10/08/2024
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Filippo Nigro

Un celerino con l’anima buona.

E’ uno degli attori più in gamba ed è il protagonista di “ACAB – All Cops Are Bastards”, il film tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini, diretto da Stefano Sollima, accanto a Pierfrancesco Favino e Marco Giallini: “Mi ritengo soddisfatto del ruolo di celerino, sono state un’esperienza e un’operazione davvero stimolanti”

di Silvia Giansanti

A volte nella vita, quando si è ragazzi, si crede di prendere una direzione e, invece, un grande talento nascosto permette di avere inaspettatamente tutt’altro indirizzo. Filippo Nigro ne è l’esempio lampante. Rispetto a tanti colleghi ha iniziato più tardi, inconsapevole fino ad una certa età di avere in mano le carte vincenti. Il sodalizio artistico con Ferzan Ozpetec ha segnato l’inizio di una proficua carriera. Filippo, attualmente, sta attraversando un periodo molto intenso della sua vita professionale e privata. Ha terminato di girare “E la chiamano estate” ed è un celerino nell’atteso film “ACAB”. Inoltre, debutta a teatro questo mese con “Occidente Solitario”, sarà uno dei protagonisti della campagna pubblicitaria estate 2012 di “Dolce & Gabbana” e sta per diventare papà del suo terzo bambino. Occorre una bella dose di energia per fare tutto. Filippo si forgia facendo sport e parlare con lui è risultato molto piacevole.

Filippo, da dove nasce l’idea di fare l’attore?

“Dal periodo della scuola, non ho iniziato prestissimo rispetto ad altri. Ho provato al Centro Sperimentale di Cinematografia, mi hanno preso e da lì è partito tutto. Avevo una passione per il cinema e rimanevo estasiato quando vedevo recitare ma sono partito in modo inconsapevole”.

Cosa ti ha fatto pensare che ci sarebbe stato posto anche per te in questo difficile mondo?

“Non ho mai pensato che ci potesse essere posto per me, non perché fossi pessimista, ma per il semplice fatto che non mi sono mai posto il problema. Ho provato a prendere una strada senza sapere cosa sarebbe accaduto”.

Ti ritieni soddisfatto del tuo percorso?

“Sì, perché no? Fino ai trent’anni non mi sono dedicato completamente a questo, ho studiato, ho fatto il servizio civile e altre cose. Come già detto, sono partito con una cosa che non era una vocazione, quindi finora mi posso ritenere soddisfatto”.

Sicuramente avevi delle doti nascoste che poi sono emerse.

(Sorride) “Spero…”.

Un buon attore deve essere pronto ad ogni tipo di ruolo, di personaggio e di situazione. Ecco, quale ruolo vorresti che non ti affidassero mai?

“E’ difficile rispondere, perché sono davvero pronto a tutto. Temo in piccole percentuali che possano propormi scene crude di cronaca che riguardino omicidi e cose varie. Però penso sempre che si tratti di lavoro e quindi accetterei”.

Quando ti sei accorto che il pubblico iniziava ad apprezzarti?

“Dai tempi de ‘La finestra di fronte’, anche perché si trattava di un lavoro importante di Ferzan Ozpetec, di grande visibilità. Da quel momento in poi sono iniziati ad arrivarmi apprezzamenti”.

A proposito di Ozpetec,cosa ricordi del lavoro di “Le Fate Ignoranti”?

“Conservo bellissimi ricordi dove avevo la sensazione di far parte di un bel gruppo di lavoro che mi avrebbe fatto crescere. E’ stato il primo momento da vero attore”.

Stai vivendo un periodo intenso della tua vita professionale. Hai appena finito di girare il film “E la chiamano estate”, in cui interpreti il ruolo di uno scambista.

“Devo dire che è stata un’esperienza molto interessante e stimolante. C’è un uomo che frequenta club privé, condividendo momenti particolari con la propria moglie. E’ un bel ruolo con risvolti di un certo tipo rispetto al protagonista. Ho cercato di indagare sulle dinamiche di questo tipo di ambienti, per rendermi conto di ciò che stavo interpretando. Un approfondimento personale, senza però viverlo in prima persona. Sono molto contento di questo lavoro appena svolto con un bravo regista come Paolo Franchi”.

Giusto per rifarsi al titolo del lavoro, hai mai trascorso un’estate con il magone dentro?

“Certo, ma mai per amore. Credo sia più per insoddisfazioni personali e per sensazioni del tempo che passa inesorabile. L’estate è un momento dell’anno in cui si ferma tutto e viene spontaneo fare dei bilanci”.

