07/27/2024
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Aleksandar Atanasijevic: “Sogno lo scudetto a Perugia”

di Irene Di Liberto

Aleksandar Atanasijevic, Magnum per i suoi tifosi, nato a Belgrado nel 1991, è uno dei pallavolisti più forti al mondo: opposto della Sir Safety Conad Perugia e della Nazionale serba.

Aleksandar come ti trovi in Italia, a Perugia in particolare?

“Ho giocato due anni in Polonia, dove, al di là della pallavolo, non esisteva niente altro. In città non c’erano molti svaghi; l’unico luogo di ritrovo era il palazzetto. Qui in Italia si sta davvero bene. A Perugia i tifosi ti seguono in tutte le partite, anche in trasferta, ci sono molti locali e tante belle ragazze, anche questo è importante. Quando finisco la stagione con la nazionale sono molto contento di  tornare in Italia perché mi sento veramente a casa”.

Resteresti qui fino a fine carriera?

“Ho trascorso cinque bellissimi anni qui a Perugia. Questo è il mio ultimo anno di contratto e io sono pronto a dare tutto per la squadra. Vorrei restare in Italia per tutta la vita perché è un Paese meraviglioso”.

Recentemente hai subito un’operazione alla tibia che hai superato brillantemente, tornando sul parquet più in forma di prima. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza?

“Sono tornato dopo quasi tre mesi. Ho lavorato tanto per recuperare e  adesso non sento più il dolore e sono al cento per cento delle mie potenzialità. E’ stata un bella esperienza. Ho guardato le partite con occhio da spettatore e ho capito che non riesco a vivere senza pallavolo”.

Obiettivi a breve termine per te e la tua squadra?

“Di recente abbiamo vinto la Supercoppa. Ma, più di ogni altra cosa, vorrei vincere lo scudetto perché nella carriera di un pallavolista conta molto e sono pronto a mettere tutto me stesso per conquistarlo”.

Tu studi Giurisprudenza in Serbia, fra venti anni come ti vedi: un grande avvocato o allenatore?

“È un po’ presto per pensare a progetti così a lungo termine. Non mi vedo ad allenare una squadra perché ho molta energia dentro di me e, a volte, mi capita di arrabbiarmi un po’. Credo mi si addica molto di più la figura del procuratore, così avrei la possibilità di restare nell’ambito della pallavolo”.

Aleksandar e la famiglia: che ruolo ha nella tua vita? 

“La famiglia è la cosa più importante della mia vita e io sono la cosa più importante per loro. Ho un fratello che  ha giocato a pallacanestro e sa quanto sacrificio richieda la carriera e la vita di un giocatore. Loro mi sono sempre vicini e a me piacerebbe stare un po’ più con loro, ma non ho tempo; anche durante l’estate, quando torno in Serbia, stiamo insieme molto poco perché sono impegnato con la nazionale. Per fortuna, l’Italia non è lontana e loro mi raggiungono spesso a Perugia e, quando arrivano qui, io sono felice di condividere tutto ciò che posso”.

Se non avessi fatto il pallavolista cosa avresti fatto?

“A scuola ero molto bravo e i miei genitori ci tenevano tanto a farmi studiare, come hanno fatto loro. Il mio papà e la mia mamma sono due medici, mio fratello si è laureato in biologia molecolare, la mia famiglia è tutta intelligente tranne me…” (n.d.r. e ci scappa una risata)

Hai tempo di coltivare qualche hobby?

“Sono molto concentrato sulla pallavolo, mi diverte giocare e, comunque,  non mi rimane molto spazio per coltivare i miei hobby perché trascorro dentro il palazzetto quasi tutta la giornata. Appena ho un attimo, cerco di staccare la spina  e di rilassarmi uscendo con gli amici”.

Sei entrato nella classifica dei pallavolisti più desiderati al mondo: bello, bravo, simpatico e grande sportivo, ma parlaci dei tuoi difetti, se ne hai…

“Sono contento di far parte di questa classifica. Difetti ne ho davvero tanti, anche se in campo cerco di non farli venire fuori. Comunque provo sempre a migliorarmi”.

E direi che ci riesce benissimo! Un grazie ad Aleksandar. Ad maiora.

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