04/19/2024
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Dottoressa Adelia Lucattini: Il bullismo è una brutta “epidemia”

di Marialuisca Roscino –

Bullismo e cyber bullismo sono le minacce più temute dagli adolescenti italiani, subito dopo violenze sessuali e droghe. Ma per i maschi nella fascia di età tra i 13 e i 15 anni il bullismo sale al secondo posto dopo le droghe.

La violenza tra pari online e non, è dunque una realtà quotidiana per la cosiddetta “Generazione Z”.S econdo i risultati dell’Osservatorio Indifesa su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting di Terre des Hommes e ScuolaZoo, ben il 60% degli oltre 8mila ragazzi e ragazze delle scuole secondarie in tutta Italia coinvolti dall’indagine ha affermato di aver assistito ad atti di bullismo e cyberbullismo. Quasi la metà degli adolescenti riferisce di averlo vissuto in prima persona.
Alla domanda “hai mai subito atti di bullismo?” il 44,9% ha risposto affermativamente. Il dato che cresce fino a diventare il 46,5% nel caso degli adolescenti maschi. Il cyberbullismo tocca di più le ragazze, il 12,4% delle quali ammettono di esserne state vittima, contro il 10,4% dei ragazzi. Un’ulteriore fonte di preoccupazione, paura e sofferenza, deriva dalle attività online, aggressioni verbali e commenti a sfondo sessuale, questi ultimi subiti dal 32% delle ragazze, contro il 6,7% dei ragazzi. La recente indagine della Società Italiana di Pediatria pubblicata nel 2020, Bullismo e Cyberbullismo in Italia ha coinvolto 1 ragazzo su 4. Il dato allarmante è l’età a cui si manifesta poiché inizia già a sette anni. Il bullismo non è un fenomeno recente tanto che la legge risale al 2016 con il Disegno di legge, 20/09/2016 n° 3139 “Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”, e probabilmente c’è sempre stato ma negli ultimi anni si riscontra maggiore rabbia, aggressività, mancanza di empatia e si è abbassata l’età, prima il bullo aveva dai 14 ai 16 anni, ora i primi atti si constatano già tra i 7 e gli 8 anni.
Dottoressa Lucattini può spiegare cosa s’intende per “bullismo”?
“Con bullismo, ovvero il comportamento da ‘bullo’ s’intende spavalderia arrogante e sfrontata e in particolare, l’atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate specialmente in ambienti scolastici o giovanili. Col termine cyberbullismo si debba intendere il bullismo virtuale, compiuto mediante internet e social media. Bullismo è una traduzione del termine inglese ‘bullying’, usato per definire dei comportamenti di prepotenza tra bambini e adolescenti, la cui caratteristica principale è la persecuzione psicologica o fisica, comportamenti aggressivi e negativi prolungati di un adolescente, ma più spesso di un gruppo formato da ‘gregari’ che seguono le indicazioni del ‘bullo’, nei confronti di una “vittma” scelta. Non è secondario tenere presente che la parola, in inglese, deriva proprio da ‘bull’, ovvero ‘toro’, che ne rappresenta l’immagine irascibile istintiva, basata sulla forza, utilizzata per rappresentare l’aspetto violento e incontrollabile del comportamento agito dei bulli. Nelle vittime provoca paura, insicurezza, disistima, preoccupazione e depressione”.
Quanto è pericoloso?
“Il bullismo è un fenomeno molto pericoloso soprattutto se non viene tempestivamente individuato e le vittime dei bulli se non vengono subito aiutate a sottrarsi alle vessazioni. Il bullismo è un fenomeno prettamente psicologico, i bulli spesso sono insicuri ed arroganti e non hanno una finalità pratica nei loro atti di vessazione ma sono mossi da necessità psicologiche che può essere diversa da situazione a situazione ma che ha sempre come scopo quello di dimostrare la propria forza in modo da annullare una sensazione di impotenza, inferiorità, insicurezza..Al tempo stesso è necessario un intervento mirato sui bulli poiché se non vengono aiutati, i comportamenti inizialmente volti a spaventare la vittima possono trasformarsi in comportamenti pericolosi di tipo antisociale e di vera e propria delinquenza”.
