07/27/2024
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Marta Lock: La scrittrice dell’anima

La scrittura è un suo talento naturale. Ha dato alle stampe cinque libri e a marzo uscirà il suo nuovo romanzo “Dimenticando Santorini”

di Laura Gorini

Marta, qual è stato il percorso che ti ha portato a diventare scrittrice?

“E’ stata una strada lunga quella che mi ha fatta giungere alla scrittura, una strada fatta di scelte coraggiose seguendo quella voce interiore che mi ha indotta a lasciare la mia città natale all’età di ventotto anni, una città di provincia che mi calzava troppo stretta, perché la mia curiosità e il mio desiderio di misurarmi con me stessa mi spingevano ad andare oltre ciò che conoscevo, per scoprire un mondo che se non avessi fatto quella scelta non avrei mai scoperto. Ho vissuto due anni all’estero facendo animazione nei villaggi della Veratour, entrando in contatto non solo con turisti provenienti da ogni zona d’Italia ma anche con culture molto diverse, se non opposte, alla nostra; è stato un momento di crescita importantissimo quello perché mi ha permesso di mettermi in discussione, di capire quanta molteplicità c’è nel pensiero, nel modo di essere, negli usi e costumi di ogni luogo. Ho appreso il vero significato della parola empatia, il comprendere l’altro uscendo dal mio punto di vista e spostarmi verso il suo, senza giudizio, senza chiusura, senza preconcetto, semplicemente accettando la diversità come una realtà innegabile e non come un qualcosa da combattere o contro cui andare. Poi sono tornata in Italia, a Rimini, e infine a Milano. Quarant’anni di vita piena piena, di eventi, di luoghi, di persone conosciute, di esperienze assaporate e respirate, di emozioni vissute in pieno; tutto ciò probabilmente ha contribuito alla mia crescita interiore e a maturare l’impulso, fino a poco prima assolutamente inconsapevole, che nel 2010 è diventato irresistibile spinta a scrivere un libro. Da lì in poi si è aperta una diga di parole, sentimenti, emozioni, romanzi, aforismi, articoli, saggi che ormai mi rende incomprensibile come possa aver vissuto la mia vita precedente, senza questo canale energetico che mi rende completamente felice”.

Che cosa significa essere scrittori al giorno d’oggi?

“Essere scrittori oggi, almeno per il mio punto di vista che potrebbe essere diverso da quello di altri miei colleghi, significa stare al passo con i tempi, adeguarsi al linguaggio che le persone parlano abitualmente, ovviamente senza scivolare nelle volgarità o negli eccessi a tutti i costi, per riuscire a catturare la loro emotività senza che debbano azionare la razionalità, necessaria a comprendere un linguaggio più complicato e termini poco comuni, a scapito del coinvolgimento nella storia”.

Quando hai capito che questa era la tua strada?

“Ho semplicemente seguito l’impulso di mettermi a scrivere, dopodiché tutto è successo talmente tanto velocemente da non essermi quasi resa conto. O meglio, dal momento in cui ‘Notte Tunisina’, il primo romanzo, ha visto la sua stesura definitiva, ho capito immediatamente che quello era ciò che volevo fare, senza dubbi, senza perplessità, senza indecisioni, da quel momento ero una scrittrice e ho costruito, mattone dopo mattone, passo dopo passo, il mio personaggio”.

Che tipo di scrittrice pensi di essere?

“Sono un’autrice emozionale, scavo sempre nella psicologia dei personaggi, nel loro percorso di cambiamento che li porta a essere, alla fine del romanzo, molto più evoluti, maturi e consapevoli di quanto lo fossero all’inizio, questo perché sono sempre convinta che la vita sia questo, sia una continua palestra che ci porta a perfezionare la conoscenza di noi, di chi siamo, di cosa vogliamo e di dove scegliamo di andare. Amo la semplicità, sia di sentimenti che di esposizione, perché fermamente convinta che è solo attraverso di essa che si possa condurre per mano il lettore fino alle profondità più intense”.

Fino ad ora quali testi hai dato alle stampe?

