07/27/2024
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Savino Zaba

Dalla Puglia con furore

La Puglia, i cani e la Juve sono tra le sue passioni di vita. Savino Zaba è un personaggio cresciuto con la radio e che adesso ha deciso di misurarsi con la grande esperienza di “Uno Mattina” in tv. Ha scritto anche un libro intitolato “Beato a chi ti Puglia”, con la prefazione di Renzo Arbore

di Silvia Giansanti

La caparbietà tipica degli abitanti del Sud e la determinazione spinta da una forte passione per questo lavoro che ha sempre sognato, hanno aiutato Savino Zaba a costruirsi una carriera meritata e di tutto rispetto. Nato a Cerignola, in provincia di Foggia, il 25 luglio del 1971, Savino si destreggia abilmente tra radio, il suo primo amore, e la tv, che lo vede attualmente al timone quotidiano di “Uno Mattina – Storie Vere” in onda sull’ammiraglia Rai.

Savino, per quale grande occasione hai lasciato la Puglia, alla quale sei molto attaccato?

“Era esattamente maggio del 2000. Qualche settimana prima avevo inviato una classica demo al direttore artistico del noto network RDS, così sono stato chiamato per sostenere un provino. L’esito è stato positivo e quindi il mio sogno di lavorare in questo grande network si è avverato. Ho lasciato Radio Norba in Puglia e mi sono trasferito a Roma, per effettuare il grande salto di qualità”.

Cosa ti manca della tua amata terra?

“Fortunatamente alla prima occasione ci torno spesso. Mi mancano i luoghi, le immagini, la gente, i profumi, i sapori e i colori che hai dentro, è una cosa inspiegabile. Ho scritto anche un libro su questa terra. E’una parte di me, pur riconoscendone i limiti e i difetti”.

Hai lavorato per alcuni principali network radiofonici italiani e poi sei approdato in tv. Quanto ti è servito il mezzo radiofonico per arrivare alla tv?

“Sicuramente la radio è una grande palestra, è servita molto a quello che faccio attualmente. Il tempo, il ritmo, la velocità e la spontaneità sono elementi che solo la radio dà. Un altro strumento che adoro e che devo ringraziare è il teatro, però sicuramente il mezzo radiofonico conserva ancora quella freschezza, quella genuinità e quel ritmo unico”.

Perché chi fa la radio può fare più facilmente la televisione e non viceversa?

“Chi fa la radio tende ad avere una spiccata personalità e dei tempi diversi. La radio ha una grammatica tutta sua che va rispettata ed un conduttore radiofonico è più completo e più avvantaggiato per fare la tv. In quest’ultima aiuta molto l’immagine che può andare a coprire a volte un buco o un tentennamento di un conduttore tv, che ha dei tempi più lenti”.

Quale dei due mezzi ti affascina di più?

“Mi affascina la potenza della tv, ma spero di non lasciare mai la radio. Quest’anno spengo le mie 25 candeline radiofoniche e attualmente continuo a condurre il programma ‘Ottovolante’ su Radio Due”.

Svolgi un mestiere pieno di impegni dove in realtà non si termina mai nella giornata. Come riesci a far capire tutto questo alle persone dure di comprendonio che concepiscono il lavoro nella maniera tradizionale?

“Per fortuna sono circondato da persone che hanno subito afferrato il mio meccanismo diverso di lavoro rispetto agli altri. Faccio la radio, la televisione, il doppiaggio, il teatro e adesso sono impegnato con la promozione del libro. Avrei bisogno di giornate più lunghe, visto che arrivo a lavorare fino a 14 ore al giorno”.

Ti viene in mente un aneddoto radiofonico in tutti questi anni di carriera?

“Ricordo una volta quando intervistai Annalisa Minetti. E’ stata una mia gaffe che è rimasta nella storia, in quanto le chiesi se preferiva andare al cinema o dedicarsi alla lettura. Lei simpaticamente mi disse che le sarebbe piaciuto andare al cinema o leggere un libro, ma che la vedeva un po’ dura… A microfoni spenti ci chiarimmo e lei per fortuna non si offese. D’altronde quei due bellissimi occhi vivi ti ingannano e nulla ti farebbe pensare ad una non vedente”.

Fino a giugno sarai impegnato tutti i giorni con “Uno Mattina – Storie Vere”. Qual è finora il tema che ti ha colpito di più?

“Volere è potere perché questa cosa l’ho sentita molto mia. Ho sempre desiderato fare nella vita quello che sto facendo ora. Sono partito dalla provincia del Sud senza nessuno che mi aprisse le porte e con la mia caparbietà e la mia forza di volontà, sono riuscito a fare quello che sognavo”.

Come affronti questa grande responsabilità che ti è stata affidata?

“Con molta professionalità e serietà, perchè mi rendo conto che mamma Rai ha avuto il coraggio di affidare un programma storico che sveglia gli italiani a due nuove leve allevate in casa. Io provengo da Radio 2 e Giorgia Luzi viene dalla ‘Tv dei Ragazzi’. Una scommessa. All’inizio, ho sofferto nell’affrontare questa grande esperienza professionale, ma poi con il tempo sono diventato più sicuro. Il segreto del buon risultato è studiare bene il copione, informarsi continuamente, incuriosirsi e andare a letto presto”.

E se Niccolò il tuo bambino non ti facesse chiudere occhio?

“L’ha già fatto! Durante i primi mesi di vita svolgeva il suo buon lavoro da neonato e si svegliava a qualsiasi ora per fare le poppate. Il giorno dopo mi sembrava di impazzire, lavoravo tutto intronato. Adesso fortunatamente le cose si stanno regolarizzando, ha capito che anche lui deve contribuire al bilancio familiare”.

Oltre ai cani, cosa ti appassiona di più nella vita?

“Gli essere viventi, la natura, il nuoto e la Juve”.

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Roberto Ciotti
Barbara Saba

redazione@gpmagazine.it

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