04/20/2024
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Pino Ammendola: Un attore per amico

Autore, regista, attore, doppiatore: non è facile attribuirgli una sola specializzazione visto che nei suoi 50 anni di carriera ha sperimentato davvero tutto

di Mara Fux

Pino, ultimamente ti dedichi tantissimo ai viaggi in barca a vela: sempre stato amante del mare?

“Amo moltissimo il mare! Sono nato in una casa da cui si vedevano Capri e il golfo; uno dei miei pochi rammarichi è di vivere in una città bellissima ma purtroppo senza mare! Mi piace dire che mi sento veramente cittadino di ‘quel paese straordinario e senza confini che è il mare’ e condivido pienamente la frase del poeta Juan Baladan Gadea ‘Anche noi, come l’acqua che scorre, siamo viandanti in cerca di un mare’”.

Sei anche un bravissimo cuoco: ti piace cucinare per i tuoi amici?

“Beh, in cucina mi sento veramente un artista: la culinaria è quell’arte che ci permette di trasformare la materia bruta in qualcosa che diverrà parte dei nostri commensali, parte del loro corpo forse addirittura delle loro idee: cosa c’è di più creativo e allo stesso tempo appagante per i sensi”.

Hai lavorato tanto con uno degli attori più amati del cinema contemporaneo, Carlo Pedersoli in arte Bud Spencer. Come lo ricordi?

“Mi sento un fortunato perché ho dei ricordi bellissimi del ‘sor Carlo’, come lo chiamavano affettuosamente i tecnici. Un uomo di rara gentilezza e signorilità: quel corpo possente che esprimeva tanta forza conteneva un’anima delicata che lo rendeva una persona di straordinaria generosità sia sul lavoro che nella vita privata, il tutto accompagnato da una grande dose d’ironia e di buon umore. Insomma un vecchio gentiluomo napoletano nella migliore accezione del termine. Inoltre era un bravissimo giocatore di poker ed sono stato spesso invitato al suo tavolo: ne aveva uno costruito apposta per lui che faceva sempre portare sui set. Pensate, ritrovarsi testa a testa con il panno verde coperto di fiches e guardare fisso negli occhi il grande Bud, per cercare di capire se bleffa: meglio di un  film!”.

Teatro, cinema, televisione: hai una preferenza?

“Il mio mestiere è raccontare storie e tutte le opportunità che mi si presentano per farlo sono vitali. Sono mezzi espressivi diversi, il cinema in qualche modo ferma il tempo e ha la magia di durare per sempre; la magia del teatro risiede invece proprio nella sua caducità, nel fatto di durare solo per quella sera; la televisione forse è meno magica ma ti fa arrivare al cuore di tutti; che dire?  amo tutti e tre i mezzi ma forse il teatro è quello che mi da maggiormente l’idea di fare il mio mestiere d’attore, il mestiere più bello del mondo!”.

Nel 2013 hai pubblicato con le Edizioni Teke la raccolta “Scarpe diem” mentre è più recente la pubblicazione di “Anonimo romano” che hai firmato assieme al Maestro Stelvio Cipriani e a Rosario Montesanti. Di che si tratta?

“É la biografia di quel fantastico artigiano della musica che è Stelvio Cipriani, un grande compositore che tutto il mondo ci invidia! Una vita veramente straordinaria, raccontata a sei mani con grande leggerezza. É stata una esperienza unica perchè Stelvio è un artista molto prodico della sua musica e quindi mentre ci raccontava gli aneddoti salienti della sua vita, ci deliziava suonando ininterrittamente al piano tutte le sue composizioni! Un concerto durato alcuni mesi, che solo io e il regista Rosario Montesanti, l’altro coautore, possiamo vantarci di aver ascoltato”.

A breve tornerai sul set per la settima serie di “Provaci ancora Proff”: la tua poliedricità non si stanca davanti alla serialità di un personaggio di fiction?

“In verità la logica del sequel cozza un po’ col mio modo di vivere: vorrei fare sempre cose nuove e il personaggio che mi affascina di più è quello che non ho ancora interpretato; ma l’ispettore Torre di ‘Provaci ancora Proff’ è così amato dal pubblico che ormai per me è una seconda pelle e sono grato alla Rai e alla Endemol di continuare a farlo vivere. Poi questo personaggio mi dato tantissimo, in termini di popolarità, e quindi si è innescato un curioso quanto paradossale meccanismo di riconoscenza: non posso certo tradirlo!”.

Un cast che lavora assieme da tanto tempo diventa come una grande famiglia?

“Assolutamente sì, in più noi della ‘Prof’ siamo una famiglia davvero fortunata: niente liti e (cosa rara) nessuna forma di competizione,  nè tantomeno quei piccoli sgambetti tanto cari all’ambiente! A questo si aggiunge il fatto che sul set interpreto il ruolo di confidente ed amico dell’ispettore Berardi, interpretato da Paolo Conticini, che nella vita è davvero diventato il mio migliore amico… quindi lavorare insieme è una vera festa! Certe volte arriviamo a temere che i produttori possano ridurci la paga  scoprendo quanto per noi il divertimento superi sempre la fatica”.

E’ vero che sul set spesso tra colleghi ci si fa scherzi? 

“Oramai i nostri fans sui social aspettano quotidianamente i filmati degli scherzi sul set: io e Paolo ne combiniamo di tutti i colori”.

Hai un figlio che ha intrapreso la tua stessa carriera: qual è stato il primo consiglio che gli hai dato da professionista e quale da padre?

“Gli stessi consigli che ho ricevuto io da mio padre che valgono allo stesso modo nella vita e nel lavoro: cercare a tutti i costi di essere sempre se stessi, ricordarsi che dietro ogni cosa bella c’è la fatica e il sacrificio di qualcuno, impegnarsi sempre al massimo ma con il sorriso sul volto e non dimenticare mai che la vita è di per sé un privilegio”.

Molti dei nostri lettori sono adolescenti che frequentano ancora il liceo, l’università o sono alle prime prese con il lavoro: ti senti di dar loro un suggerimento per camminare a testa alta verso il futuro?

“Più che un consiglio gli racconterei una cosa accaduta a mio zio tanti anni fa. Si era nei primi anni del fascimo e lui giovane studente, andò con dei colleghi da Benedetto Croce per chiedere quali azioni potessero intraprendere per combattere il dilagare del fascismo. Il filosofo rispose loro: ‘studiate guagliù, studiate!’. Crescere e migliorarsi costantemente è sicuramente il modo migliore per andare verso il futuro ma fatelo senza mai dimenticare di sorridere!”.

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Chiara Boni
Manila Nazzaro

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