07/27/2024
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Matteo Achilli: Il ragazzo “self made”

La storia che diventa un film

di Alessio Certosa

La sua è la generazione macchiata dal 40 per cento di disoccupazione. Una generazione di ragazzi senza prospettive e con un futuro nebuloso. Lui, Matteo Achilli, ha capito, giovanissimo, che bisognava inventarsi qualcosa. E così al Liceo si mette in testa di creare un progetto senza grosse pretese al fine di mettere in contatto le aziende con chi cerca lavoro. Una piattaforma informatica che mettesse ordine tra la domanda e l’offerta puntando sul merito. Una sfida affascinante, messa in piedi senza grandi risorse finanziarie. Solo 10 mila euro prestati dalla sua famiglia, in un momento difficile dopo che suo papà aveva perso il lavoro. Tanto di cappello!  Nasce così Egomnia, una start up che ha subito fatto parlare di sé, catturando l’attenzione dei media, addirittura della BBC all’interno del documentario “The Next Billionaires”. Un settimanale italiano lo ha definito nientepocodimenoche lo “Zuckerberg italiano”. Un titolo ad effetto, di quelli che a livello giornalistico se ne fanno tanti per richiamare l’attenzione, ma che rappresenta comunque una bella iniezione di fiducia. L’obiettivo di Egomnia è diventare una vera e propria azienda di altissimo livello capace di funzionare alacremente per come l’ha pensata e creata Matteo. Ovviamente ci vuole tutto il tempo di cui ha bisogno una start up, soprattutto se nasce in un Paese come l’Italia, dove fare impresa dal nulla è maledettamente complicato. E dove si investe pochissimo sulle idee. Ma il bello doveva ancora venire. La vita, i sogni e le ambizioni di Matteo Achilli, infatti, sono diventati anche un film. Il mese scorso è uscito al cinema, per la regia di un grande come Alessandro D’Alatri, il film “The Startup”, interpretato da attori giovani e bravi come Andrea Arcangeli (a cui è stato affidato il ruolo di Matteo), Matilde Gioli e Paola Calliari. Un film che racconta i sacrifici, la determinazione e la voglia di arrivare di un ragazzo che non voleva stare con le mani in mano. Matteo Achilli, appunto.

Matteo, parlaci di te, in modo che tu possa presentarti ai nostri lettori.

“Sono un giovane imprenditore classe 1992 che nel 2012 ha fondato Egomnia, un’azienda informatica che opera nel settore delle risorse umane. Il suo prodotto più famoso è la piattaforma Egomnia.com che aiuta le persone a mettersi in contatto con le aziende”.

Iniziamo da un qualcosa di roboante: nel 2012 Panorama Economy ti definisce lo Zuckerberg italiano. Esagerazione giornalistica o un complimento meritato?

“È un titolo che serve a far vendere i giornali. Io non sono Zuckerberg. Egomnia non è Facebook. L’Italia non è gli Stati Uniti d’America. Entrambi però abbiamo un film sulla nostra vita”.

Sei l’esempio che i sogni, le idee e la determinazione portano a qualcosa. Tu come hai coltivato i tuoi sogni per portarli alla loro realizzazione?

“Ho ricevuto molte delusioni e ho percepito la mancanza di meritocrazia. Così ho investito le mie energie per realizzare una piattaforma che promuovesse il merito. Piano piano sto realizzando i miei sogni, con molte difficoltà e con molti sacrifici”.

Egomnia è la start up più discussa – in bene e in male – degli ultimi anni. E’ la tua creatura, ce ne puoi parlare?

“Egomnia permette di semplificare il processo di selezione di un’azienda. Crescerà molto. Le grandi aziende ricevono decine di migliaia di curricula ogni anno e diventa fondamentale un sistema che crei ordine. Il valore di Egomnia non è stato compreso in Italia dalla community degli startupper, ma a me poco importa. Non sono loro né i miei consumatori e né i miei clienti”.

Come funziona Egomnia?

“Basta iscriversi alla piattaforma Egomnia.com, inserire il proprio curriculum vitae in maniera guidata e si ottiene un punteggio. Poi ci si può candidare agli annunci di lavoro o seguire le aziende che più interessano manifestando il proprio interesse per lavorare in quelle organizzazioni”.

Dall’ “incubatrice” ad oggi, come è avvenuta la nascita e come è stata alimentata e cresciuta la tua start up? 

“Egomnia è nata con un investimento familiare di 10 mila euro. Poi è cresciuta da sola ed ora si è strutturata. È questo il bello della mia storia, nessuno mi ha aiutato se non la mia famiglia, una vera Istituzione di questo Paese”.

Parlare di Matteo Achilli e di Egomnia è come aprire una porta al futuro. Come vedi il futuro della digitalizzazione?

“Tra un po’ il mercato che gira intorno agli smartphone sarà saturo e vincerà il genio in grado di inventarsi una nuova tecnologia hardware e software su cui poter navigare in Internet, che sostituirà lo smartphone”.

Che consiglio daresti ad un giovane che ha tante buone idee per avviare una start up?

“Di concentrarsi su quella migliore e di realizzarla!”.

Da “startupper” ad imprenditore: è andato tutto come ti aspettavi?

Non mi aspettavo niente di tutto questo. Egomnia è nata come progetto liceale con un piccolo budget e poche pretese. Ma ha avuto un boom di iscrizioni e l’interesse della stampa sin dal momento del lancio e da allora mia vita è cambiata e tutto sembra potersi avverare”.

La tua storia è stata raccontata in un libro e in un film. Ritieni che entrambi possano essere strumenti esaurienti per capire qualcosa in più su di te e su come hai costruito il tuo successo?

“Non penso. Penso che il messaggio del libro e del film “The Startup” sia l’attitudine e la forma mentis che viene utilizzata. È quello il messaggio che passa. Non pretendere, non chiedere, non lamentarsi ma rimboccarsi le maniche, fare, sbagliare, lavorare, sacrificare e non arrendersi”.

Spesso quando si raggiunge il successo, oltre ai tanti fans, c’è da fare i conti anche con qualche detrattore. Invidia o incapacità di accettare i successi degli altri?

“Frustrazione. Purtroppo ce n’è tanta”.

Su quali elementi, secondo te, si poggiano coloro che osteggiano il tuo successo o che cercano di sminuirlo?

“Ritengono che io abbia ottenuto tanta visibilità per la realtà che rappresento. Come dicevo prima, frustrazione. Io vado avanti per la mia strada e, come sto facendo, costruisco valore in Italia”.

Un messaggio da dedicare ai nostri lettori.

“Costruire è più nobile e difficile che distruggere. Cercate di costruire nella vita e circondatevi di persone in gamba. L’Italia ha bisogno di persone così”.

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