07/27/2024
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Melania Dalla Costa: “Dipendere da qualcuno che ami non è amore ma dipendenza”

Inizia a respirare l’arte sin da piccola grazie ai suoi genitori e più in là scopre di voler fare l’attrice. Melania Dalla Costa si fa notare subito al pubblico in tv in “Un posto al sole” e  “Immaturi” e al cinema con il film “Stato di ebbrezza”. Da lì una grande ascesa che la rende protagonista anche di progetti internazionali.

di Roberto Puntato

Tra le sue passioni non mancano lo sport, la musica, la pittura e la recitazione. Al 76° Festival di Venezia è stata protagonista del corto “I sogni sospesi” diretto da Manuela Tempesta. Al centro una tematica importante, la violenza sulle donne.

Melania, si parla ancora oggi di violenza sulle donne perché considerate oggetto del desiderio.

“Ho pensato di affrontare il tema della violenza sulle donne perché è un problema che dobbiamo tenere ben presente ed è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica in quanto c’è poca attenzione verso la donna e verso i più deboli. Quella odierna è una società molto superficiale, quindi volevo ricordare che ci sono persone che soffrono e che al di là della violenza fisica c’è anche quella psicologica che magari è più presente nella quotidianità e più pesante da sopportare. ‘I Sogni sospesi’ è stato creato per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo. Fortunatamente sono nate varie associazioni di sostegno alle donne vittime di violenza e sono state approvate importanti leggi ma c’è ancora molto da fare”.

Nel corto “I sogni sospesi” interpreti Marlėne. Chi è questa donna?

“Il mio personaggio è molto fisico e allo stesso tempo molto spirituale: un essere poetico! Marlène è una bellissima e inquieta artista francese che esprime il suo talento creativo dipingendo, con il corpo nudo, una tela bianca appesa in un casolare. Lei e sua sorella sono fuggite e si nascondono in un mulino in mezzo alla campagna, il loro passato è segnato da un terribile segreto. Una mattina, la verità viene alla luce: Marlène è stata vittima di una brutale violenza fisica perpetrata dal suo più grande amore ed è riuscita a salvarsi solo grazie all’aiuto di Sophie, che ha colpito l’uomo alle spalle. Nonostante la fuga, però, Marlène ha iniziato a star male, il ‘buio l’ha raggiunta’ e ha tentato il suicidio nelle acque di un fiume. Anche in questo caso, l’aiuto di Sophie e il suo supporto è stato fondamentale per ricominciare a vivere. Marlène è una farfalla con le ali spezzate, che impara a camminare”.

E’ stata una scelta lavorare anche all’estero o è una critica nei confronti della crisi della settima arte?

“Vorrei lavorare e rapportarmi con i più bravi artisti a livello tecnico e artistico del panorama cinematografico mondiale, quindi ho scelto di oltrepassare i confini italiani per competere ed imparare da tutti e non limitarmi all’Italia. Non vedo crisi, cambiano i gusti. Le persone vanno al cinema per vedere essere umani che vivono realmente, osano e non hanno limitazioni come la società odierna. Abbiamo bisogno del cinema. Oggi ci sono tante serie di qualità anche online, ma il fascino della sala è imbattibile”.

Leggevo in qualche tua intervista “Mi definirei indipendente e non voglio dipendere da qualcuno. Amo il maschio che c’è in me”. Come se volessi dire “vorrei sposare me stessa”?. 

“Non è la giusta interpretazione. Dipendere da qualcuno che ami, non è amore, ma appunto una dipendenza. Le dipendenze sono malsane.  Amo il maschio che è in me perché mi regala la grinta, il coraggio e la forza di superare ogni cosa. Ho imparato ad amare me stessa perché ho superato tante cose, sono la nipote di un pastore, vivevo in un paesino di 1600 abitanti dove non c’è nemmeno uno stop. Per me era già un sogno vivere in una città”.

Canti, dipingi, reciti e fai molto sport. Non ti fermi mai.

“Essere attiva e presente mi rende viva. Mio padre, ex pittore e fotografo italo-francese, faceva mille cose, avrò preso da lui. Sono cresciuta in un ambiente artistico anche in sala da pranzo, vedendo mio padre che dipingeva e ogni tanto schizzava del colore nella pasta mentre si mangiava. Mio padre scriveva anche tante poesie, ho sempre respirato l’arte sin da bambina”.

Sogni Hollywood?

“Il mondo di Hollywood lo guardo e lo osservo da lontano, ma lo bramo. Un atleta lotta con sacrificio, lealtà, impegno, coraggio e costanza per  raggiungere il maggior risultato. Questo è il mio modo di vivere, sono cresciuta così e non mi fermerò finché non si fermerà il mio respiro”.

I tuoi prossimi progetti?

“Film internazionali, ma purtroppo non posso svelare altro”.

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