Alessandro Borghese
“Cucinare è un atto d’amore”
Pur essendo ancora molto giovane, dal 2004 è uno degli chef più apprezzati in tv. Ha scritto anche un libro e tra i suoi progetti c’è quello di aprire un ristorante. Per lui la cucina è molto di più di un lavoro…
Affascinante e raffinato Alessandro Borghese, classe 1976, ha già al suo attivo la conduzione di molti e originali programmi televisivi, come “Cucina con Ale” in onda su Real Time, un libro dal titolo “L’abito non fa il cuoco” pubblicato lo scorso anno, ma soprattutto tante e preziose esperienze come chef che lo hanno formato umanamente e professionalmente. Tra i suoi progetti futuri rientra quello di aprire un ristorante, dove dar vita a piatti creativi con i quali soddisfare ogni tipo di palato, ma un passo per volta perché Alessandro soprattutto ama vivere il presente.
Per essere un bravo chef bisogna anche essere un buongustaio?
“Sicuramente si deve amare il cibo. Cucinare è un gesto quotidiano che appartiene a tutti. Io ho la grande fortuna di svegliarmi la mattina e fare quello che amo: cucinare. Anche grazie ai miei programmi televisivi. Infatti in ‘Cucina con Ale’, la trasmissione che conduco e di cui sono anche autore, attraverso il mio laboratorio di cucina, direttamente dai miei fornelli e a suon di musica preparo ricette per tutti i gusti. Dalla cucina vegan, Kasher, vegetariana, a quella per i celiaci, per i bambini e ovviamente ai piatti tipici della nostra Italia e a quelli internazionali, per quanti amano qualcosa di ricercato ma non vogliono rinunciare alla tradizione”.
Vista la tua esperienza ritieni che per avere successo bisogna partire dal basso?
“La passione per la cucina mi accompagna da quando ero piccolo e si è sviluppata con me ogni giorno. Dopo il diploma all’International School di Roma mi sono imbarcato sulle navi da crociera e per i successivi tre anni ho lavorato tra fornelli e piatti da lavare. Navigare per il mondo da un emisfero all’altro mi ha donato estro e ispirazione e viaggiare è stato fondamentale per la mia crescita umana e professionale. Una volta sulla terra ferma, ho cominciato a seguire alcuni corsi e contemporaneamente sono iniziate le mie esperienze nelle cucine europee, americane e italiane. La cucina è diventata la mia vita e ogni esperienza fatta nella tradizione culinaria di ciascuno di questi Paesi, mi ha permesso di diventare il cuoco che sono, regalandomi umiltà, tenacia e studio. A ventidue anni ho seguito alcuni stage di cucina a Parigi, uno in particolare proprio presso un ristorante molto importante della capitale francese. Ricordo bene il discorso di benvenuto del capo chef basato sull’umiltà, l’importanza dello studio e la tenacia, parole importanti che da allora non ho mai dimenticato e che ancora oggi ispirano il mio comportamento”.
Quali sono gli attrezzi da cucina che prediligi?
“Adoro il mio coltello finlandese per sfilettare il pesce. Inoltre ho comprato negli Stati Uniti, durante una televendita, un piccolo robot da cucina che trovo miracoloso e indispensabile soprattutto durante i viaggi di lavoro”.
Credi debba esserci una netta distinzione tra quello che è più adatto cucinare in estate e in inverno?
“La cucina è fantasia, un piatto può essere rivisitato senza perdere la sua tradizione e può essere servito freddo d’inverno e caldo d’estate. Per esempio la mia rivisitazione dei ravioli cotti al vapore e non, famosi per il Dim Sum cinese, conserva nel ripieno i sapori tipici della cucina italiana, da crema di pecorino, puntarelle e acciughe, ad un classico pomodoro ghiacciato, mozzarella calda e basilico, ad un più ardito piatto di coda alla vaccinara con fave di cacao e rosmarino, un gioco di consistenze e temperature per tutte le stagioni”.
Nel 2004 è iniziata la tua carriera televisiva. E’ stato subito amore oppure hai avuto qualche perplessità?
“Nel 2004, mi sono trovato di fronte ad una scelta, condurre come cuoco un programma televisivo sul canale Real Time oppure partire per la Cina e gestire un noto ristorante. Ho seguito e assecondato il mio talento e oggi conduco diversi programmi tutti legati alla mia vera passione, la cucina”.
Il mondo dello spettacolo non ti è mai stato estraneo, visto che sei il figlio della splendida Barbara Bouchet. Questo fatto ha indirizzato la tua carriera di chef verso lo spettacolo e la tv?
“Sono capitato in televisione per caso e dal 2004 non ho mai smesso di lavorarci. Grazie alla mia famiglia, ho avuto la fortuna di vivere il mondo della televisione senza ansie, una cosa normale come mangiare un buon piatto di spaghetti!”.
Chi cucinava nella tua famiglia?
“La domenica mattina la cucina era il regno di mio padre e dei suoi piatti di cucina napoletana, mentre durante la settimana delle mie tate che preparavano ottimi piatti sia italiani sia tipici dei loro Paesi di origine”.
Da chi hai imparato a cucinare in casa?
“Sono cresciuto aiutando mio padre la domenica mattina a preparare il gustoso ragù, tipico della tradizione partenopea. La cucina per me è una stanza straordinaria, perfetta per creare, un paradiso dove dare libero sfogo alla passione, al talento, alla fantasia, allo studio”.
E oggi chi cucina a casa tua?
“Cucinare è un atto d’amore, un gesto quotidiano che amo confermare anche in famiglia quando cucino insieme a mia moglie Wilma. La cucina è un luogo molto speciale per noi, dove la sera dopo il lavoro, prepariamo la cena e ci raccontiamo la giornata sorseggiando un buon vino”.
Possiedi un tuo ristorante?
“Rientra nei miei progetti, ne ho gestito più di uno e oggi ho una società di banqueting e consulenza, ‘Il lusso della semplicità’. Con la mia squadra creiamo diversi menù personalizzati per grandi eventi in Italia e all’estero. La mia è una cucina inventiva e generosa, che vuole soddisfare con gusto i palati di chi ama le cose ricercate, ma non vuole rinunciare alla tradizione”.
In questo momento in che cosa sei impegnato professionalmente?
“Sto organizzando alcuni banchetti per alcuni eventi, tra cui due matrimoni molto importanti, e poi brainstorming di ricette per la nuova serie di ‘Cucina con Ale’ e altre sorprese per l’autunno”.
Cosa desideri per il tuo futuro?
“Amo vivere sempre al presente!”.