04/19/2024
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Ieri Tom Hooker

oggi un grande artista-fotografo 

Oggi si presenta con il nome di Thomas Barbey e ieri era conosciuto con il nome di Tom Hooker. Negli anni ’80, faceva il cantante, prestando anche la voce a Den Harrow, e il produttore. Oggi è sposato con Suzanne, vive a Las Vegas ed è un apprezzato artista-fotografo

di Silvia Giansanti

 

Avendo vissuto in pieno un’epoca speciale come quella degli anni ’80, spesso ci viene voglia di andare a scovare personaggi che, attraverso la loro musica, hanno caratterizzato le nostre giornate e hanno scalato le classifiche, pregne di artisti davvero originali. Uno di questi è stato Tom Hooker, fautore di successi come “Looking for Love”, “Atlantis help me” e “Feeling Okay”. Una curiosità che ha caratterizzato la sua carriera è stata quella di aver prestato la voce a Den Harrow, che vendette milioni di dischi in tutta Europa senza cantare realmente. Oggi Tom è un apprezzato artista che espone con successo in gallerie di molti Paesi. Ha un sacco di cose interessanti da raccontarci in esclusiva.

Ben ritrovato Tom! Come mai hai cambiato il tuo nome che era già un nome d’arte?

“A dire il vero non sapevo che sarei stato un artista-fotografo di successo in America. Ho cambiato nome perché mia moglie non voleva diventare la signora Hooker, che in inglese vuole dire letteralmente’agganciatrice’. Il problema è che oggi fin dal 1970 si usa chiamare le puttane col termine di ‘agganciatrice’, dopo il successo del libro di Xaviera Hollander. Il libro si chiamava ‘L’agganciatrice felice’, in inglese: ‘The Happy Hooker’. Dopo il successo di quel libro, la gente non usa più il termine ‘whore’ ma questo. Mia madre ha perfino fatto le pratiche di cambiamento di nome prima per mia sorella e poi per i suoi figli. Ho preso il documento con il nome di Thomas Hooker Barbey e dopo sono diventato un artista in America usando quel nome”.

Qual è il ricordo più bello degli anni ’80 che ti porti nel cuore?

“C’e una canzone degli Dire Straits che spiega tutto. Si intitola ‘Money for nothing and the chicks for free’. Tradotto sarebbe: ti fai pagare per fare niente e le donne sono gratis!”.

E’ vera la storia secondo la quale avresti prestato la voce a Den Harrow?

“Den Harrow era un progetto di Miki Chieregato e Roberto Turatti. Den Harrow era solo un’immagine che non sapeva cantare. Sono autore di tutti i maggiori successi e anche il cantante di quelle canzoni. Tutt’ora, più 25 anni dopo, Den fa ancora le serate in giro con la mia voce sulle basi e non mi ha mai dato un soldo per quello. Anzi, mi sputtana appena può negli articoli sui giornali. Ha paura di me perché ho deciso di dirlo pubblicamente sulla rete grazie a Facebook, scatenando tante polemiche e tanto odio da parte dei suoi fan”.

Secondo te fino a quando continuerà a funzionare la musica di quel periodo d’oro?

“E’ stato un bel periodo musicalmente parlando, che però è stato distrutto con il movimento grunge degli anni ’90. Era un periodo con delle super produzioni ed è diventato più asciutto e più vuoto come sound negli anni a venire”.

Quante cose sono cambiate dall’epoca per te?

“Immaginavo nel 2000 che le macchine sarebbero state volanti tra i grattacieli. Invece la rete e i cellulari sono stati quelli che hanno cambiato tutto. La musica è gratis sulla rete ed è difficile fare delle grosse produzioni musicali perché non c’è più il business di prima. Si vendevano milioni di copie e oggi sono veramente pochi artisti a farlo”.

Ti trovi bene oggi a vivere a Las Vegas?

“Ho trovato il posto ideale per me e la mia famiglia. C’e tutto e di più, vicinissimo e senza traffico. Ho vissuto per 8 anni a Los Angeles che è invece incasinato, caro, grandissimo e sovrappopolato. Ho venduto a caro prezzo la mia casa più piccola e ho comprato una casa enorme a pochi soldi. Pago meno tasse, i parcheggi sono gratis, gli spettacoli sono bellissimi e numerosi, ci sono parchi e una quindicina di campi da golf. La gente pensa sempre alla California e a New York, ma il segreto è vivere a Las Vegas. E’ tutto bello, nuovo, organizzato e comodo. E’ il nuovo mondo nel nuovo mondo”.

Sei tentato dal gioco?

“Per niente. Non ho mai partecipato ai giochi di azzardo in vita mia. Il mio lavoro di artista e già un gioco”.

Parlaci allora della tua nuova attività.

“Sono un artista-fotografo col nome di Thomas Barbey. Alzo più di un milione di dollari all’anno e sono già nella collezione permanente di quattro musei. Basta fare un ricerca sulla rete col mio nome e ci sono più di 100.000 link”.

Quando hai scoperto di avere questo tipo di doti?

“Sono sempre stato un artista. Da ragazzino facevo i disegni per i manifesti del mio complesso quando suonavo la batteria. Sono stato un batterista professionista, poi un cantante professionista e ora un artista visivo. Non ho mai avuto un lavoro regolare. Ho scoperto che avevo queste doti quando la gente tirava la loro carta di credito per comprare le mie opere. Non avrei mai immaginato di potere vendere così tanto, ma l’ho capito abbastanza in fretta e non ho più smesso. Le mie vendite sono sempre andate in crescendo finora, non so come andrà a finire, ma immagino che dopo la morte le mie foto costeranno di più… Di solito, funziona così”.

Cosa ti interessa dell’attuale panorama musicale?

“Un po’ di tutto. Faccio prima a dire quello che non ascolto mai. Il country, l’ heavy metal e il rap”.

Cos’ha di magico tua moglie rispetto alle altre donne?

“Mia moglie è una perla rara ed è unica al mondo. Per lei ho lasciato l’Italia, la fama e tutte le altre eventuali donne. Ci ho rimesso un sacco di soldi e di lavoro ma ne è valsa davvero la pena. Non potevo sapere che dopo pochi anni mi sarebbe andata bene in America. Ho ricominciato da capo e lei mi dà una mano nel lato commerciale del mio lavoro. E’ la mia migliore amica e siamo inseparabili. La cosa più importante è che è veramente sana di mente e non è insicura come tante altre donne. Non cerca mai l’attenzione degli altri uomini, non le interessa. Non mi ha mai imbarazzato davanti ai miei amici e dice sempre le cose giuste. L’amore poi è una cosa magica che è difficile spiegare. Da vent’anni sono innamorato pazzo di lei”.

 

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Stefano Rava
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