Isabelle Adriani: “Da bambina ascoltavo l’opera con mio nonno. Grazie al mio fischio lui guarì”
di Giulia Bertollini –
Non ha solo dimostrato che le fiabe esistono ma ha fatto della sua stessa vita una fiaba. Stiamo parlando dell’attrice Isabelle Adriani, protagonista al cinema da ottobre assieme a Jim Caviezel del film “Infidel”, thriller politico di Cyrus Nowrasteh.
Un’esperienza importante ma anche complicata per Isabelle che ha dovuto prepararsi fisicamente per affrontare le scene d’azione. Proprio durante le riprese ci ha confessato di essersi ferita alla testa ma di non essersi persa d’animo. In questa intervista, oltre a svelarci qualcosa in più sull’incontro con Jim Caviezel, Isabelle ci ha rivelato quali sono stati gli incontri più importanti della sua carriera.
Isabelle, prossimamente sarai al cinema con il film “Infidel” (l’intervista è stata realizzata prima del Dpcm che ha disposto la chiusura di tutte le sale cinematografiche). Che esperienza è stata? Come ti sei trovata ad interpretare il ruolo di una spia?
“E’ stata un’esperienza incredibile, probabilmente la più emozionante della mia carriera. Avevo sempre sognato di interpretare una spia, una specie di Bond Girl, ed è successo in ‘Infidel’ con Jim Caviezel diretto da Cyrus Nowrasteh. Maria Landi, il mio personaggio, all’inizio è sotto copertura dunque è stato come interpretare due ruoli completamente diversi”.
Cosa ti ha conquistato di questo personaggio?
“E’ coraggiosa e rischia la sua stessa vita per salvare quella degli altri”.
E’ stata la prima volta che hai lavorato con Jim Caviezel. Com’è andata?
“Jim è un attore straordinario avevo sempre amato la sua interpretazione del ‘Conte di Montecristo’ e dopo le riprese una sera lo abbiamo visto insieme e mi ha raccontato tutte le storia del backstage, è stato fantastico. Sul set c è solo da imparare da lui perché è sempre gentile e disponibile e regala al regista e ai colleghi del set numerosi varianti in modo tale che in post produzione quasi ogni possibilità di montaggio possa essere esplorata”.
Quando ti è venuta in mente l’idea di fare l’attrice?
“A 5 anni vidi un film con Ingrid Bergman e rimasi incantata, decisi in quel momento, che avrei fatto l’attrice”.
Cosa hai imparato recitando?
“In realtà è la vita che insegna nel senso che in genere noi attori riportiamo le emozioni che viviamo nella vita, per regalarle al pubblico interpretando una varietà di personaggi ma mentre sei sul set non interpreti solo un personaggio perché sei anche te stesso e così hai la possibilità di conoscere colleghi e professionisti del cinema. La grande fortuna di questo mestiere è che possiamo vivere tante storie diverse dentro e fuori dal set, ed anche dentro e fuori dai personaggi che interpretiamo perché al contrario di chi lavora, ad esempio in un ufficio, magari con un lavoro più costante e tranquillo, noi non sappiamo mai con certezza quando, a cosa e con chi lavoreremo, ma abbiamo la grande chance di viaggiare e vivere esperienze di diversi mesi in contesti e con persone completamente diverse. Questo è un arricchimento incredibile che in alcuni casi, per chi ha la giusta sensibilità, può trasformare un attore in una vera enciclopedia di emozioni da riutilizzare poi sul set per raccontare storie meravigliose anche al cinema”.
Qual è il personaggio che hai amato di più interpretare e quello che vorresti in futuro poter impersonare?
“Sicuramente Maria Landi in ‘Infidel’, ma anche Edda ne ‘Il campione e la Miss’ per la regia di Angelo Longoni, l’amante di Tiberio Mitri, interpretato da Luca Argentero. Proprio a lui ho dato il mio primo bacio sul set. Uno choc in senso buono. (ride) Il prossimo spero che sia quello di una scienziata o di un personaggio fiabesco”.
