04/20/2024
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Matteo Martari: “Bisogna imparare a rispettare la natura”

Sguardo magnetico, fisico scultoreo e un talento naturale per la recitazione. A Matteo Martari il ruolo del cattivo calza a pennello tanto che nell’ultima stagione della serie tv di successo “A un passo dal cielo” lo abbiamo ritrovato in carcere. Eppure Matteo confessa di non avere nulla in comune con i personaggi che ha interpretato. E c’è da credergli soprattutto quando con un sorriso racconta del suo controverso rapporto con i cavalli.

di Giulia Bertollini

In questa chiacchierata, Matteo ci ha rivelato qualcosa in più sul suo personaggio e sui suoi prossimi progetti.

Matteo, nella serie “Un passo dal cielo” hai interpretato un cattivo.

“Albert Kroess non è un personaggio cattivo. Io lo difendo sempre perché sono stati gli eventi a trasformarlo. A volte, la cattiveria nasce per il fatto di aver dovuto sopportare una serie di frustrazioni. E’ un personaggio che per un suo scopo personale sfrutta al meglio le sua capacità da manipolatore. Nella scorsa stagione viene arrestato da Francesco Neri e lo ritroviamo in carcere. Da lì decide di voler cambiare la sua vita e inizia un percorso di redenzione”.

Come ti sei trovato a lavorare in alta montagna? Hai avuto difficoltà?

“Quando sono arrivato in montagna ho fatto scopa. Ho vissuto la montagna da bambino e tutt’ora la frequento. Sapevo a cosa stavo andando incontro dal punto di vista dell’ossigeno in altitudine e dal punto di vista climatico. In estate, nella stessa giornata, puoi trovare l’inverno e l’estate. Quando lavori devi adattarti alla situazione. Per questo, è una serie molto difficile. Il fascino della montagna è imbattibile”.

Negli ultimi anni, la natura è stata maltrattata.

“Nel mio piccolo, cerco di amare e rispettare la natura. Noi la viviamo tutti i giorni dimenticandoci della sua importanza. Non possiamo permetterci di trattarla male. Serve molto più rispetto e consapevolezza di quanto sia importante la natura per l’essere umano. E’ un argomento che ho molto a cuore”.

Ami andare a cavallo?

“Mi piacerebbe molto ma i cavalli con me non vogliono venire. (ride) Ho un rapporto conflittuale. Mio padre mi ha portato al maneggio quando ero piccolo e quindi lo scoglio iniziale l’ho superato. Temo che il problema sia mio. Amo molto anche il trekking”.

Ti abbiamo visto interpretare personaggi dalle tinte noir. Sogni un ruolo comico?

“La comicità è difficile. Bisogna essere portati a fare la commedia perché ci sono tempistiche da rispettare. Credo di non avere queste qualità. Non tutti i personaggi che ho interpretato si avvicinano a me anche perché a quest’ora sarei in carcere. (ride) Anzi, non condivido nulla con loro. Cerco di dare il mio punto di vista sui personaggi  e a loro applico qualcosa di mio”.

La fiction Rai ha celebrato in questi anni personaggi storici. Quale ti piacerebbe interpretare?

“Con Giovanni Buitoni, Luigi Tenco e Francesco Pazzi ho avuto la fortuna di accarezzare personaggi realmente esistiti. Mi piacerebbe interpretare Colin McLee o Ayrton Senna per la mia passione per i motori”.

Prossimi progetti?

“Ho lavorato con Ozpetek. Misurarsi con registi molto bravi permette al lavoro che fai di prendere un’altra dimensione. E in questo caso credo di aver fatto un passo in più”.

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