Monica Vallero
Il sogno americano
Da Treviso a New York, la storia e i sogni di una modella e attrice trevigiana
di Camilla Rubin
Nata e cresciuta a Treviso, trasferitasi a Milano e poi a Roma per studiare recitazione, comincia a fare i primi passi come modella, per poi cominciare con spettacoli teatrali e cortometraggi a Roma e in giro per l’Italia. Nel 2007 gira lo spot della Wind dove la vediamo protagonista accanto a Nino Frassica su Mediaset, con la regia di Marcello Cesena (quello di “Mai dire tv” ndr), per poi proseguire con altri lavori come attrice. Arrivano le fiction “Ho sposato uno sbirro 2”, dove recita accanto ad Antonio Catania e Flavio Insinna (Rai), e “Fratelli Benvenuti” (Mediaset), accanto a Gea Lionello e Massimo Boldi. Vince anche alcuni premi per i suoi lavori: miglior corto “In polvere” al concorso Moak; “Nella sua Mente” invece è stato selezionato e premiato a molti festival italiani ed europei, corto che parla della denuncia e rivalsa violenza sulle donne. La conosciamo anche per aver collaborato con “le Iene”, insieme ad Andrea Agresti. Ha lavorato anche con Renzo Martinelli, noto regista italiano. Una volta trasferitasi in America, per imparare la lingua e diventare così un attrice internazionale, la sua carriera non si è fermata, anzi. Ha ottenuto un crescendo di successi. La vedremo ben presto come protagonista in “Sloth”, un film sui 7 peccati capitali e in tanti altri progetti, tra cui una celebre webseries e altri progetti inerenti cinema e teatro.
Monica Vallero, attrice in italiana di successo che vola in America per coronare il suo sogno di diventare una star internazionale… Come inizia il tuo percorso?
“Tutto comincia con la mia passione per la recitazione e dello stare sul set, da lì ho mosso i primi passi ma mi sono resa subito conto che non mi bastava, non mi accontentavo di lavorare solo nel mio Paese”.
Qui in Italia sei stata protagonista di serie famose come “Ho sposato uno sbirro 2” e “Fratelli benvenuti”. Che differenze hai trovato rispetto alle produzioni americane?
“La mia esperienza americana nel film per il cinema ‘Sloth’ è stata fantastica ma anche estremamente stressante. E’ innegabile che lo stare accanto agli attori americani evidenzia come il livello sia nettamente diverso, è più profondo, anche se i tempi sono molto più ristretti. Non c’è mai tempo per ‘riscaldarsi’ per la propria scena, i tempi sono serrati tanto che a volte capita anche di non averne nemmeno per conoscere la persona con la quale stai per girare. Devi essere pronta e basta”.
Se dovessi scegliere cinema a New York o cinema a Hollywood, quale sarebbe la tua preferenza e perché?
“Ho scelto la città di New York, che è in assoluto la città che offre maggiori possibilità. Ci sono le serie più conosciute e amate ma anche le produzioni di film indipendenti e una straniera come me ha più possibilità di farsi vedere. Il melting pot, il ‘miscuglio di nazionalità’, ma anche di ceti sociali, culture e personalità, permette di avere la propria occasione. Hollywood è certamente il passo successivo, dopo aver lavorato per un po’di tempo a New York. Certo, ho anche amici attori italiani che sono andati direttamente a Los Angeles e lavorano già lì”.
Hai un motto o un portafortuna che utilizzi prima di un provino cinematografico?
“È un detto delle mie zone, un po’colorito: ‘Papi e re cagan tutti come me’. Ho visto un film una volta, al Festival del cinema di Venezia, non ricordo il titolo, ma ricordo che il protagonista era timidissimo ed ansioso e si bloccava a parlare di fronte alle persone. Nel film il protagonista va anche da un terapista che gli consiglia di immaginare il suo interlocutore o più persone sedute sul wc. E questo l’ha guarito. Ecco, io cerco di fare più o meno lo stesso”.
Tu hai un feeling particolare con gli Stati Uniti. Da dove nasce questa voglia di fare il grande salto dall’Italia alla Grande Mela?
