04/24/2024
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Roberto Bagagli: Positività e semplicità le sue armi

Da aspirante calciatore sta lavorando per diventare un bravo attore. Il talento e la preparazione ci sono e anche le esperienze teatrali finora sono eccelse

di Simone Mori

Schietto, simpatico, solare. Questi tre aggettivi descrivono bene Roberto Bagagli, nato a Roma nel 1982. Amante delle moto, della cucina e della lettura, ha una grande passione per i cappelli. Ne ha una collezione invidiabile. Conosciamolo meglio.

Iniziamo questa chiacchierata con una domanda semplice. Chi è Roberto Bagagli?

“Sono un ragazzo semplicissimo, nato e cresciuto nella periferia di Roma. Amante dello sport, il calcio in particolar modo, e con una passione sconsiderata per il teatro e per il cinema. Infatti passo pomeriggi interi davanti la TV guardando serie e film. Ho molte altre distrazioni: amo cucinare, leggere e passeggiare per le vie di Roma quando non piove ahahah inoltre mi piace andare nelle scuole e parlare con i bambini ed ascoltarli e se mi è concesso, provare a trasmettergli i miei valori”.

Le tue esperienze nel mondo dello spettacolo. Quale sono le più importanti per te e quali invece quelle che non rifaresti mai?

“Vorrei iniziare a parlare della mia prima esperienza teatrale da professionista. Emozione unica! Era il novembre del 2011 e insieme ad altri due amici portavamo in scena al piccolo teatro Manhattan lo spettacolo ‘Calabroni’, scritto e diretto da Andrea Bizzarri, uno dei tre attori in scena. Mi sentirete parlare di lui in seguito, perché è con lui e ad Alida Sacoor, colei che completa il trio, che ho spesso condiviso il palcoscenico. Posso dire che tutti i spettacoli a cui ho preso parte, sono stati importati per me. Importanti perché mi hanno dato modo di crescere sia come uomo che come artista. Posso citarne uno a cui sono legato particolarmente: ‘Viva la Guerra’ di Andrea Bizzarri. Oltre ad essere uno  spettacolo davvero molto bello e profondo(c’è la critica che non mi smentisce), mi ha dato la possibilità di essere scelto per la commedia musicale ‘Il congresso degli arguti’ portata in scena al Teatro Quirino. Ora come ora, rifarei tutto quello che ho fatto. Non c’è niente che non rifarei perché ogni spettacolo mi ha regalato emozioni differenti”.

Qual è ad oggi il tuo sogno più importante da realizzare? Riguarda il lavoro o altri ambiti?

“Ho sentito dire che se si svelano i propri sogni, alla fine non si avverano! Ahahahah non è difficile immaginare quale possa essere, chiedo scusa ai lettori ma, su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”.

Sei molto vicino al sociale. Cosa ti spinge ad aiutare il prossimo?

“Penso che ognuno di noi ha una missione in questa terra, o un obiettivo se vi fa più comodo, ma nessuno ci dice quale sia effettivamente. È una cosa che dobbiamo scoprire. Secondo me il modo migliore per capire quale sia, è ascoltarci, nel profondo. Mi sono sempre chiesto perché esistono persone meno fortunate di me? È questa cosa, per chi mi conosce, che mi spinge a comportarmi in un determinato modo e ad essere la persona che sono”.

Ci sono dei miti con i quali sei cresciuto? Se si quali e perché?

“Potrei stare a parlare per ore su questa domanda! Sono pieno di miti che spaziano dalla vita reale ai fumetti. Per cercare di essere coinciso, oltre a mio zio, che non c’è più, ne voglio citare due… anzi tre perché uno è una coppia. Il primo è legato al mondo dello sport ed è Ayrton Senna. Dal giorno della sua scomparsa ho pianto e non me ne vergogno per giorni, come se fosse uno di famiglia. Dopo la sua morte, per anni non ho seguito più la Formula 1. Anche se avevo poco più di 10 anni, vederlo correre mi dava un senso di pace non so come spiegarmi, mi rilassava, mi piaceva! La coppia invece, è quella cinematografica formata da Bud Spencer e Terence Hill. Posso sembrare banale ma, senza essere ipocrita o bugiardo ho sempre sognato fin da bambino di poter essere uno di loro! C’è chi sogna di essere come Clark Kent o Batman, io sognavo di essere Trinità”.

Qualche domanda scomoda provo a fartela. C’è meritocrazia nel mondo del teatro e del cinema? Perché a me da giornalista e, soprattutto da spettatore, sembra proprio di no.

“Mi fa sempre male parlare di questo, per quanto ho potuto vedere, standoci dentro, purtroppo la meritocrazia nel mondo dello spettacolo scarseggia, almeno quando ci si trova all’inizio di questo percorso lavorativo. Se inizialmente non hai le conoscenze giuste, fai fatica a lavorare! Anche teatralmente parlando, se non sei o non hai un ‘nome’ nella compagnia, i teatri, quantomeno importanti, ti scartano a volte senza neanche conoscere il testo o averti visto ma basandosi solo sul tuo curriculum”.

Pensi che l’Italia come Paese, spenda soldi ed energie sufficienti per la cultura?

“Prendendo come esempio il teatro, alcuni anni fa andai a trovare un amico a Londra. Un pomeriggio mi regalò un biglietto per andare a vedere a teatro Grease. Uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto. Posso dire che era un giovedì pomeriggio alle 17 e il biglietto è costato solo 8 sterline e il teatro era pieno! Dove voglio arrivare… che l’Italia ha la potenzialità di investire nella cultura, ha la possibilità di creare strutture nel campo scolastico, perché è da lì, nelle scuole che bisogna partire. Mi sento da dire con tutto il rispetto per il nostro governo, che in questi ultimi anni l’attenzione è stata rivolta principalmente su altre necessità, ma con questo non voglio colpevolizzarlo, o sminuire il suo lavoro, perché abbiamo avuto molti problemi, ma sono sicuro che la nostra Italia in un futuro prossimo riuscirà a ritrovarsi e riprendersi. Anche nella cultura!”.

Quali sono i tuoi film preferiti? E il libro che hai nel cuore?

“Ovviamente anche su questa domanda potrei fare notte. (ride) Partiamo dai due libri che ho nel cuore: ‘Il piccolo Principe’ e ‘I tre moschettieri’. Per quanto riguarda i film, tralasciando tutti quelli della coppia Bud e Terence, è davvero difficile creare una vera e propria classifica dei miei film preferiti, ma ci provo, premesso che sono profondamente legato ai film con Antonio De Curtis in arte Totò. Dico: ‘L’attimo fuggente’, ‘Shining’, ‘Brutti sporchi e cattivi’, ‘Il Marchese del Grillo’,  ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’, ‘C’era una volta in America’. Come vedi sto spaziando da un genere all’altro”.

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