07/27/2024
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Graziano Scarabicchi: Il re degli spot

di Rosa Gargiulo

Nel momento in cui scriviamo, Graziano Scarabicchi ha raggiunto e superato “quota 100”: sono 105, per la precisione, le campagne pubblicitarie a cui l’attore italiano ha prestato il volto, che è il più ricercato dai brand internazionali

Nato a Città di Castello, Graziano ricorda con tenerezza l’elezione di “Mister Pascoli” alle scuole medie. Da lì è cominciato un percorso che lo ha portato decisamente molto lontano. Graziano ci racconta delle sue prime fotografie, scattate a 13 anni al campo sportivo, che spedì poi alle agenzie di moda. “All’epoca avevo un look alla Leonardo Di Caprio, stile Titanic”, precisa con un sorriso divertito. 

Cosa ti porti dietro, di quel ragazzino?

“La spontaneità, la purezza, la voglia di arrivare”.

Essere cresciuto in un paese di provincia ha costituito sicuramente un valore aggiunto, ma anche una sfida. 

“La voglia di riscatto è stata grande. In provincia sembra quasi che il tuo futuro sia già segnato, precostruito da chi ti ha preceduto. Se deragli dai binari, è difficile far accettare il tuo punto di vista, e far valere i tuoi sogni”.

Chi ti ha sostenuto e chi ti ha ostacolato?

“Ostacolato no, ma sono stato guardato a lungo con scetticismo. Poche persone credevano in me, ma i nonni sono stati al mio fianco dal primo momento”.

E proprio la nonna lo accompagnò a Milano, sul set del suo primo spot (per una nota compagnia di assicurazioni, al fianco di Gaia De Laurentis), aspettandolo seduta in macchina a leggere Grand Hotel! Il mondo degli spot pubblicitari è una “terra di mezzo”, tra fashion e cinema. Un “luogo” dove tutto ciò che è fiction diventa estremamente reale e naturale.

Graziano Scarabicchi ha le qualità giuste per imporsi in questo settore artistico e professionale dove la velocità del messaggio e della comunicazione sono fondamentali, e dove gli attori devono riuscire a raggiungere il pubblico in pochi secondi. “I canoni richiesti per questo particolare tipo di lavoro sono: avere un volto rassicurante, pulito, occhi buoni, essere versatile. Posso interpretare il ragazzo della porta accanto, un papà, un compagno, un amico… mi vengono riconosciute le caratteristiche giuste per intercettare un pubblico trasversale”.

E in effetti, Graziano è impegnato in campagne pubblicitarie molto diverse tra di loro, e sono tantissimi i marchi internazionali che lo vogliono. Oggi Scarabicchi può vantare un vero e proprio record: è l’unico al mondo ad aver recitato in più di cento spot (ad oggi, 105, ma non è finita qui…).

Qual è stato lo spot più impegnativo?

“Impegnativo ma gratificante, lo spot per Decathlon – che mi ha visto impegnato per quattro giorni in ogni tipo di attività sportiva. Non ho voluto controfigure. E poi, sono stato scelto dopo un casting davvero affollatissimo”.

Pratica sportiva che Graziano non teme, e anche lì bisogna fare un salto indietro nel tempo, a quando da ragazzino si allenava ogni giorno, imparando da solo addirittura a nuotare e andare a cavallo. “Ho recuperato quello che mi serviva, per esercitarmi anche nel salto in alto: un manico di scopa, due pali di legno e le balle di fieno… avevo tutto!”.

A caratterizzare il temperamento di Graziano è la sua determinazione a diventare ciò che sentiva di essere davvero: “Sono sempre stato molto centrato, sapevo chi ero e chi volevo diventare”.

Un esempio di volontà e crescita personale, oltre che professionale, soprattutto per i giovani che oggi decidono di avviarsi a questo tipo di carriera.

Qual è stata la campagna più gratificante?

“Quella mondiale per la Longines, dove sono stato al fianco di Kate Winslet. Sono stato scelto tra cinquemila ragazzi. Con quello spot ho dimostrato di essere il migliore, mi sono sentito finalmente sul podio”.

Un traguardo che per Graziano ha rappresentato una nuova partenza. Non si è mai fermato, non ha mai smesso di studiare e di lavorare su se stesso. E con grande generosità, orienta i giovani e i giovanissimi. “Chi vuole fare questo mestiere non può permettersi di essere approssimativo. Bisogna studiare, essere preparati, curiosi, determinati. Non basta essere belli, non basta rispondere ai canoni che questo lavoro richiede. Lo studio e la volontà sono determinanti”.

Per ogni nuovo casting, infatti, Graziano studia e si documenta. La sua è una carriera costruita con meticolosità. “Superare un casting è fortuna. Superarne 105 è professionalità!”.

Una professionalità che passa anche attraverso il divertimento, la passione, la voglia di giocare. “In inglese, recitare si traduce con il verbo play, che è lo stesso del verbo giocare. In effetti, giochiamo con la nostra immagine, recuperando il bambino interiore, la spontaneità, la curiosità. È questo il segreto. Non dobbiamo aver paura di giocare. L’entusiasmo è la chiave fondamentale”.

Com’è cambiato il tuo lavoro, in questi ultimi due anni?

“È tutto molto diverso, abbiamo adottato in maniera ormai abitudinaria la modalità dei selftape, che si facevano anche prima, ma adesso costituiscono la routine. Molti provini vengono fatti a distanza, anche se si sta tornando ai casting in presenza. È un ritorno alla normalità, ai rapporti diretti. Questo lavoro è fatto di empatia”.

Quali sono gli altri progetti a cui stai lavorando?

“Durante il primo lockdown, ho iniziato a collaborare con la rivista ORA, e curo la rubrica Facce da spot, grazie alla quale contribuisco a far conoscere tanti miei colleghi. Siamo gli sconosciuti più famosi della TV, ci vedono sui giornali, sui cartelloni in strada, ma non sanno il nostro nome, la storia, il lavoro, i sacrifici. E poi, Facce da spot è anche un premio, nato contro la discriminazione degli attori pubblicitari. Un premio, che quest’anno è alla sua seconda edizione, ideato da me e organizzato insieme a Maximiliano Gigliucci. Ho voluto fortemente realizzare questo progetto, per combattere contro inutili classificazioni e per valorizzare la nostra professionalità”.

Grazie al premio e alla sua rubrica, Graziano Scarabicchi contribuisce alla diffusione e alla condivisione di percorsi artistici che meritano di essere conosciuti e di venire fuori da una “zona d’ombra” che non rende giustizia al lavoro e alla creatività, ma che oggi – anche grazie al coinvolgimento di importanti registi – sono assurti a nuova meritata dignità.

Il Re degli spot va avanti per la sua strada con la stessa passione, l’entusiasmo e la forte motivazione di quando è partito da Città di Castello. 

Come ama ricordare, va a braccetto con se stesso, portando in giro la sua consapevolezza di uomo e di artista che non molla e non si ferma, perché la voglia di affermazione non è ancora domata!

© Foto di Paolo Stucchi

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