07/27/2024
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Soraya Susco: La passione va a cavallo

Grazie al suo amore per i cavalli, da tre anni ha iniziato a praticare l’agonismo e a settembre scorso ha vinto il titolo regionale con ottimi risultati

di Alessia Bimonte

Soraya ha 25 anni, ama i cavalli e da soli tre anni ha iniziato a praticare la disciplina a livello agonistico. Conosciamola meglio. Soraya vive a Pratola Peligna (AQ), studia al liceo delle scienze sociali per poi iscriversi a un corso triennale sulla tutela e il benessere degli animali all’università. Non riesce a concludere gli studi accademici e si iscrive ad un corso per diventare estetista. Affianca il lavoro all’equitazione, nel 2017 è campionessa regionale come migliore atleta con migliori risultati nella categoria endurance.

Da dove nasce la tua passione per i cavalli?

“È una passione che ho sempre avuto da piccola, già dall’età di otto anni sono sempre andata a cavallo a livello amatoriale. Per un periodo ho dovuto lasciare per la mia scarsa rendita scolastica, in seguito ho ripreso, facendo ogni tipo di lavoro per potermi pagare le lezioni. Ho iniziato a praticare equitazione intensamente 3 anni fa, quando andai al circolo ippico “I cavalieri dell’antera” a Vittorito (AQ). I proprietari sono diventati la mia seconda famiglia, iniziai a prendere lezioni di equitazione con l’istruttrice Chiara Marrama (campionessa italiana endurance 2010) e iniziare la mia carriera agonistica”.

Entriamo un po’ nell’equitazione. Che sport è? Quanti tipi di gare esistono?

“L’equitazione è divisa in più discipline. Le più conosciute sono il salto ostacoli, il dressage, la monta americana e l’endurance. Quest’ultimo è quello che pratico e a mio parere posso dire che è la disciplina più impegnativa perché si tratta di “maratone a cavallo” che si svolgono in sentieri tracciati in percorsi di montagna. Le gare si suddividono in regionali da 30, 60 e 90 chilometri. Internazionali: 90, 120, 160 e 100+100 chilometri (due giorni).  Ogni 30 chilometri si rientra al campo base per una visita veterinaria obbligatoria per salvaguardare il benessere del cavallo”.

Da tre anni la tua passione è diventata agonismo. Cosa è cambiato?

“È stata per me una grande occasione di crescita personale e professionale. Molto va alla mia seconda famiglia, alla mia istruttrice Chiara che è come una migliore amica, al padre Adriano e alla sorella Marinella  che credono e hanno sempre creduto in me. Da loro ho imparato moltissimo, mi hanno sopportato e supportato in tutto, dandomi l’opportunità di gareggiare con i loro cavalli. Ho iniziato con le gare regionali, in una di queste ho rappresentato l’Abruzzo e sono arrivata seconda; hanno fatto seguito le internazionali, grazie alla messa a disposizione di cavalli del maneggio. Questo tipo di gare si svolgono in tutta Italia, ho partecipato a Pisa nel 2017, ad una organizzata da uno sceicco di Dubai, è stata la gara del secolo, in palio un montepremi altissimo, eravamo 500 partenti divisi per categoria. Sono arrivata quarantesima, ma in una competizione del genere, per me è stata una vittoria!”.

Ogni gara è diversa da un’altra. Come ti prepari? Quali sono le difficoltà?

“Sì, è vero, ogni percorso ha le sue complessità. Quando corri con un cavallo si crea un binomio, tu dai qualcosa a lui e lui qualcosa a te. È necessaria tanta tecnica, fare attenzione alla velocità, inoltre è fondamentale l’assetto, cioè non gravare troppo con il tuo peso sul cavallo. Nel mio circolo abbiamo tutti cavalli purosangue arabi che vogliono correre, e bisogna saper dosare la loro forza in base ai chilometri da percorrere. È uno sport faticoso”.

La gara più avvincente?

“Una regionale a Tornimparte (AQ) a settembre 2017 in cui si disputava il titolo di campione regionale di velocità. Una 90 chilometri con un cavallo supersonico di nome Rigoletto che mi ha fatto vivere l’emozione di arrivare prima in una gara non proprio facile. Sono stata premiata dalla F I S E (Federazione Italiana Sport Equestre) per meriti sportivi”.

Come mai questo sport è poco conosciuto?

“L’endurance non è sponsorizzato perché non riconosciuto come disciplina olimpica. Ma sono contenta che stia prendendo a poco a poco piede, è uno sport al quale può avvicinarsi chiunque, in quanto non comporta molte spese a livello amatoriale”.

Cosa ti aspetti da questo 2018?

“Ho qualificato tanti cavalli per la categoria 160 chilometri, la più difficile per intenderci. Mi auguro di poter partire per qualche gara. Ci sono tanti progetti, spero sia un 2018 col botto”.

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