09/12/2024
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Roberta Albanesi

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Roberta Albanesi

Cresciuta a pane e musica

 

A quattro anni ha partecipato allo Zecchino d’Oro e nel 2000 si è esibita davanti a Giovanni Paolo II. Nella sua carriera ci sono anche sei anni a Rai International, le tournée per gli italiani all’estero e il progetto “Cantando sotto la Storia” al Parco della Musica a Roma

 

 

Abbiamo  ammirato e conosciuto   Roberta Albanesi nella sua veste di cantante  sul palco del Parco della Musica di Roma, nel corso delle belle puntate di “Cantando sotto la Storia”, un itinerario storico in musica, un alternarsi di parole, musica e manciate di storia, Roberta Albanesi, che dà voce  a tutte le canzoni che caratterizzano il tema di ciascuna serata. La versatilità  nei vari generi interpretati dimostrata da Roberta, la sua passione,  la sua partecipazione  nel raccontare tante storie diverse ci hanno  incuriosito. “Voglio fare della canzone la mia professione, perché questo mestiere mi rende felice e serena. Quando canto mi emoziono io per  prima e voglio emozionare anche il pubblico”. E’ quanto afferma Roberta con decisione, ricordando come la musica abbia fatto  parte da sempre della sua vita.

Hai iniziato a cantare a 4 anni, partecipando allo “Zecchino D’Oro”. Cosa o chi ti ha trasmesso questa passione sin da piccolina?

“L’orecchio musicale in famiglia è di mio padre. Lui ha intuito il mio talento, mia madre invece mi ha accompagnato alla mia prima lezione di canto. E devo ringraziarla ancora oggi per avermi stimolato allo studio del canto, che è fondamentale. Il talento da solo non basta”.

Nel 2000 hai cantato davanti a Giovanni Paolo II. Raccontaci l’emozione che hai provato.

“Non è la prima volta che mi viene posta questa domanda e come ogni volta ho difficoltà a rispondere. E’ stata un’emozione troppo grande e forte per descriverla in poche parole e anche cercando tra tante non so se sarei in grado di trovare quelle giuste. Posso solo dire che trovarmi davanti ad un grandissimo personaggio umano e spirituale come è stato Giovanni Paolo II per me è stato un enorme privilegio. Posso solo ritenermi molto fortunata”.

E da lì cosa è avvenuto nella tua carriera?

“E’ scaturita la prima tournée in America, a Filadelfia e Detroit, per gli italiani in America. A seguire ci sono stati sei anni in Rai International e la specializzazione in un repertorio italiano classico che risponde molto a me stessa”.

Qual è l’esperienza “canora” a cui sei rimasta più legata?

“Sono quelle che ho svolto all’estero per i nostri italiani emigrati. Nei loro occhi vedi la nostalgia e l’amore che hanno ancora per il loro Paese natale. E’ emozionate a fine concerto ascoltare i loro racconti. L’ultima esperienza lo scorso anno a Buenos Aires per i 150 anni dell’Unità d’Italia al teatro Colisuem con circa 3000 persone in standing ovation a fine concerto e il mio cuore pieno di gioia”.

Quali sono i tuoi gusti musicali?

“Negli anni ho spaziato e sperimentato tra molti generi musicali. La mia prerogativa però sta nell’importanza del testo, amo interpretare ed ascoltare canzoni con testi ‘importanti’, la melodia è quello che mi cattura. Poi per quanto riguarda l’ascolto posso dire di ascoltare veramente di tutto, non metto limiti a quello che musicalmente si può scoprire tutto ciò che mi emoziona mi piace”.

La canzone che canti spesso sotto la doccia?

“Mi viene da ridere… non canto sotto la doccia”.

Progetti nell’immediato?

“Un disco in uscita che conterrà la raccolta del meglio di ‘Cantando sotto la Storia’, il progetto che è appena ripreso al Parco della Musica di Roma. A gennaio sono in teatro con uno spettacolo dedicato alla Canzone Romana, che occupa una parte del mio cuore, e poi entro l’anno spero di riuscire a mettere in scena il mio primo ‘one woman show’ ”.

A proposito di “Cantando sotto la Storia”, che esperienza è stata?

“E’ stata per me, e continua a esserlo, una grande scuola,  un’occasione grazie alla quale artisticamente  sono cresciuta molto. Sono arrivata su questo palcoscenico  dopo un provino molto severo e il fatto di  cantare per  tutta una serata, affrontando sempre generi diversi, anche alcuni che non mi appartengono,  dalle romanze da salotto ai cantautori italiani e alla musica sposata con arte, poesia, teatro e cinema,  è stata  per me una grande sfida. Alle varie puntate partecipano, inoltre, sempre  degli ospiti, da Amii Stewart, Gino Paoli, Renzo Arbore. Quindi ho avuto anche la possibilità di duettare con grandi Artisti. ‘Cantando sotto la Storia, è un raccontare attraverso le canzoni  tanti momenti della nostra storia”.

Quali sono le tue aspirazioni e i tuoi obiettivi?

“Mi piace fare l’interprete nella sua complessità e amo cantare pezzi importanti. A volte mi definisco, nonostante la mia giovane età, ‘una cantante antica’, e forse per il grande pubblico oggi non c’è tanto spazio per me. E’ difficile  emergere,  ed escono altri personaggi indirizzati a un pubblico più giovane. ‘Cantando sotto la Storia’, forse proprio per questa mia attitudine, si è rivelato per me davvero un vestito su misura”.

Sappiamo che anche il teatro occupa un posto importante nel tuo cuore. In tal senso stai portando avanti un progetto ispirato alla musicalità romana. Ne vogliamo parlare?

“Si tratta di  ‘Roma in canta’, un racconto storico e musicale sulla mia città, che amo profondamente. Un testo  con canzoni  e con tanti personaggi legati alla vecchia Roma, che è andato in scena  una prima volta in uno scenario incredibile, il Tempio di Vesta a Tivoli.  Il mio desiderio è di riuscire  a metterlo di  nuovo in scena e sto cercando degli sponsor. I tempi oggi non sono facili per riuscire  ad esprimersi al meglio, si consuma tutto troppo in fretta. Ma io voglio insistere!”.

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Simone Montedoro

redazione@gpmagazine.it

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