07/27/2024
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Chiara Gamberale ci racconta “La Zona cieca”

di Irene Di Liberto

Oggi parliamo di una mia coetanea Chiara Gamberale, anche se non vi sveleremo qual è la nostra età: scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva e, da pochi mesi, mamma della piccola Vita. La maternità, in questo periodo, la assorbe del tutto, quindi la ringrazio doppiamente per aver trovato il tempo, tra una poppata e un pannolino, di concedermi questa intervista. Dopo quasi dieci anni dalla sua uscita, torna in libreria con il romanzo “La zona cieca”, già vincitore del Premio Campiello 2008 e con una nuova copertina.

È il 29 febbraio e in uno scalcinato luna park si incontrano, non per caso, Lidia, donna combattuta e sopraffatta dai suoi umori estremi, nonostante i vari anni passati in terapia, conduttrice radiofonica della trasmissione “Sentimentalismi anonimi”, dove gli ascoltatori chiamano per raccontare le loro storie e accogliere i suoi consigli e Lorenzo, affascinante e affermato scrittore che si rivelerà, fin da subito, egoista, egocentrico e narcisista. Il loro amore è un turbine di bugie, mezze verità e tradimenti, alcuni veri, altri presunti, ed è proprio nel bel mezzo di questa tempesta di sentimenti che appare la figura di un finto sciamano che snocciola consigli allo scrittore, affinché torni a credere in se stesso e si abbandoni alle emozioni. Questo personaggio, che nasconde la sua vera identità fino alla fine, si dimostra essenziale nella vita dei due protagonisti che hanno bisogno di trovare un loro equilibro personale, prima ancora che di coppia.

Chiara mamma: come è cambiata la tua vita dopo la nascita della bimba?

“Ancora non so rispondere a questa domanda, sai? Nelle infinite emozioni nuovissime e antiche con cui sto facendo i conti, quella che domina, dopo due mesi, continua a essere l’incredulità”.

Chiara donna: un consiglio alle donne di oggi, più multitasking che mai.

“Affido sempre ai miei romanzi anche i consigli che sento di dare, prima di tutto a me stessa… Quindi per risponderti userei il titolo di uno degli ultimi: Adesso. È questa la parola chiave, perché oggi più che mai il rischio di vivere sempre un po’ prima, un po’ dopo o a lato rispetto al momento è altissimo. E si perde molto, senza guadagnare niente”.

Chiara scrittrice: quanto di autobiografico c’è nei tuoi scritti?

“Moltissimo, sebbene ‘il realismo è l’impossibile’, come recita il titolo del bel saggio di Walter Siti sull’autofiction.

Parliamo del tuo ultimo romanzo “La zona cieca”: protagonista è Lidia che in radio, ogni notte, accoglie e raccoglie sfoghi e confidenze di persone confuse e indecise, quando lei per prima avrebbe bisogno di essere ascoltata e indirizzata. Come mai noi donne, nonostante l’emancipazione e l’apparente modernità, continuiamo a pensare prima agli altri che a noi stesse? 

“Forse perché occuparsi degli altri e dei loro mostri è un bell’alibi per non fare i conti con i nostri mostri? Me lo domando. Nel romanzo Lorenzo fugge e Lidia lo insegue. Ma siamo sicuri che se Lidia incontrasse un uomo che sa restare non sarebbe lei ad avere paura? È anche con l’evidenza di questa provocazione che questo romanzo chiama a fare i conti”.

Lidia, in questo suo momento di fragilità, s’innamora di Lorenzo, uomo egoista e arrogante. Ma, a tuo parere, cosa avranno di così affascinante questi uomini narcisisti per riuscire ad attirare donne così sensibili? 

“Sono uomini che fanno una musica diversa, senz’altro. Jane Birkin di Serge Gainsbourg disse: ‘La sua insanità mi interessa più della sanità di tutti gli altri’… E anche Lidia perdona a Lorenzo tutti i suoi eclatanti difetti per quel violino, come lo chiama lei, che sente di poter suonare con lui, mentre il resto del mondo fa rumore. Ma è un suono pericoloso, che chiede prezzi altissimi”.

Nel romanzo utilizzi lo strumento delle mail come mezzo di contatto fra i protagonisti: seconde te la tecnologia, la posta elettronica e, più nello specifico, i social si incontrano o si scontrano con le dinamiche di coppia? 

“Un discorso troppo complesso perché io possa consumarlo in una battuta. Ma sto leggendo un saggio in proposito, La comunicazione necessaria, che consiglio a tutti”.

Qual è per te la “zona cieca” della nostra società? 

“Non ho dubbi: il rincoglionimento da social”.

Se Chiara non fosse la scrittrice che è sarebbe? 

“Una persona parecchio smarrita che non sa come tenere a bada i suoi mostri. Fatemi sapere anche voi qual è la vostra Zona cieca sulla mia pagina facebook Leggi con Irene”.

Grazie a Chiara Gamberale. Ad maiora.

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