04/25/2024
HomeArticoliMarco Basile

Marco Basile

“Vorrei essere Diabolik”

Nella vita di tutti i giorni è un “buono estremo” ma nella serie “Ris Roma 3” interpreta il ruolo del cattivo. La sua carriera di attore lo ha visto presente in varie fiction a partire dal 1998 e qualche anno più tardi anche nel cinema

di Fabiola Di Giov Angelo

Attore di teatro, cinema e televisione, Marco Basile in questo momento è il cattivo nella serie “Ris Roma 3 – Delitti imperfetti”, un ruolo che sembra essergli congeniale, anche se nella vita, come lui stesso dichiara, è “un buono estremo”. E a parlare con lui ci si convince che sia proprio così, per quello che fa e per come lo fa, in maniera sincera e generosa. Ama la verità a tutti costi e la preferisce ad una dolce bugia, non si chiude a nessuna esperienza ed è sempre pronto a mettersi in gioco. Ed ha un ruolo che gli piacerebbe interpretare: Diabolik.

Nella serie “Ris Roma 3 -Delitti imperfetti” sei Mario Pugliese il capo della banda del Lupo. Ci descrivi il tuo ruolo?

“Il Lupo è un incallito criminale, assetato di vendetta. Ha una questione aperta con i Carabinieri del Ris, dai quali è inseguito fin dalla serie precedente, ma invece di realizzare quanto le sue azioni siano criminose, persiste facendone una questione di principio tra lui e i Ris. E’ un personaggio ostinato e astioso, diabolico, ma anche molto carismatico”.

Che effetto ti fa interpretare il ruolo di un criminale?

“Mi diverte, perché so che è una finzione. Tecnicamente interpretare un cattivo di questa portata è abbastanza difficile, ma artisticamente è molto stimolante”.

Tu come sei nella realtà?

“Un buono estremo. Ho un carattere forse un po’ spigoloso perchè essendo stato educato all’onestà e alla serietà non amo le chiacchiere e il fumo negli occhi. Preferisco sempre e comunque una cruda verità ad un dolce bugia”.

Sei sempre sincero quindi…

“Sì sempre, soprattutto oggi che ho 38 anni e sono padre di famiglia. Ho insegnato anche a mio figlio a non dire bugie e ad avere rispetto delle persone e delle cose. Ovviamente è sempre un bambino di 4 anni”.

Insomma la verità innanzitutto. Questo vale sia nella tua vita professionale che nei rapporti personali?

“Non mi piace essere preso in giro e non sarei mai in grado di farlo. Non sopporto la classica frase ‘adesso vediamo’. Nella vita penso che abbiamo il dovere di essere sinceri, concreti e coerenti”.

Sei molto impegnato anche nel sociale. Sei stato promotore e protagonista di ‘Abbattiamo il muro’, testimonial del calendario benefico in favore dei Bambini Farfalla. Perché lo fai?

“Credo che sia abbastanza normale, anche perché se anch’io mi trovassi in quella stessa situazione avrei bisogno dell’aiuto degli altri. Lo faccio perché mi fa piacere e mi viene abbastanza naturale. E poi dalle persone che soffrono si può solo imparare. Tra l’altro proprio per ‘Abbattiamo il muro’ ho avuto il piacere di coinvolgere alcuni amici del mondo dello spettacolo che alla fine mi hanno ringraziato e hanno apprezzato il tempo passato insieme, tra gioco e divertimento, e aiutando gli altri. Io stesso mi sono avvicinato all’Anffas grazie ad un amico, l’attore Cesare Bocci, e ho conosciuto un mondo meraviglioso che mi ha dato tanto”.

Passiamo ad un argomento più leggero. Che esperienza è stata partecipare al reality “La fattoria”?

“E’ stata soprattutto un’esperienza. Nella vita non mi va di precludermi niente, a meno che non si tratti di qualcosa di nocivo o pericoloso. E poi ero curioso di verificare se si trattava di finzione o realtà”.

E cosa hai scoperto?

“Che è proprio tutto vero. E’ ovvio che c’è un po’ di spettacolarizzazione da parte degli autori, per esempio è stata creata ad arte la storia tra me e Giulia Montanarini. Ma tutto il resto è vero. Mi sono trovato in condizioni di vita difficili, con pochissimo da mangiare e a condividere spazi e tempo con perfetti sconosciuti”.

Non trovi che la partecipazione ad un reality possa anche un’arma a doppio taglio dal punto di vista dell’immagine? 

“Quando ho accettato non conoscevo le dinamiche televisive e non sono stato a fare calcoli. In genere agisco spontaneamente e vivo le esperienze così come vengono, senza seguire copioni e cercando di essere sempre me stesso. Comunque sono fiero della mia partecipazione a ‘La Fattoria’”.

Quale è l’attore che più ammiri?

“Mi piacciono Tom Hanks, Al Pacino, Robert De Niro e mi sto formando sulle loro carriere, ma voglio essere soprattutto me stesso”.

Che ruolo che vorresti interpretare prima o poi?

“Mi piacerebbe essere Diabolik. E’ un personaggio stupendo e affascinante.”

Foto di Marco Giraldi.

 

Condividi Su:
Susy Grossi
Laura Weissbecker

redazione@gpmagazine.it

Valuta Questo Articolo
NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO