07/27/2024
HomeArticoliGiorgio Vanni: Il “musichiere” dei miti

Giorgio Vanni: Il “musichiere” dei miti

Da Dragonball ai Cavalieri dello Zodiaco, da Pokemon a Diabolik: quattro chiacchiere con l’autore di punta delle sigle televisive di Mediaset

di Marina Marini

Simpatia, carisma, creatività ed energia. Sono queste le caratteristiche che hanno fatto di Giorgio Vanni l’autore e l’interprete di punta delle sigle televisive in onda su Mediaset.  Dai Pokemon a Dragonball, dai Cavalieri dello Zodiaco a One piece all’arrembaggio, da Detective Conan a Diabolik, Giorgio Vanni ha riscosso un grande successo di pubblico composto da bambini e adulti che lo seguono con entusiasmo durante i suoi tour in giro per l’Italia.
Giorgio, nel campo delle sigle TV sei senza dubbio un numero uno. Parlaci della tua ascesa nel mondo mediaset.
“Innanzitutto non potrei non menzionare e salutare il mio amico e socio Max Longhi con cui compongo le mie sigle dal 1998, quando abbiamo creato Superman. Alessandra Valeri Manera, giornalista e autrice che dagli ’80 aveva la direzione della TV dei ragazzi di Mediaset, ci ha dato grande fiducia e ha riconosciuto in noi un team vincente. Dopo “Superman” sono nate altre sigle rivolte principalmente ad un pubblico maschile parallelamente alla composizione di brani interpretati ormai dalla nostra amica Cristina D’Avena. La nostra fortuna si è evoluta di sigla in sigla, Pubblitalia pubblicava le nostre sigle perché la voce piaceva, funzionava e aveva allargato moltissimo il pubblico composto non solo dai bambini, ma anche dai genitori e dai ragazzi che sono cresciuti con queste canzoni”.
Le sigle sono un collante tra diverse generazioni e sono diventate un vero e proprio fenomeno che coinvolge un pubblico sempre più vasto. Qual è il segreto affinché una sigla possa restare indissolubilmente nella nostra memoria?
“Come dice la nostra amica Alessandra Valeri Manera: ‘Le sigle hanno successo perché danno imprinting al cartone’. I piccoli ricordano le emozioni attraverso le note delle sigle e le riascoltano da adulti con partecipazione emotiva perché ricordano un momento felice della propria vita. Credo che le sigle siano delle canzoni e non dei jingle, ossia hanno personalità e carisma. Vengono ricordate e riascoltate con piacere perché il ritmo e le parole sono studiate per rendere quella canzone unica, ne è un esempio Dragonball che viene proposta anche nelle discoteche dove il pubblico non è composto dai bambini”.
Quali differenze stilistiche riscontri tra le sigle degli anni ’80 e quelle attuali?
“Gli stili cambiano e si modificano attraverso le epoche. Io e Max Longhi abbiamo introdotto in modo prepotente la pop dance con melodie. Possiamo simpaticamente chiamarlo, come dice Max, il ‘tunz-tunz’! Parliamo quindi di sonorità moderne e tecno-elettriche, senza dimenticare il rock, il pop ed il rag.  Negli anni ’70 e ’80, ossia quando sono nate le prime sigle che hanno dato il via al fenomeno, le sonorità erano principalmente acustiche ed elettriche. Oggi è cambiata in primis la qualità tecnologica e di conseguenza lo stile si è plasmato su nuove basi”.
Entrando nel vivo dei tuoi lavori, puoi dirci quali sono le canzoni più richieste dal pubblico durante i tuoi concerti e quelle a cui ti senti più legato?
“Sicuramente le tre sigle della saga di Dragonball, i Pokemon, Keroro, Yu gi ho, I Cavalieri dello Zodiaco, Diabolik, Dottor Slump e Arale e le sigle di One Piece sono richiestissime ad ogni concerto. Molto spesso mi chiedono una canzone in stile country che anche a me piace molto che è Lucky Luke mentre i più piccoli sono legati ai Gormiti. Personalmente sono molto affezionato ad Angela Anaconda, sigla legata ad un cartone non andato molto in onda e a Beyblade”.
Un progetto che ti ha dato molte soddisfazioni è la racconta “Time machine”.
“Il cd ‘Time machine’ è nato per due motivazioni: in primis per omaggiare i big delle sigle degli anni passati come Massimo Dorati, un amico scomparso l’anno scorso che è stato l’autore e l’interprete delle prime due sigle dei Cavalieri dello Zodiaco, Riccardo Zara dei Cavalieri del re con L’uomo Tigre, Ninni Carucci autore di Occhi di gatto e molti altri. In secundis, nonostante avessimo un vasto repertorio, abbiamo voluto ampliare il nostro raggio d’azione per coinvolgere i bambini di una volta! Così abbiamo riarrangiato 10 sigle dei big sopra citati e abbiamo trasformato i concerti in cui proponiamo i brani tratti da “time machine” in feste per tutta la famiglia. Il sottotitolo della raccolta è appunto Da Goldrake a Goku (Goku è il protagonista di Dragonball)! L’ultima sigla del cd è ‘What’s my destiny Dragonball’ in una nuova versione, il tutto è mirato a dare un senso di continuità dalle prime sigle che facevano impazzire la generazione degli anni ’70 rappresentata dal capolavoro di Albertelli, Goldrake appunto, alle sigle, anzi, canzoni della nuova generazione rappresentata ormai da “Dragonball”. Il Cd è venduto durante gli spettacoli ai fans oppure tramite la LOVA Music, la società mia e di Max Longhi, oppure è scaricabile su Itunes”
Sei un vulcano di idee e so che stai curando anche altri progetti e concerti.
“Continuo a produrre musica promo per Mediaset oltre alle sigle e sto curando un progetto con la De Agostini legato a ‘Conan, il detective più famoso’, ossia l’ultima sigla che abbiamo creato per il celebre detective della TV. Le date impellenti per i concerti finora sono il 5 ottobre in Basilicata a Bernalda in occasione dell’inaugurazione del palazzetto dello sport per una squadra affiliata all’Udinese e, naturalmente, domenica 3 novembre al ‘Lucca comics&games’, la fiera del fumetto più grande d’Italia. A Lucca suonerà con me la mia band il cui nome riassume il concetto di continuità generazionale di cui abbiamo parlato sopra: i figli di Goku”.

Condividi Su:
POST TAGS:
Stanislao Iafulli: I
Alessandro Di Carlo:

redazione@gpmagazine.it

Valuta Questo Articolo
NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO