04/24/2024
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Veronica Luzi: Una giornata Speciale

E’ con la bellissima Veronica che continuiamo la nostra avventura: la numero ventisette. Noi di GP Magazine insieme ad Adriana Soares, fotografa ed artista, abbiamo ideato un fashion contest che si rivolge ai ragazzi della porta accanto. Organizziamo per loro un servizio fotografico speciale di moda.

di Adriana Soares

Tua sorella ti ha fatto una sorpresa, ti ha organizzato: “Una giornata speciale” a tua insaputa, come l’hai presa?

“Devo dire,  tutto è stato congegnato bene,  quindi fino a che non mi avete messo al trucco,  ancora avevo qualche dubbio. La prima reazione è stata ‘ora scappo’, poi mi sono detta ‘perché no?’; a questo punto ho vissuto l’esperienza in allegria e con partecipazione”.

Parlami di te.

“Sole,  mare e olio di oliva. Questi sono gli accostamenti che più mi caratterizzano. L’essere sempre positiva è un mio must,  nonostante la vita ci metta di fronte a bivi difficili e ostacoli. Da lì il sole, il mare. Ma la cosa più singolare che un amico mi ha detto è stata ‘sei come l’olio di oliva, stai bene in ogni situazione’. Questo non vuol dire che sia tutto rose e fiori: sono testarda e intollerante nei confronti delle ingiustizie,  anche se piccole. Non sono facilmente accomodante; nelle situazioni in cui sarebbe opportuno fare buon viso a cattivo gioco, mi viene più facile reagire come fossi un libro aperto. Questo spesso non mi ha aiutato nella vita”.

Cosa vuol dire essere mamma per te?

“Essere genitori è sicuramente l’esperienza più forte e gratificante della vita.  Per mia figlia ho scelto di essere una guida non assillante,  una presenza discreta.  Vederla crescere libera, serena e aperta al mondo,  notare come i principi miei e del mio compagno stiano diventando suoi è la più grande soddisfazione che avrei potuto avere dalla vita”.

Qual è il tuo rapporto con la moda?

“La moda,  anche a causa del lavoro che faccio,  deve essere pratica e comoda. Per il resto,  evviva i colori e tessuti naturali!”.

Essere o apparire?

“Essere,  sicuramente.  Non ho mai voluto essere appariscente, nemmeno nella fase dell’adolescenza,  in cui invece si tende a mostrare anche più di quello che si è”.

Ti è piaciuta l’esperienza? La rifaresti?

“Certamente,  la prossima volta sulla spiaggia e in costume però!”.

Progetti per il futuro?

“Materiali no,  più che altro parlo di filosofia di vita: mi piacerebbe entrare nella fase adulta della vita circondata dall’affetto e prodiga di affetto, in equilibrio con me stessa, tanto da accettare gli anni che si sommeranno agli altri e i cambiamenti che questi porteranno su di me. Guardando più al concreto e al piccolo, vorrei organizzare di nuovo viaggi itineranti, ora che mia figlia comincia a essere grande, e riprendere a leggere come facevo prima di diventare mamma”.

Se tornassi indietro rifaresti le stesse scelte lavorative?

“La professione dell’ingegnere mi gratifica,  così come il confronto costante col personale operativo. Continuo invece a serbare nel mio cassetto il sogno di approfondire la mia passione per le piante e per la progettazione degli spazi verdi…  Chissà che non sarà il mio futuro?”

Cosa salvi e cosa butti degli anni zero?

“Ammiro la presa di coscienza della voglia di libertà manifestata in quegli anni da alcuni popoli repressi, come in Iran e nell’ex Birmania. Vorrei potessero sparire i crimini terribili commessi in nome di uno o di un altro Dio,  che nascondono solo interessi economici. L’11 settembre,  prima, l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq, poi,  hanno sicuramente macchiato in modo indelebile il decennio. Ma anche le decisioni non prese in tema ambientale.  Stiamo colpevolmente accumulando un ritardo sempre più insanabile, che si ripercuoterà,  purtroppo sulle generazioni future”.

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