04/19/2024
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Kamil Jasinski: “In Francia la danza e l’arte in genere godono di maggiore tutela”

Un talento innato e una passione smisurata per la danza, che considera più importante dell’aria che respira. Lui è Kamil Jasinski, già solista del Romae Capital Ballet e ora elemento di spicco del Tutù Ballet Company.

Kamil, come sei arrivato al mondo della danza? 

“Grazie a mia madre! Mi ha iscritto ai corsi di danza in tenera età”. 

La tua famiglia come ha approcciato a questo? 

“Scetticismo è la risposta esatta. Molte persone non credono che la danza possa essere un mestiere e che possa garantire una indipendenza economica e i miei famigliari facevano parte di essi. I miei genitori credevano fosse un passatempo, quindi quando si parlava di futuro professionale erano molto scettici riguardo alle possibilità che avrebbe potuto offrire la danza”.

La tua prima esperienza importante?

“Nel lontano 2014. Ho fatto parte del corpo di ballo per Gala di Stelle al Teatro Mediterraneo di Napoli, con la partecipazione di numerosi étoile di fama internazionale, tra cui Danil Simkin, Skylar Brandt, Tayana Bolotova”.

Da qualche anno ti sei trasferito a Parigi. Come ti trovi nella capitale francese e come mai questo cambio? 

“Non trovo le parole per descrivere la bellezza di Parigi! Mi sorprende ancora ogni giorno. Il cambio è dovuto da maggiori opportunità di lavoro che sono presenti sul territorio francese e per la politica che cura con attenzione il campo dell’arte. Qui in Francia anche un artista di ogni genere ma precario è riconosciuto, tutelato”.

Che differenze hai trovato dal repertorio agli spettacoli che fai con la tua compagnia? 

“Il rispetto e la distinzione tra le tecniche classiche e quelle moderne. In Italia la danza purtroppo è molto commerciale. In Francia c’è una varietà molto vasta di spettacoli che abbracciano ogni genere per soddisfare ogni palato”.

Ti manca l’Italia? 

“Mi mancano alcune persone e diverse abitudini che qui non ho. Però a Parigi ho la stabilità e la tutela che l’Italia non mi ha mai dato”.

I tuoi punti di riferimento nella danza?

“Ne ho tantissimi a livello artistico. Ma il più importante è la mia carissima maestra Paola Papadia, alla quale devo tutta la mia conoscenza e consapevolezza tecnica. È’ sempre un riferimento costante. Una sicurezza”.

Progetti futuri? 

“Mi piacerebbe lavorare come ‘maitre de ballet’. È’ un lavoro che mi ispira tantissimo”.

La danza per te in una sola parola…

“Mi risulta arduo definire con una sola parola qualcosa che mi dà un’infinità di emozioni. Ma credo che ossigeno’ sia la più degna. Perché l’ossigeno è tutto, è indispensabile perfino al fuoco”.

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Orietta Berti alza l

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