Invece il 20 gennaio hai debuttato a teatro con Claudio Santamaria in “Occidente Solitario”.

“Il testo è di Martin McDonagh e la pièce è bellissima. Riguarda la storia di due fratelli, una specie di Caino e Abele in era moderna. Tra loro regna una tensione costante e in ogni momento c’è il rischio della violenza fisica e verbale. Nonostante abbia dei risvolti tragici, la storia è molto divertente e questa è la particolarità del testo. Nello spettacolo ci sono anche Massimo De Santis e Nicole Murgia”.

Parliamo di “ACAB”, annunciato come uno dei grandi lavori del 2012. Il film mette a nudo la dura realtà che affrontano ogni giorno le forze dell’ordine. Quest’ultimo decennio è stato molto difficile: dal G8 all’uccisione di Gabriele Sandri. Che ne pensi al riguardo?

“Questo è un argomento molto complesso. Sono passati dieci anni dai fatti di Genova, abbastanza tempo per tracciare bilanci, visto che sono usciti molti romanzi. Da quel momento sono partite una serie di frustrazioni e dinamiche interne agli ambienti delle forze dell’ordine che sono state interessanti capire, anche parlando direttamente con loro. E’ emerso ad esempio che i celerini sperano di non dover intervenire in certe situazioni come le manifestazioni, invece hanno tutt’altro tipo di atteggiamento verso il tifoso cattivo. E’ importante che a svolgere questo mestiere ci sia una persona calma, fredda ed esperta che faccia le cose con criterio e non un pazzo esaltato che è pronto a riversare sul lavoro l’aggressività derivante da tutti i suoi problemi personali. Mi ritengo molto soddisfatto del ruolo di celerino, sono state un’esperienza e un’operazione davvero stimolanti”.

Toccando la sfera privata, stai per diventare papà per la terza volta. Riesci a conciliare la famiglia con il tipo di attività intensa che hai?

“Sì, perché alterno periodi intensi ad altri un po’più tranquilli e allora ne approfitto per bilanciare tutto. Anzi, nei miei periodi di stop, mio figlio più grande, a volte, non ne può più della mia presenza”.

Da buon quarantenne, appartieni a quella categoria di uomini che si curano più di una donna per contrastare i segni del tempo?

“Ricordo che mio padre diceva quand’ero piccolo che intorno a quarant’anni succede un po’ di tutto, improvvisamente hai delle avvisaglie strane su più fronti e quindi cerchi di correre ai ripari. Fortunatamente pratico molto sport e questo mi aiuta”.

Chiudo chiedendoti cosa avverrà secondo te nel 2012.

“Non sono un indovino, non ho la minima idea, speriamo solo di superare questo brutto momento economico di recessione. Invece per quanto riguarda la profezia dei Maya, vedremo, anche perché sono un tipo che ha paura del futuro, delle letture delle carte e dell’esoterismo. Non amo sapere come andranno le cose, mi piace viverle giorno dopo giorno”.

CHI E’ FILIPPO NIGRO

Filippo Nigro è nato a Roma il 3 dicembre del 1970 sotto il segno del Sagittario con dubbi sull’ascendente. Caratterialmente lascia che siano gli altri a definirlo. Tifa per la Roma, ha l’hobby degli scacchi e adora la pasta. Vive a Roma ma gli piacerebbe abitare a New York. Non possiede al momento animali domestici, è sposato con Gina Gardini e sta per arrivare il terzo figlio. Ricorda con piacere un anno fortunato della sua vita – il lontano 1989 – quando riuscì a comprarsi una bellissima motocicletta, che ancora oggi custodisce gelosamente. Il suo percorso è iniziato diplomandosi al Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida di Lina Wertmuller. Il suo esordio al cinema risale al 1998 con “Donne in bianco”. Nel 2001 è nel film di Ferzan Ozpetek “Le fate ignoranti”, che dopo due anni l’ha scritturato per il film successivo “La finestra di fronte”. A seguire la partecipazione in altri lavori cinematografici tra cui: “A luci spente”, “Ho voglia di te”, “Un gioco da ragazze”, “Amore che vieni, amore che vai”, “Oggi sposi”, “Dalla vita in poi” e “E la chiamano estate”. Per la televisione ha preso parte in “I ragazzi del muretto”, “La dottoressa Giò”, “Prigioniere del cuore”, “L’ultimo rigore”, “R.I.S. Delitti imperfetti” e “Tutta la verità”. Lo stiamo vedendo al cinema con “ACAB – All Cops Are Bastards” e a teatro con “Occidente Solitario”.

 

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GP Magazine Gennaio
Manuela Morabito

redazione@gpmagazine.it

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