04/18/2024
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Osvaldo Supino: “Ho imparato a fare da me”

Il cantante italiano più seguito sul web, racconta a GP Magazine del suo nuovo album e di come ha ricominciato da se stesso

di Angelo Colombo

“Non mi sono imposto nessuna scadenza. Ho preso il mio tempo  per viverlo quest’album, realizzarlo a pieno come volevo, correndo il rischio di dire troppo ma con la consapevolezza di rimanere sincero con la mia musica. L’ho scritto diversamente dagli altri progetti. Di solito producevo sempre mentre ero in giro in promozione, in tour, preso da mille cose. “Exposed” è stato scritto con un approccio tutto diverso, con un silenzio diverso, e con una voglia e un’esigenza per me inedite…”.
Esordisce così Osvaldo Supino, quando gli si chiede del nuovo album “Exposed”. Un secondo disco atteso dalle migliaia di fans che l’hanno eletto il cantante indipendente più cliccato sul web, premiato dalla critica di mezza Europa (tra le recensioni entusiastiche anche quelle dell’iconico PopJustice) e dalle vendite che l’hanno portato in terza posizione in meno di ventiquattro ore tra i più venduti su iTunes.
Dieci nuovi brani, scritti con autori internazionali come Charlie Mason e Latisha VanSimon, un videoclip girato a Londra che è diventato il più visto su YouTube, e tanti impegni che nei prossimi mesi lo porteranno in giro con la sua musica. Ma questo disco è più di un progetto discografico per lui, più di una raccolta di brani, ed è facile intuirlo da come ne parla, dalla cura con cui seleziona gli aggettivi per descriverlo, dalla luce che brilla negli occhi. Una luce naturale, diversa da ciò che si potrebbe immaginare da un ragazzo che in Italia davvero rappresenta un fenomeno e che lega a se una quantità incredibile di persone.
E’ evidente che la musica per te è più che un lavoro o una valvola di sfogo ma una componente essenziale della tua vita. A che età hai iniziato e quando hai capito di voler cantare?
“Ho iniziato quando avevo 6 anni, e mi sono avvicinato alla musica da solo. La fortuna ha voluto che avessi una famiglia che mi ha sempre appoggiato dandomi modo di studiare, facendo tanti sacrifici. Il web sì, mi ha sicuramente poi aiutato, ma in termini diversi. Le scelte che fai, quelle veramente importanti e che poi ti cambiano totalmente la vita, sono dettate da una passione vera, autentica”.
Molti blog hanno definito questo il disco della tua maturità anche musicale. Ti senti davvero così cresciuto?
“Penso che in una maniera o nell’altra le esperienze ti portino a crescere, ed io sono uno molto curioso e ho voglia di scoprire e sperimentare ogni volta. Sicuramente il fatto di aver viaggiato molto l’anno scorso e aver sentito l’impatto con il pubblico estero che non conoscevo e aver avuto anche il tempo di metabolizzare queste cose dentro di me, mi ha portato a una consapevolezza diversa che mi ha fatto affrontare tutto il processo in maniera più sicura. Di solito ogni volta mi preoccupo molto, prima di uscire con un disco, ma questa volta, forse anche per il significato strettamente personale di questo album, ho capito che il giudizio principale dovevo darlo io a me stesso. Senza alcuna presunzione, solo perché solo io, davvero, potevo sapere se ero riuscito in ciò che volevo. Restano portanti però gli aiuti degli autori che hanno scelto di seguirmi in questo disco. Senza di loro non ce l’avrei fatta”.
“In Exposed” appare un duetto con Chris Crocker che ha suscitato molte polemiche sul web. Come mai questa scelta?
Lui è stato il personaggio a cui molti mi paragonavano appena è esplosa questa cosa della web star. Abbiamo sicuramente due percorsi diversi, attitudini e obbiettivi diversi ma quando è arrivata questa canzone che si chiama ‘Pornographic’ ho pensato che poteva essere il modo per conciliare, giocare con questa realtà virtuale del web che lui ha sicuramente rivoluzionato e con la concretezza della musica. E’ stato molto curioso scoprire poi un ragazzo timido e pieno di insicurezze”.
Una delle canzoni che più sorprendono di questo disco è “Goodbye”. Una ballata decisamente autobiografica molto struggente solo pianoforte e voce.  A chi è dedicata? Che cosa hai perso?
“Ho perso delle persone, ho perso dei sogni, ho perso delle idee e dei motivi e avevo bisogno di cantarmela questa assenza, di sentirla anche tramite la mia stessa voce, in una melodia nuova che dovevo scrivere io, per me stesso. Ma tra tutto ciò che ho perso e che mi ha fatto molto male, non ho mai perso le speranze perché ho capito che è proprio da quelle cose che ho perso, che ho imparato ancora di più a credere in me e in ciò che voglio davvero”.
Ciò vuol dire che hai trovato una tua nuova maturità? Un nuovo equilibrio?
“Diciamo che dopo molto tempo ho capito che dovevo dedicarmi del tempo per conoscere e amare me stesso. Per la prima volta ho scritto un disco in cui ovviamente parlo d’amore e dico di credere nell’amore ma in una maniera più consapevole, iniziando da me. E’ stato molto difficile io ho paura di essere solo, ho paura di dormire da solo, di vivere da solo, nel quotidiano. Ci ho messo un po’ di tempo e forse non ci sono ancora totalmente riuscito a trovare quest’autonomia, però per me è un obiettivo importante. Perché nell’autonomia posso trovare degli aspetti nuovi miei, del coraggio che non ho avuto fin’ora”.
Però l’autonomia è un punto principale del tuo progetto. Hai deciso di fare un percorso indipendente non legandoti a nessuna major. Una mossa rischiosa che però ti ha premiato. Come mai questa scelta?
“E’ venuto da se anche questo. Ho iniziato anni fa a lavorare con dei produttori molto importanti, con una casa discografica e tutto il resto, ma per motivi vari le cose non sono andate come speravo. Probabilmente perché non ero riuscito io a far capire loro cosa realmente volevo dalla mia musica e mi sono lasciato trascinare da loro. E’ una cosa che accade spesso e non solo nel mio lavoro. Alla fine mi sono chiesto se valeva la pena buttare via tutto o se per me era più importante il mio sogno e i miei obbiettivi. Perciò ho ricominciato da me, come fanno tutti, con una pagina myspace e qualche demo registrato in casa”.
E poi tutto il resto è storia. 3 nomination ai BT Digital Music Awards, 5 singoli e 2 dischi in TOP10 su iTunes, 2 milioni di visualizzazioni solo l’anno scorso e tra le tante cose un live in Trafalgar Square a Londra come primo Italiano nella storia per il World Pride. Che effetto fanno tutti questi numeri?
“Mi danno una carica incredibile e mi spingono ogni volta a fare meglio. A scegliere i pezzi migliori, a dare di più sul palco, a migliorarmi come cantante, come ballerino, come autore. Sento una grande responsabilità dei confronti del mio pubblico, anche nei confronti di chi mi guarda per caso e con superficialità. Se certe esperienze le ho potute fare è indubbiamente solo grazie a loro”.
Cosa ti aspetti da questo nuovo disco?
“ ‘Exposed’ mi ha già dato tanto. Mi auguro solo che porti questo messaggio di forza e amore per se stessi a quelle persone che in questo momento non sono tanto serene”.

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