10/04/2024
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Tania Zamparo

“Il giornalismo è la mia sfida”

Una delle più note ex Miss Italia adesso è uno dei volti femminili più amati di Sky Sport. Ha seguito di recente i mondiali di rugby che si sono svolti in Nuova Zelanda al fianco dei grandi campioni

di Silvia Giansanti

Definita la “bella tra le bestie del rugby”, la nostra ex Miss Italia ha seguito negli orari più disparati tutte le partite che si sono svolte dall’altro capo del globo, arrivando anche a lavorare venti ore al giorno, frutto della sua meticolosità e della sua preparazione nel campo giornalistico. Eleggerla Miss Sky Sport potrebbe risultare superfluo, visto che le sue colleghe giornaliste sono tutte belle e preparate, come afferma lei stessa. Nei suoi sogni non c’era quello di fare la giornalista sportiva. In passato ha scritto qualche piccolo articolo sulla Lazio, la sua squadra del cuore, ma adesso la sua ambizione è quella di diventare competitiva in questo campo. Non a caso presenta i grandi eventi sportivi di Sky.

Tania, sono trascorsi oramai dieci anni dall’elezione di Miss Italia. Qual è l’esperienza che ti ha arricchito e soddisfatto maggiormente fino ad oggi?

“Ognuna mi ha dato qualcosa di diverso e mi ha arricchito, forse la sfida più grande è quella attuale che ha a che fare con il mondo del giornalismo. Lo faccio da tre anni e mezzo, ho ancora molto da imparare ma posso affermare di essere contenta dei risultati”.

Lo sport è una passione di vita oppure l’incontro è stato casuale per lavoro?

“Lo sport era una simpatia di vita che mi ha da sempre appassionata perché è coinvolgente, è bellissimo ed ha storie eccezionali da raccontare”.

Il tuo sport preferito?

“Da praticare la pallavolo e da guardare il rugby e il calcio”.

Tra i tuoi sogni del passato c’era quello di fare la giornalista sportiva?

“No, l’incontro con lo sport è stato un incontro professionale ma fino al momento in cui mi hanno chiesto di farlo, non avrei mai pensato di fare la giornalista sportiva. Diciamo che il giornalismo mi ha sempre affascinato e in passato l’ho praticato effettuando le interviste e facendo i documentari”.

Le colleghe donne che ammiri nell’ambito di questo settore?

“Dirne una piuttosto che un’altra, vorrebbe dire fare un torto e allora vada per tutte le donne giornaliste sportive di Sky. Belle, preparate, ognuna con caratteristiche diverse e molto professionali”.

So che per seguire i mondiali di rugby hai avuto orari impossibili di lavoro. Parlami di quest’esperienza.

“Le partite si sono disputate in Nuova Zelanda e quindi mi sono dovuta adeguare al fuso orario perché iniziavano alle due di notte. Mi sono trovata a lavorare sulle diciotto-venti ore al giorno. Terminate le partite, dovevo preparare la diretta del giorno dopo e anche questa è stata un’esperienza utile per capire che il nostro corpo quando si trova davanti a determinate esigenze, ci stupisce. Per qualche settimana ho dormito al massimo tre ore a notte”.

Sicuramente anche l’adrenalina ti ha aiutato.

“Sì, è quello il segreto, ma anche la responsabilità che ho di fare un buon prodotto con molta coscienza. E’ anche questione di carattere”.

Ti appassiona più il rugby o il calcio?

“Completamente il rugby, è una cosa incredibile”.

Vivresti questo sport di persona dentro una squadra vera?

“Sai che ho pensato di farlo? Visto che si tratta dello sport più complesso dal punto di vista delle regole, forse affrontandolo di persona capirei meglio i meccanismi. Il rugby femminile è molto diverso da quello maschile, ma comunque rischierei di presentarmi in video con i lividi o con il mal di schiena”.

Non ti sei sentita fisicamente un pesce fuor d’acqua in mezzo a colonne d’Ercole quando in tv eri affiancata dai campioni di rugby?

(Ride)“Alcuni giocatori di origine Maori (gli All Blacks ndr) sono davvero enormi, un po’ mi hanno impressionato e di fronte a qualcuno mi sono trovata in imbarazzo. Comunque non sono tutti così, questo sport dà la possibilità di giocare a tutti i tipi a seconda delle esigenze di campo”.

Come sono caratterialmente i giocatori di rugby?

“Sono assolutamente gentili e la maggior parte dei professionisti che giocano nella Nazionale sono tutti laureati”.

 A proposito di Nazionale. Come vedi l’Italia nel rugby? Perché questo sport da noi non ha attecchito più di tanto?

“Noto personalmente una crescita rispetto ad esempio a dieci anni fa e se l’Italia riuscirà ad avere soddisfazioni, ci sarà una maggiore attenzione nei confronti di questo sport. Non dimentichiamoci che nei Paesi in cui il rugby è molto diffuso, lo si deve ad una cultura diversa grazie all’inserimento nelle scuole”.

Com’è stata la finale di quest’anno?

“Emozionante fino alla fine. Ha vinto la Nuova Zelanda con la fortissima squadra degli All Blacks. Non vinceva la Coppa del Mondo dal 1987 e ha rischiato di perdere contro la Francia, visto che è riuscita a farla franca per un solo punto. Ho avuto il batticuore fino all’ultimo”.

Per quale altro sport ti faresti una cultura per poter condurre un programma tv?

“Per tutti!”.

Tutti? Qualcuno per cui non trovi interesse ci sarà.

“Sì, per il cricket e l’hockey su ghiaccio. Non mi stimolano affatto”.

Se non sbaglio sei una delle poche che non è incappata in un reality. Come mai questa scelta?

“Amo i talent show e non mi fanno impazzire i reality e quando mi è stato chiesto di farli non me la sono sentita. Non sono fatti per la mia personalità e non sono nella mia filosofia professionale. Poi nella vita mai dire mai…”.

 

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Stefano D'Orazio
Biagio Izzo

redazione@gpmagazine.it

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