04/30/2024
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Roberto Giordi

Evoluzione senza fine

“Con il mio nome” (Odd Times Records – Egea distribuzione) è il suo album d’esordio in vendita nei migliori negozi di dischi. Dopo un tour promozionale che lo ha portato nei piccoli teatri delle maggiori città italiane, tra le quali Roma e Torino, si prepara ai vari appuntamenti :

Ho incontrato Roberto Giordi al teatro Le Maschere di Trastevere in occasione della sua tappa romana e sono rimasto affascinato dalle sue canzoni raffinate e fuori da ogni logica commerciale che ricordano il meglio del cantautorato italiano e non mancano di originalità. Per questo motivo ho deciso di intervistare e farvi conoscere Roberto Giordi.
Roberto sul palco ti muovi come un professionista, quando hai iniziato a cantare ?
“Da bambino. Conoscevo tutte le sigle dei cartoni animati e le cantavo sempre ai miei compagni. Crescendo iniziai a riscuotere una certa popolarità durante le manifestazioni studentesche e le occupazioni ai tempi del liceo. E così decisi di cominciare a studiare. Comprai la mia prima chitarra con la quale buttavo giù melodie e nel frattempo prendevo lezioni di canto. Poi vennero i primi gruppi, le prime suonate nelle cantine e le prime esibizioni live”.
Da allora in poi sono seguite tante esperienze che ti hanno fatto crescere. Qual è stata la più importante?
“Sicuramente quella al CET di Mogol, dove ho frequentato un corso trimestrale che poi mi ha permesso di entrare a far parte di uno dei gruppi della scuola. Da quel momento si sono aperte nuove prospettive e ho iniziato a pensare alla musica come un lavoro. Tantissimi concerti in Italia e qualcuno in Europa. Un momento di crescita umana e professionale”.
Hai partecipato a festival o concorsi?
“Da ragazzino di concorsi ne ho fatti tanti. Andavano tutti male. Arrivavo sempre in semifinale e poi per un motivo o per un altro venivo bocciato.
Certo, continuo a farli e devo dire che ancora mi capita spesso di essere bocciato. Qualcuno però l’ho vinto e poi l’importante è partecipare per mettersi alla prova. Come diceva un mio conterraneo ‘gli esami non finiscono mai’.Tra gli ultimi ho vinto il premio Fabrizio de Andrè per il miglior testo e la rassegna musicale ‘Discanto’ di Pisa con il brano ‘Le tue mani’ ”.
Raccontaci un po’ dei tuoi gusti. Qual è il tuo genere musicale preferito? E i tuoi artisti di riferimento?
“Questa è una domanda che di solito mi imbarazza.”
Perché?
“Non ho un genere preferito. Mi piace la buona musica e questa nasce sempre dall’incontro e dalla fusione di culture e sonorità diverse. Credo che i generi musicali vengono generalmente creati dal pubblico che cerca un’identificazione in un mondo fatto di suoni e di parole riconoscendolo come parte di sé”.
Ma ci saranno degli artisti che preferisci rispetto ad altri?
“Beh, posso farti però alcuni nomi di artisti italiani e stranieri che apprezzo: Battiato, Paoli, De André, Battisti, Conte, Caetano Veloso, James Taylor, e tutti quelli che comunemente vengono definiti jazzisti”.
“Con il mio nome” è il tuo primo album. Ci racconti come è nato?
“L’album è nato dall’incontro con Alessandro Hellmann, l’autore di buona parte dei testi. È stato un vero lavoro di gruppo perché insieme a lui ho scritto quattro brani e gli altri compositori che hanno partecipato sono comunque, tutti, nostri amici. Il lavoro preliminare è durato un anno, poi ci siamo chiusi in studio per sette mesi e quindi è nato l’album, questo figlio di gruppo”.
In effetti leggendo il booklet vedo davvero tanti nomi. Tra i tanti spicca quello dei Solis String Quartet. Com’è capitata questa collaborazione?
“Per caso. Mentre si lavorava all’album loro collaboravano con Vincenzo De Martino, il mio arrangiatore. Io avevo già in mente una cover sudamericana, così abbiamo proposto loro di aiutarci ad arrangiare esclusivamente per archi ‘Vuelvo al Sur’ di Astor Piazzolla. Il risultato è quello che tutti possono ascoltare dal mio album”.
Il titolo dell’album “Con il mio nome” è quello della prima traccia e sembra una vera e propria dichiarazione di indipendenza da un certo mondo, o sbaglio?
“No, non sbagli affatto! E’ proprio una rivendicazione di indipendenza di ogni tipo di omologazione politica e commerciale. Poi il resto dell’album è molto più sentimentale, ma questa canzone doveva esserci”.
Come sta andando l’album?
“Bene, devo molto alla distribuzione Egea. Poi il pubblico che ho incontrato in occasione delle varie presentazioni da nord a sud è stato molto caloroso e questo dà veramente una grande energia”.
Qual è il tuo obiettivo come artista?
“Evolvermi e non ritrovarmi mai uguale a come ero. Un po’ come accade con la buona musica”.
Come e dove possono seguirti i nostri lettori?
“Sul mio sito ufficiale HYPERLINK “http://www.robertogiordi.it/”www.robertogiordi.it, sul mio myspace HYPERLINK “http://www.myspace.com/robertogiord”www.myspace.com/robertogiordi e ovviamente su facebook. Su queste pagine troveranno tutte le date dei miei concerti ai quali sarò lieto di incontrarli”.

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GP Magazine Settembr
Alessandro Borghese

redazione@gpmagazine.it

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