Janet De Nardis: Il Roma Web Fest suona la sesta
GP Magazine è partner della sesta edizione del Roma Web Fest che si terrà dal 28 al 30 novembre alla Casa del Cinema. Abbiamo incontrato Janet De Nardis, conduttrice e autrice televisiva, fondatrice e direttrice del Roma Web Fest, il Festival dedicato ai Millennials
Come nasce l’idea del Roma Web Fest?
“Nasce dall’esigenza di creare una vetrina per i giovani creativi dotati di talento, affinché possano entrare in contatto con l’industria audiovisiva attraverso l’incontro diretto con Broadcaster e produttori. Una cassa di risonanza libera e reale dove fare selezione delle idee di qualità al di là delle raccomandazioni e delle celebrità. Creare questo spettacolo/evento, un vero incubatore della creatività è stata una sfida non facilissima, ma alla fine il festival ha avuto la sua consacrazione a luogo di elezione per scoprire l’innovazione che nasce dal web, grazie soprattutto all’entusiasmo dei principali filmmaker e youtuber che sposarono l’iniziativa fin dalla prima edizione: dai The Jackal ai The Pills, dai Licaoni a La Buoncostume, da Daniele Doesn’t matter a Claudio Di Biagio ecc… https://www.youtube.com/watch?v=w0qzA5H5g9I”.
Come cercare e riconoscere nel web i prodotti audiovisi di qualità?
“Se non si ha conoscenza del settore è quasi impossibile trovarli. Il web è un ‘Maremagnum’ di prodotti di ogni tipo e, se digitiamo ‘web serie’ su un motore di ricerca, i prodotti che compaiono ai primi posti non sempre sono di qualità e si rischia di desistere nell’esplorazione in un breve lasso di tempo. E’ dunque necessario affidarsi agli esperti che attraverso le selezioni fatte in rassegne e festival conoscono le realtà più interessanti e di valore. Purtroppo ad oggi, nonostante vari tentativi fatti, non esiste una catalogazione delle opere, ma i prodotti più apprezzabili sono sparsi su varie piattaforme e non corrispondono a nessuna categoria particolare”.
Sono sei anni che selezioni opere audiovisive webnative; cosa ti deve colpire in un prodotto?
“Sono tantissimi i criteri che vanno presi in considerazione, dalla qualità tecnica, alla creatività esplicitata, dalla capacità di coinvolgimento all’innovazione del prodotto E’ necessaria una valutazione complessiva che deve tenere conto anche dell’emozione che il prodotto è in grado di suscitare nello spettatore che in questo caso sono io. Do molto peso alla sceneggiatura e prediligo uno stile originale o riconoscibile, una buona qualità dell’immagine e del suono e una buona recitazione. E’ fondamentale il ritmo, ma anche il linguaggio e la fruibilità. E poi ogni opera, esattamente come ogni storia, è a sé!”.
Ci puoi anticipare le novità della sesta edizione?
“Innanzitutto cambiamo ‘casa’: quest’anno il festival si terrà dal 28 al 30 novembre presso la Casa del Cinema di Roma e poi dedicheremo uno spazio importante ai prodotti di realtà virtuale ed aumentata. Particolare attenzione sarà posta anche sulla promozione del territorio con un rinnovato bando Movieland in collaborazione con Roma Lazio Film Commission. Anche quest’anno la manifestazione prevede 3 giorni dedicati all’industria dell’immagine con web serie, fashion film, viral video, cortometraggi, influencer, videogiochi ecc… Quest’anno dedicherò un premio importante del Festival a Michael Ajakwe, direttore del Los Angeles Web Fest scomparso recentemente. Lui non ha solo ‘inventato’ i web fest, ma ha saputo trasmettere uno stile di vita a chi entrava a fare parte del suo mondo. A Michael dedicherò un premio che andrà a chi più si distinguerà per coraggio ed entusiasmo attraverso la sua opera in concorso”.
Sei mamma di una splendida bambina di 11 mesi, nel pieno della sua curiosità verso il mondo. Com’è cambiata la tua vita?
“La mia vita è diventata ancora più bella, più piena e completa. Ero già felice perché ho avuto la fortuna di fare mestieri che amo e di incontrare l’uomo migliore che potessi desiderare come compagno di vita, ma un figlio è qualcosa che rinnova il senso stesso della vita. E’ una cosa diversa! La natura è buona perché ci ha dato la possibilità di sentirci felici anche senza figli, ma ci ha anche reso capaci di apprezzare questo dono al punto che una volta avuti dei bambini è impossibile immaginare la propria esistenza senza questa forma d’amore viscerale, tenero e violento allo stesso tempo”.
Come sono i bambini di oggi rispetto al passato?
“Se penso a come ero io o mio fratello che è più giovane di me di circa 9 anni (e quindi ricordo benissimo la sua infanzia), posso dire che oggi i bambini sono molto più veloci nell’apprendimento, hanno molti più stimoli e ne fanno uso diventando delle personcine con desiderio di autonomia già a pochi anni di vita”.
Cosa contraddistingue la tua Joy?
“Non mi addentro nel tessere le lodi della mia bambina per non cadere nella trappola del ‘ogni scarrafone è bello a mamma sua’, ma credo che il nome sia stato beneaugurale perché è sempre sorridente, entusiasta e carica di un’energia coinvolgente. Credo che sarà una bambina impegnativa, ma spero sempre felice”.
Da mamma, c’è qualcosa che ti spaventa del web?
“Certo! Mi spaventa la conoscenza fuori controllo, quella che se arriva nel momento sbagliato può essere ‘nozione’ sbagliata che trascina in un percorso mentale turbolento; mi spaventa la superficialità dei rapporti che si creano e coltivano attraverso la rete, i social network; mi spaventa il non sapere se sarò in grado di fornire a mia figlia gli strumenti necessari per governare la rete e non diventarne vittima.Al tempo stesso, però, so che internet è un’invenzione straordinaria che ci ha permesso un’infinità di cose positive che non sto qui ad elencare e quindi lascio le paure fuori dall’uscio e vivo questa straordinaria occasione che si chiama vita”.