07/27/2024
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Martina Arduino e Marco Agostino: bellissima coppia nella vita e nella danza

Sono Prima Ballerina e Solista al Teatro Alla Scala di Milano, due autentici talenti che rappresentano il vanto della danza italiana nel mondo.

Un’intervista insolita questo mese. Con noi Martina Arduino e Marco Agostino, ballerini del Teatro Alla Scala di Milano.
Grazie di essere con noi. Raccontateci i vostri inizi con il Teatro Alla Scala…
Martina: “Ho iniziato i miei studi a Torino, in una piccola scuola privata per poi trasferirmi a Milano perché ero stata presa al primo corso della scuola di ballo del Teatro Alla Scala, dove mi sono formata, e dopo otto anni in seguito al diploma, sono entrata subito nella compagnia del Teatro stesso.  Fin da subito mi hanno assegnato dei ruoli solistici per poi debuttare anche in ruoli principali come Odette/Odile e Giulietta e nel 2018, all’età di 21 anni, sono stata promossa come prima ballerina”.
Marco: “Anch’io sono di Torino e ho iniziato con hip pop per poi, sotto consiglio della mia ex insegnante, iniziare i corsi di danza classica per migliorare la postura e il portamento. Dopo un anno ho capito che era quello che volevo fare, adoravo allenarmi sui salti e le combinazioni più articolate. All’eta di 16 anni sono entrato nell’accademia del teatro alla Scala e in seguito al Diploma sono entrato a far parte del corpo di ballo del Teatro”. 
Siete rispettivamente Prima Ballerina e Solista di uno dei maggiori teatri per importanza nel mondo. Quale responsabilità sentite?
Martina: “Tutt’oggi ricopro questa carica con grande felicità, gratitudine e rispetto. Da quando sono prima ballerina non ho cambiato il mio approccio al lavoro ma si sono aggiunte più responsabilità. Inoltre mi sento un esempio per la compagnia e quindi sicuramente ho ancora più rispetto e dedizione per quest’arte”. 
Marco: “Sono stato promosso sul palcoscenico al termine dello spettacolo in cui ricoprivo il ruolo di De Greux in ‘L’ histoire de Manon’. È stata un’emozione unica perché ero felice e soddisfatto dello spettacolo e all’epoca il mio direttore mi ha presentato come il nuovo solista davanti a tutta la compagnia. Ho provato gratitudine e gioia. Subito dopo ho realizzato la responsabilità che mi aveva dato da quel giorno in avanti e ho cercato di non deluderlo ma soprattutto di dare sempre il meglio di me”. 
Quale ruolo amate e perché?
Martina: “Ho sempre amato danzare Odile, il cigno nero perché adoro il mix di tecnica ed artisticità che c’è in questo ruolo: sensualità e allo stesso potenza. Insieme a Marco mi sono innamorata del ruolo di Kitri per il lavoro fatto insieme e il feeling che abbiamo nel balletto Don Chisciotte”. 
Marco: “Sono affezionato al ruolo di Onegin perché è stato un ruolo che ho danzato appena entrato in compagnia ma che poi ho maturato e danzato con più esperienza anni dopo”. 
Siete colleghi di lavoro ma anche coppia nella vita. Come conciliate il vostro lavoro con la sfera privata?
Martina: “Spesso quando dobbiamo affrontare dei passi a due insieme, da un punto di vista è più semplice perché abbiamo una visione del lavoro molto simile, amiamo entrambi stare molto tempo in sala per migliorare e curare i dettagli, ma dall’altra parte abbiamo più confidenza e questo a volte comporta qualche litigata inutile incolpandoci a vicenda se non è andato bene un passo o una presa. Quando non danziamo nello stesso balletto, a me piace guardare Marco e se ha bisogno lo aiuto per migliorare le braccia e lui viceversa mi aiuta nelle sequenze dei salti. Ci siamo conosciuti sulla scena e innamorati fuori e per questo amo condividere tutto il mondo che c’è fuori dall’ambito del lavoro”. 
Marco: “Ho sempre ammirato Martina come ballerina e artista ma mi sono innamorato di Martina come persona, per questo quando finiamo di lavorare ci piace svagarci e divertirci. Abbiamo un buon feeling in sala e soprattutto in scena, sento che lei si fida di me e questa è la nostra forza”. 
E chi cucina di più dei due?
Martina: “Ammetto che io non sono molto brava a cucinare… so fare bene solo i pancake!
Perciò cucina prevalentemente lui”.
Marco: “Spesso cucino io le verdure per Martina la sera ma lei mi prepara la colazione ogni mattina da vera chef”. 
La vostra Giselle alla Scala con la grande e mitica Carla Fracci. I vostri ricordi e sensazioni di quella esperienza?
Martina: “È’ stato un grande dono per me. Giselle è sempre stato il mio sogno fin da piccola, e aver avuto l’occasione di ricevere i consigli più preziosi e speciali da Carla Fracci è stato come vivere quel sogno da sempre desiderato. Lei dopo 84 anni era ancora Giselle negli occhi e nell’anima. E’ stato un’onore per me perché oltre all’ammirazione verso di lei, mi porterò nel cuore tutti i suoi insegnamenti. Non scorderò mai i suoi occhi e l’importanza del pensiero per rendere tutto vero e naturale”.
Marco: “E’ stata davvero un’esperienza incredibile, ricordo che durante la prima prova in sala del primo atto ero rimasto stupefatto perché lei sapeva ad ogni nota musicale cosa facevano tutti i personaggi e ci chiedeva di far funzionare i personaggi in relazione tra loro in ogni momento anche quei momenti in cui l’attenzione era solo su uno di loro, perché così sarebbe stata vera e reale la scena, e che ogni personaggio assume un’identità in relazione agli altri. Mi ha fatto subito sentire parte di uno spettacolo vivente e nuovo ogni volta”.
Siete tra i premiati del prestigioso Premio “Lo Schiaccianoci D’Oro” che avete ricevuto al Castello dei Borgia a Nepi il 3 luglio. Cosa significa per voi?
Martina: “Siamo davvero felici e grati per aver ricevuto questo premio che per me rappresenta in momento così delicato, una grande spinta per la nostra arte. Per continuare a tramandarla e a viverla, regalando emozioni e ricevendone altrettante”. 
Marco: “Un premio ha sempre un grande significato e importanza per ogni artista, per me questo premio mi ha dato grande felicità e significa continuare a dare valore a quello che faccio”. 
Cos’e la danza per voi?
Martina: “Per me la danza è la mia vita perché mi rende libera e allo stesso tempo forte, ma soprattutto mi da soddisfazione raggiungere degli obbiettivi e lavorare per migliorare delle difficoltà. Sono cresciuta con questa passione che è diventata sempre più chiara. In scena mi sento al posto giusto, sto bene e quando finisco uno spettacolo ho nel cuore delle sensazioni ed emozioni uniche che solo la danza mi da. Ho anche grande rispetto e dedizione per questa arte e quando sono in sala balla tutto il resto si ferma ci sono solo io e la mia danza”. 
Marco: “La danza per me è il modo di conoscere e di esprimere me stesso. Attraverso lo studio delle forme e delle regole trovo la mia personale libertà espressiva”. 

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