04/20/2024
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Dott Reed

Dagli alberi della Tasmania

Scopriamo una delle artiste musicali del momento. Il suo primo album sta riscuotendo molto successo e un paio di brani sono stati utilizzati come colonna sonora di due spot. In questa intervista ci parla di lei e del suo percorso personale e artistico

di Ettore Luttazi

E’ il fenomeno del momento. Samantha Dorothy, in arte Dott Reed, qualche mese fa ha pubblicato il suo primo album “DOTT REED” (WASABI). Il suo stile originale affonda le radici nella musica di Louis Armstrong e Doris Day, con suggestioni  molto più contemporanee. 

Eclettica, poliedrica e fantasiosa, in Italia i suoi pezzi sono stati scelti come colonna sonora di due importanti pubblicità televisive. Noi l’abbiamo raggiunta per conoscerla meglio e lei ci ha raccontato la sua storia da favola.  

Dott sei nata e cresciuta in Tasmania. E’ vero che da bambina sei stata inseguita dal diavolo della Tasmania?

“Sì è successo davvero e per fortuna oggi sono qui a raccontarlo”.

A parte questo episodio, com’è stato crescere in un paradiso naturale come la Tasmania?

“Ho vissuto un’infanzia selvaggia! Ogni volta che mi madre non riusciva a trovarmi, le bastava alzare gli occhi al cielo: ero sempre arrampicata sugli alberi. Sono cresciuta in sella a un cavallo tra i boschi in cerca di avventure e ascoltando i grandi che mi insegnavano a costruire zattere, ad  accendere il fuoco e a conoscere gli animali che avevamo intorno. Un’infanzia bellissima”.

Avevi già una predisposizione per la musica e il canto?

“All’epoca non avevamo il televisore, però c’era il pianoforte. Un bellissimo pianoforte a coda. Ho passato pomeriggi interi a suonarlo insieme ai miei nonni. A scuola cantavo nel coro, mai  da solista o con un ruolo da protagonista”.

Non avevano capito il tuo potenziale?

“No penso fosse dovuto più  al mio carattere impertinente”.

A soli 14 anni ti trasferisci a Londra. Cosa ti ha portato nel Vecchio Continente.  Che speranze avevi in quel momento?

“In realtà avevo 17 anni quando presi questa decisione. Avevo appena registrato il mio primo minialbum e  in tasca il sogno, molto adolescenziale, di  conquistare il mondo”.

E cosa è successo?

“Sono stata molto fortunata perché ho incontrato delle persone speciali che hanno creduto in me e quindi ho iniziato ad esibirmi ovunque fosse possibile, bar, club eventi di ogni genere”.

Ti sei stabilita subito a Londra o hai girato un po’?

“A dire il vero prima di andare in Inghilterra ho viaggiato tantissimo per l’Italia e sono arrivata a Londra con un grandissimo bagaglio musicale che poi è cresciuto ancora di più”.

Cosa ricordi di quel periodo ?

“Beh, è stato un periodo bellissimo. Fondamentale è stato l’incontro con Milly la mia violinista. Con lei  ci siamo esibite ovunque, spesso anche di fronte a un pubblico di sole venti persone, ma è stato indispensabile per farci conoscere e i risultati si sono visti. Pian piano siamo uscite da Londra  per esibirci  anche in Francia, Olanda e Italia. Eravamo sempre in viaggio”.

Qual era il vostro repertorio? 

“Facevamo tutti pezzi nostri.

E quali sono i tuoi artisti preferiti o  quelli che in qualche modo hanno influenzato il tuo stile?

Sicuramente Ella Fitzgerarld e Doris Day che ascoltavo insieme a mia nonna da bambina. Loro hanno influenzato il mio stile.  In quel periodo comunque avevo acquistato un grammofono e andavo ogni week end al mercato di Portobello a recuperare vinili d’epoca, che di sicuro suggestionavano le mie composizioni”.

A un certo punto c’è un incontro fortunato con un giovane musicista italiano. Ci racconti come è avvenuto ?

“Sembra quasi che il mio legame fosse scritto nel mio destino. Io ero alla ricerca di un musicista che suonasse la fisarmonica e incontrai Maurizio Minardi. Con lui ci fu un’intesa speciale da subito. Solo più tardi ho scoperto che, tra le altre cose, aveva scritto ‘Banane e lamponi’ di  Gianni Morandi. Maurizio entrò nella mia band e insieme a lui scrivemmo ‘Honestly’ il mio primo singolo”.

“Honestly” è stato la tua fortuna perché scelto come colonna sonora per lo spot pubblicitario della banca BNL,  ma se non sbaglio prima ancora lo stesso destino lo ha avuto un altro tuo brano “Bad Luck”…

“No,  non sbagli affatto. ‘Bad Luck’ fu scelto dalla Nissan per una importantissima campagna pubblicitaria. E dopo è successa la stessa cosa per  ‘Honestly’ con la BNL”.

Tornando al tuo legame con l’Italia, il tuo ultimo singolo “Lipstick” sta ottenendo un grandissimo successo anche grazie al video che avete girato completamente qui. Com’è nato questo progetto?

“Uno dei ragazzi che lavora per Wasabi, la mia attuale etichetta, vive vicino al teatro di Bevagna in Umbria e un volta mi fece vedere le foto e fu amore a prima vista. Perciò si è deciso di realizzarci il video”.

Hai citato Wasabi, la tua casa discografica, che è un’etichetta indipendente con base a Roma. Come sei stata reclutata?

“Una sera suonavo al Bottaccio, un bellissimo spazio di fronte Buckingham Palace e i miei manager di allora invitarono uno dei ragazzi di Wasabi che venne a sentirmi. E’ nato tutto da quella sera e la nostra collaborazione pian piano ha preso forma”.

Così sei “tornata” di nuovo in Italia. Il tuo destino musicale  sembra legato al nostro Paese. Cosa pensi dell’Italia?

“E’ un Paese stupendo che amo da sempre, da quando a scuola studiavo la storia antica. L’ho girata tantissimo con mi madre. Adoro tutto quello che è italiano, la moda, la storia, la cultura”.

Dott, un ultima domanda, quali sono gli impegni per i prossimi mesi?

“Il mio primo album è uscito il 15 marzo e quindi sono concentrata sulla promozione.  E poi sto  per partire con il tour estivo (l’intervista è stata realizzata in primavera ndr)  che toccherà anche l’Italia. Sarò una donna estremamente impegnata  per i prossimi mesi”.

 

 

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Sophie Kinsella
Francesco Tesei

redazione@gpmagazine.it

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