“Sono partita con l’idea di fare una vacanza, per cercare prima di capire come fosse qui l’ambiente, la vita, il lavoro.. Poi, passavano i giorni e le settimane e mi sono resa conto che ero stata catturata da questo mondo e non volevo tornare indietro, quantomeno non prima di aver vissuto davvero la mia esperienza qui. Non dico che non tornerei a vivere in Italia, anzi, mi manca la mia patria e la mia terra, ma sono conscia anche del fatto che ciò che desidero è realizzarmi nel lavoro e qui ho sentito che l’occasione c’era. E soprattutto, la possibilità di farmi conoscere a livello non solo ‘casalingo’ ma mondiale. E quale miglior posto dell’America, culla di tutti i prodotti più famosi, dal cinema alla televisione, dalle webseries al teatro? Certo, anche l’Europa sta realizzando numerosi film indipendenti – penso a paesi come la Francia, la Norvegia – ma volevo viere anche io il mio sogno americano”.
So che ci sono due progetti in corso, una serie intitolata “In between man” e un grosso film. Quindi nessun pentimento di aver lasciato la tua carriera italiana per questa avventura?
“Decisamente no, sto lavorando molto, soprattutto sul mio accento, sul copione e sulla mia forma fisica per cercare di essere più ‘healthy’ possibile. Qui in America condurre uno stile di vita salutare è importante, niente Mc Donald’s o patatine fritte. Mi concedo solo la Nutella ogni tanto! I ricordi della mia terra restano ma questa esperienza mi ha cambiato non solo a livello professionale ma anche umano”.
Un ruolo che avresti voluto interpretare in un prossimo film?
“Giusto qualche settimana fa sono andata a vedere ‘Savages’ di Oliver Stone, un regista che amo molto, ecco forse avrei voluto poter interpretare quel ruolo di protagonista. Da piccola ho sempre desiderato interpretare Giovanna d’Arco”.
Sogni e realtà di una giovane attrice. Possiamo parlarne?
“I sogni sono tanti, su tutti quello di poter lavorare ad alti livelli con attori e registi che stimo. La realtà è che so che non è un cammino facile, devo lavorare tanto e soprattutto farmi conoscere pian pano, facendomi accettare come ‘non americana’. Molte persone mi dicono che è quasi impossibile se non sei nato nella famiglia ‘giusta’ o se non hai le conoscenze giuste, ma sono fermamente convinta che la verità stia nel mezzo. Volere è potere e anche se a volte serve avere fortuna, credo anche di essere io quella che può far avverare i miei sogni, con determinazione, tanto lavoro e fatica”.
Visto che oramai la tua vita è New York, ci vuoi raccontare la tua nuova città?
“Beh, ormai vivo qui da due anni e mezzo. All’inizio non è stato facile, non parlavo bene la lingua, riuscivo ad esprimermi solo con pochi vocaboli ma non mi sono persa d’animo, appena ho cominciato ad andare a scuola di inglese e di recitazione è diventato tutto più semplice e immediato. Non vi dico il mal di testa all’inizio, non riuscivo ad incamerare tutte le informazioni, non capivo nulla! Un aneddoto: il primo giorno che sono arrivata qui sono andata a Time Square, cercavo una farmacia, ho chiesto indicazioni con il mio inglese timido e alla fine mi hanno indicato un ‘Duane & Reade’. Entro e mi trovo in un supermercato. C’era cibo ovunque, grandi corsie piene di qualsiasi cosa… Dopo un giro ho visto una corsia con i farmaci. Ero spaesata, ma con il senno di poi mi rendo conto che è stato divertente. Un’altra cosa di cui non mi capacito è che qui a New York pochissime persone hanno la macchina, quantomeno non le persone sotto i 40 anni che vivono a Manhattan. Qui c’è la metropolitana che funziona benissimo e i taxi costano davvero poco”.
Faresti un saluto a tutti i nostri lettori?
“Un forte abbraccio a tutti i miei adorati italiani. Ci vediamo presto!”.