosticato un tumore. Non si abbatte, inizia a lottare per la partita più importante della sua vita e un anno dopo la vince. Ha raccontato la sua storia in un libro e concede il privilegio di una bella intervista a noi di GP Magazine

di Simone Mori

La voce di Giacomo Sintini, chiamato da tutti Jack, è una voce che trasmette allegria, voglia di vivere, solarità. Ecco, parlando con lui si percepisce la vita. Al termine della stagione agonistica 2010-2011 gli viene diagnosticato un tumore al sistema linfatico, che lo costringe ad abbandonare l’attività agonistica e a non poter trasferirsi in Polonia, dove era stato raggiunto un accordo con lo Jastrzebski Wegiel allenato da Lorenzo Bernardi. Dopo un solo anno la malattia viene sconfitta e l’8 maggio 2012 Jack ottiene la certificazione di idoneità alla pratica sportiva agonistica. Adesso gioca con il Trentino Volley e ha pubblicato un libro intitolato “Forza e Coraggio”, edito  da Mondadori, dove racconta, senza paura, la sua lotta contro il cancro.
L’idea del libro è nata già durante la malattia?
“Naturalmente volevo essere d’aiuto ma il libro è nato dopo la mia guarigione. Non c’era qualcosa di stabilito ovviamente e scriverlo è stato purificante a livello emotivo. E’ venuto tutto di getto. Ripercorrere passo per passo la vita prima, durante e dopo la malattia è stato emozionante”.
Il supporto della famiglia, in particolar modo di tua moglie Alessia, quanto è stato importante?
“Non sono voluto mai stare da solo. E’ importante quando si ha una malattia del genere avere la vicinanza dei propri cari, dei propri amici. Quando si ha a che fare con il male, la morte fa paura e ti tocca da vicin . Non è soltanto qualcosa che vediamo accadere agli altri ma sta succedendo proprio a noi. Allora il bene della gente che ti ama ti permette di lottare e ti dà una carica di energia maggiore. Credere in Dio, ovviamente, è stato fondamentale e le domande  che mi sono posto  sono state tante. Una per esempio era: ‘Perché è toccato a me?’. Non siamo intoccabili o onnipotenti. Bisogna accettare e lottare”.
Hai fondato un’associazione che porta il tuo nome. Come sta andando?
“L’associazione sta andando veramente bene. Ne sono molto soddisfatto anche se, giocando, posso occuparmene solo part time. Alessia e tutta la mia famiglia mi danno una mano e abbiamo raccolto fondi sia per la ricerca sia per comprare regali ai bambini malati di cancro. Spesso faccio incontri di sensibilizzazione in palazzetti, scuole e cosi via. E’ importante far capire che c’è la possibilità di farcela, di guarire, di tornare alla vita che la ricerca si evolve ogni giorno, che per esempio donare il midollo osseo può donare vita”.
Dopo la tua guarigione, hai dovuto riottenere l’idoneità sportiva per tornare nel tuo mondo, quello della pallavolo. Che emozione hai provato quando i medici ti hanno detto: “Ok, Sintini, sei pronto!“?
“È stato emozionante quando ho ricevuto dei medici l’ok all’idoneità sportiva perché vedevo il momento di tornare in campo sempre più vicino. Dopo il tunnel della malattia, finalmente la luce”.
Com’è stato tornare in forma? Sentire la palla tra le mani…
“Quando ho ripreso gli allenamenti è stata dura perché ho praticamente ricominciato da zero. La muscolatura era assente. Poi quando ho finalmente ripreso a palleggiare non posso nascondere di aver pianto dalla gioia”.
L’accoglienza da parte dei colleghi e degli addetti ai lavori?
“E’ stata un’accoglienza colma di felicità. Tutti quanti si sono uniti a questo magnifico momento. Non so, forse qualche scettico ci sarà anche stato ma non certo tra i colleghi. Per me, essere di nuovo in campo, è stata una rivincita, ma non contro qualcuno. Potevo dire di avercela fatta! Ero e sono pronto ad affrontare un nuovo percorso”.
Jack, nessuno più di te può mandare un messaggio. Vuoi farlo?
“Voglio dire a tutti di avere rispetto della propria vita perché è preziosa ed imprevedibile allo stesso tempo. Qualcosa di più grande di noi può accaderci  e può fermarci, ma mai mollare. Essere umili è fondamentale così come amare se stessi. Amandoci possiamo, a nostra volta amare, il mondo. Coltivare gli affetti ed  essere leali deve essere una via maestra”.
Grazie Jack per questa chiacchierata.
“Grazie a voi e Forza e Coraggio!”.

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