07/27/2024
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Rimi Beqiri

Ieri, oggi, domani

E’ un giovane attore nato in Albania, dove ha vissuto un’infanzia difficile e incerta. Ma lui non ha mollato ed oggi mostra fiero ciò che sta facendo, anche se la strada è ancora molto lunga…

di Alessandro Cerreoni

Rimi ha grande fantasia. Rimi sogna di diventare attore. Rimi ha undici anni e frequenta le scuole medie. In classe è uno spasso per tutti i suoi compagni, si diverte a “rifare” le scene viste nei film in tv la sera prima e si becca anche qualche ceffone dai professori. Rimi è un adolescente, dorme insieme ad altri stranieri nelle fabbriche abbandonate. E’ un clandestino minorenne. Rimi oggi è diventato grande e sta coronando il suo sogno. E’ un attore, ha frequentato scuole di recitazione importanti ed è pronto a spiccare il volo. Dalla sua ha tanta voglia di sfondare e quella “fame” tipica di chi ha sofferto in un Paese governato dalla dittatura. Per lui l’Albania era troppo stretta e frenava le sue ambizioni. Lì ha lasciato i suoi ricordi e il suo cuore, certo che un giorno lì si parlerà anche di lui. Signore e signori, a voi Rimi Beqiri, ovvero l’esempio di “credere e non mollare mai”.

Rimi, che persona sei?

“Mi ritengo una persona romantica e affettuosa. Amo la pace, la mia famiglia e i miei amici, e vorrei vivere in armonia con tutti gli esseri viventi di questa terra. A volte sono testardo, altre volte sono dolce, altre volte mi posso definire complicato… ma sostanzialmente ho un carattere tranquillo e pacifico”.

Cosa ricordi della tua prima fase di vita in Albania?

“Era caratterizzata dai problemi economici che sorgevano a casa e nel mio Paese. Non è stato facile, nel senso che i miei genitori lavoravano e faticavano per due soldi nelle cooperative di Stato, a causa di quel sistema politico dittatoriale che c’era. Ed io non mi potevo permettere di giocare sempre con i miei giocattoli, perché dovevo crescere e diventare grande in fretta. Poi, col passare del tempo, grazie al cambiamento del sistema politico e di vita in Albania, si sono aperte molte strade e cosi ho iniziato a sognare. Mi ricordo quando tornavo da scuola – avevo sugli 11-12 anni – mi mettevo davanti alla tv e mi perdevo a guardare i film di ogni genere. In quel periodo ricordo che guardavo anche la televisione Italiana, che mi ha aiutato ad imparare la vostra lingua”.

E’ stato difficile ambientarti in Italia?
“Nei primi anni sì, nel senso che mi confrontavo con un altra cultura, un’altra mentalità, un’altra lingua, un altro luogo. E poi avevo solo 16 anni quando sono arrivato in Italia e non conoscevo molte cose. Quando sono giunto qui ero un clandestino minorenne e mi sono trovato a vivere con tante altre persone straniere nelle fabbriche abbandonate, dove, per guadagnarti il letto per dormire, ogni sera dovevi lottare e dovevi dare spazio sempre ai più forti. A volte rischiavi anche di non dormire proprio”.

Quand’è che hai capito di avere la capacità di recitare?
“Erano gli anni in cui frequentavo le scuole medie. Guardavo i film in tv, ripetevo e imitavo gli attori. E il giorno dopo con il mio amico di banco facevamo divertire tutta la classe ‘rifacendo’ le scene del film visto la sera prima. I professori però si arrabbiavano e qualche volta mi davano anche qualche ceffone”.

Qual è stata la tua formazione?

“E’ partita da Firenze nel 2004  con un corso di recitazione presso la Scuola Internazionale di Cinema Indipendente. Poi sempre a Firenze, nell’anno successivo, ho frequentato un laboratorio teatrale al Teatro Tedavi98, per poi trasferirmi qui a Roma nel 2008, per frequentare la Scuola Internazionale di Teatro, un’accademia di recitazione, dove mi sono anche diplomato come attore e aiuto-regista”.

 Quali sono state le tue esperienze professionali più importanti?

“Sicuramente la partecipazione in vari film indipendenti importanti e numerosi cortometraggi prodotti dalla Scuola Nazionale di Cinema Indipendente di Firenze e la S.A.L.E.T Film. Poi ho avuto una partecipazione nella fiction ‘I Cesaroni 3’ ed infine ho preso parte a vari spettacoli teatrali”.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

 “Fare bene il mio mestiere e avere la fortuna di lavorare accanto a dei grandi  professionisti”.

Il tuo rapporto con il teatro?

 “Molto buono, mi piace tanto lo frequento e per il futuro ho tanti progetti che spero di realizzare presto”.

Vai spesso al cinema?

 “Sì, durante la settimana”.

L’attore, italiano o straniero, a cui va la tua particolare ammirazione e perché?

 “Ce ne sono tanti di bravissimi attori ma ho una particolare ammirazione per Robert De Niro. Un altro che stimo molto è Toni Servillo. Credo che in questi due grandi attori si possano trovare tante qualità artistiche e tecniche, fantasia e dedizione maniacale sulla parte fino a diventare tutt’uno con il personaggio interpretato”.

 Il regista da cui sogni di essere diretto?

 “Penso che essere diretto un giorno da Martin Scorzese o da Paolo Sorrentino sarebbe il massimo del massimo per me”.

Tirana, la tua città di nascita, ospita un importante festival del cinema. L’hai mai seguito?

 “Sì lo seguo continuamente, mi aggiorno sui vari film in concorso, sui personaggi e sugli ospiti internazionali e nazionali. E’ un festival che ogni anno sta facendo grossi passi in avanti”.

La tua terra ha dato i natali a diversi registi e attori. Puoi spiegarci il perché?

“Perché da noi c’è sempre stata e ci sarà sempre un’impronta artistica, che abbiamo ereditato dalla scuola russa”. 

So che hai fatto spot pubblicitari. Ce n’è qualcuno di importante che merita di essere citato?

 “In particolare quello riguardante la campagna per la non violenza negli stadi. Credo che abbia dato un buon messaggio educativo ai tifosi”.

 

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Laura Adriani
Federica Vincenti

redazione@gpmagazine.it

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