Qual è stato l’incontro che ha dato una diversa impronta alla tua carriera?
“Sarebbe stato sicuramente quello con Virzì per ‘La prima cosa bella’. Ero stata scelta come protagonista del film ma le cose andarono diversamente. A livello di carriera sicuramente l’incontro con il favoloso Checco Zalone, la mia parte di Mercedes in ‘Che bella giornata’, seppur piccola è rimasta nell’immaginario collettivo del pubblico italiano rappresentando una svolta per me”.
Penso che in questo percorso la tua famiglia sia stata un punto di forza. Qual è stata la lezione più importante che ti hanno trasmesso i tuoi genitori?
“Mio padre mi ha trasmesso il desiderio di imparare e la fiducia nell’uomo”.
Oltre ad essere l’autrice del libro “Le fiabe di Isabelle” presti anche tutti i giorni la tua voce alle fiabe della buonanotte in onda su Radio Rai Kids. Com’è nata l’idea di scrivere un libro dedicato alle fiabe?
“Ho sempre amato le fiabe, la mia tesi di laurea si intitolava ‘Il Dna della fiaba’, ho pubblicato vari libri di fiabe con Amazon ed altri editori e quasi tutti sono dedicati alle fiabe o alle loro origini storiche, in più ho doppiato vari cartoni Disney e così quando mi hanno chiesto di diventare la voce narrante delle ‘Fiabe dal mondo’ per la regia di Isabella Carbone ed il coordinamento di Marco Lanzarone, ci siamo resi conto che mancavano delle fiabe classiche della letteratura popolare e così abbiamo deciso di creare ‘Le fiabe della buonanotte’, uno spazio dedicato ai bimbi di tutte le età dove interpreto anche tutti i personaggi delle fiabe, così le ho raccolte e riscritte in un libro, ‘Le fiabe di Isabelle’, edito da Amazon, dal quale traggo ‘Le fiabe della Buonanotte’ per Rai Radio Kids”.
Sei anche una fischiatrice d’opera. Come hai scoperto questo talento?
“Ero bambina e ascoltavo sempre l’opera con mio nonno, che era un fischiatore eccezionale, quando avevo sette anni, egli si ammalò gravemente e in ospedale non poteva ascoltare l’opera e così pensai di fischiargliela. Restai a casa ad imparare perfettamente le arie più belle della ‘Turandot’ e della ‘Boheme’ di Puccini fingendo di avere la febbre ( non facile con due genitori medici) e quando andai a trovarlo gli feci sentire le sue arie preferite. Lui guarì e da bambina pensai che il fischio fosse magico; da grande ho fischiato anche per i grandi divi di Hollywood e per registi da Oscar, ma la volta che fui più felice, fu quando fischiai per mio nonno”.
Sei stata scelta anche da Tornatore per fischiare in” Baaria”. Che ricordi conservi di questa esperienza?
“Beh ricordo che grazie a Tornatore conobbi il grande Maestro Ennio Morricone, gli feci sentire un pezzo di ‘C’era una volta in America’ e lui mi disse che avremmo fatto un concerto insieme un giorno, purtroppo non abbiamo fatto in tempo”.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
“Ho in mente un grande progetto, con e per i bambini conosciuti grazie all’associazione ‘Dar Voce’ che include Fiabe e Teatro, un progetto interattivo incentrato sui personaggi delle fiabe; poi un film sulla seconda guerra mondiale, con un ruolo molto interessante e commovente. Dovevo anche cominciare a girare una serie per Amazon a marzo, ma come molti altri progetti, ha subito dei ritardi causa pandemia. E poi naturalmente i miei libri, Rai Radio Kids e le mie Fiabe per i bimbi di tutte le età”.
L’intervista è stata realizzata prima del Dpcm che ha disposto la chiusura delle sale cinematografiche