Come si crea il fenomeno dell’omertà intorno al bullismo?
“L’omertà si crea soprattutto a causa di un fraintendimento in quanto il bullismo viene scambiato o per goliardia o per delinquenza. Il bullismo in realtà ha delle caratteristiche specifiche ovvero è un fenomeno psicologico, reiterato, spesso limitato all’ambiente scolastico ma soprattutto è ripetuto. La goliardia per quanto possa avere anche dei risvolti pesanti,  si limita a sono episodi singoli, occasionali spesso rituali, ad esempio all’inizio delle scuole superiori con le ‘matricole’ o in concomitanza di una vittoria di una squadra su di un’altra, eccetera, non sono mai su continuativi. I fenomeni di tipo delinquenziale non hanno lo scopo di spaventare l’altro ma si accompagnano sempre a taglieggio, richiesta di soldi, ricatti, intimidazioni con uno scopo secondario, spesso di lucro. Il bullismo ha lo scopo specifico di spaventare l’altro e di metterlo in soggezione in modo da far sembrare il bullo più bravo più forte, un capo, un leader negativo ma pur sempre un leader. L’omertà dipende anche dal senso di colpa o di paura inconsci degli adulti che si sentono inadeguati a controllare le situazioni oppure è dettata dal timore delle reazioni dei genitori o semplicemente non sono in grado di capire quello che sta accadendo in classe, non sono in grado di leggere i segnali e quando li leggono può accadere che restino del tutto paralizzati che inconsciamente si spaventino e attendono che le cose si possano ‘risolvere da sole’. Poiché il bullismo non si risolve da solo, è sempre necessario l’intervento degli adulti che si comportano in modo autorevole e siano in grado di prendere decisioni anche se scomode, siano questi insegnanti, genitori, presidi e naturalmente avvalendosi anche dell’aiuto della Polizia Postale”.
In che modo famiglia e scuola possono intervenire?
“Come in ogni fenomeno che riguarda l’infanzia e l’adolescenza quello che fa la differenza e l’intervento precoce, significa un intervento che deve essere fatto tanto più presto quanto più i bambini sono piccoli e questo vale sia per la sensibilizzazione a scuola sia l’informazione e l’attenzione dei genitori ai comportamenti dei propri figli, siano questi vittime che bulli. Tenendo presente che per i genitori il disagio o il dolore dei propri figli è sempre molto difficile da sopportare, i genitori possono avere dei processi mentali di negazione e non vedere realmente quello che sta accadendo ai loro figli se questi non gliene parlano. Quindi informare e spiegare ai genitori che cos’è il bullismo, come si manifesta nei ragazzi e che è un disturbo molto spesso indipendente dall’ambiente familiare, può aiutarli a osservare i loro figli, a parlare con loro e aiutarli a risolvere le difficoltà che portano al bullismo o che  il bullismo causa. Per i genitori dei bulli è più difficile naturalmente che per i genitori delle vittime Ma se si vuole essere efficaci bisogna intervenire su tutti i genitori e pensare a un intervento psicologico volto anche ad aiutare loro nella loro funzione genitoriale. Certamente se il nucleo familiare problematico l’intervento dovrà essere mirato e con l’aiuto di professionisti, psicoanalisti dell’età evolutiva e della famiglia. Psicologi e psicoanalisti formati rispetto a questo fenomeno e alle dinamiche gruppali dell’ambiente scolastico, possono mettere gli insegnanti in grado di analizzare meglio questi eventi, gli studenti di poterne parlare con serenità e se necessario impostare degli interventi psicologici mirati. Inoltre, potrebbero indicare e suggerire alle famiglie dei percorsi dedicati e specifici per i loro figli”.

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