“Il romanzo d’esordio, che attualmente non è disponibile in quanto in fase di ristampa, è ‘Notte Tunisina’, ambientato a Djerba, uno dei luoghi in cui ho lavorato, poi ‘Quell’anno a Cuba’, una bellissima storia solare di una donna che rinuncia a tutto per inseguire il suo sogno finché non scopre che può anche non rinunciare a niente, ‘Ritrovarsi a Parigi’, vincitore di tre premi letterari, una saga familiare in cui intrecciano razzismo, pregiudizi, risvolti psicologici, segreti di famiglia, la saggezza di un nonno che racconta se stesso alla nipote, ‘Miami Diaries’, vincitore di due premi letterari che racconta, per riallacciarmi a quanto detto poco fa, di come ci si possa rialzare dopo una caduta, tre amici che da ricchissimi devono rimboccarsi le maniche a seguito di un crac finanziario e contemporaneamente scoprono l’importanza di valori più profondi, e ‘La sabbia del Messico’, la rinascita di una donna dopo un trauma emotivo che l’ha segnata profondamente, la difficoltà di ritrovare la propria forza e la fiducia negli altri”.

Ora un saggio ma presto – se non erro- tornerai alla pubblicazione di un romanzo… Ce ne vuoi parlare?

“Molto volentieri. Il romanzo in uscita tra fine febbraio e i primi di marzo del 2017 si intitola ‘Dimenticando Santorini’, è una storia in cui il destino è molto forte, molto presente, a volte amico, a volte ostile e beffardo ma comunque qualcosa di inevitabile. Jade e Damian, si conoscono e si innamorano da adolescenti nella splendida isola greca ma la vita li costringe a separarsi… Il libro sarà pubblicato da Talos Edizioni, avrà la prestigiosa prefazione di Massimo Pedroni, autore radio-televisivo, scrittore, critico letterario ed ex consigliere del Teatro Argentino di Roma mentre la copertina, bellissima, è stata realizzata dalla bravissima pittrice Katia Malizia, anche lei di Roma. Il lancio nazionale avrà luogo il 15 marzo alle ore 18.30 alla Palazzina Liberty di Largo Marinai d’Italia a Milano, con il patrocinio della Comunità Ellenica di Milano per cui ringrazio la presidentessa Sofia Zafiropuolou per sostenere con grande entusiasmo me e il mio romanzo che parla della sua terra, paese di grande storia e di grandi filosofi”.

Tu sei anche molto legata al sociale. Ultimamente sei stata protagonista di un evento molto importante in tale direzione.

“Sì, la sera del 15 dicembre ho organizzato con la presidentessa del Lions Club di Milano Brera, una cena di beneficenza per raccogliere fondi in favore delle popolazioni colpite dai recenti sismi del Centro Italia. Sono nata a Terni perciò molte delle zone distrutte le conoscevo, fanno parte dei ricordi della mia infanzia – attraverso la mia raccolta di aforismi e quadri di pittori contemporanei emergenti, Pensieri per l’Arte. Il libro, i cui 10 euro a copia sono stati totalmente devoluti, era compreso nel costo totale della cena perciò i commensali si sono portati a casa una raccolta preziosa che associa arte figurativa ad arte scrittoria, un libro quasi magico da aprire a caso per ricevere la frase che si ha bisogno di leggere”.

E ora che cosa dobbiamo aspettarci da te?

“Sicuramente un nuovo tour in giro per l’Italia, alcuni progetti che, a causa dei moltissimi impegni ho dovuto riporre nel cassetto come quello del personaggio dei fumetti a cui tengo molto ma di cui non sono ancora riuscita a occuparmi come il mio impulso creativo voleva fare, poi il romanzo del 2018 già finito, ‘Gente di Rio’, e il nuovo che sto scrivendo, che probabilmente sarà una trilogia, ispirato alla storia del ramo veneziano della mia famiglia, che inizialmente è ambientato nei primi del Novecento per arrivare fino a oggi”.

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Lucia Benedetta Taia
Firme ruggenti: Fede

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