04/23/2024
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Elisabetta Formento: La “bailarina solista”

È ballerina solista della Compania Nacional di Danza di Madrid. Si è formata in Italia e a 14 anni ha proseguito gli studi della danza in Russia all’Accademia del Teatro Bolshoi

Cara Elisabetta, grazie di essere con noi. Partiamo dal tuo avvicinamento in infanzia alla danza…

“Ho cominciato a ballare un po’ per caso, per fare qualcosa dopo la scuola. Sicuramente la danza è un ottimo esempio di disciplina e ho deciso di provare. Mi è subito piaciuto”. 

Quale percorso formativo hai fatto?

“Ho iniziato a studiare danza in Italia, presso l’Accademia di Danza e Spettacolo di Ivrea e l’Oxana Kichenko Ballet di Torino. A 14 anni, dopo aver partecipato ad uno stage estivo a Mosca, sono stata invitata a continuare gli studi presso l’Accademia del Teatro Bolshoi, dove mi sono diplomata col massimo dei voti”. 

Sei una delle poche italiane che si è formata in Russia, patria gota della danza. Come credi sia lì intesa la danza rispetto all’Italia?

“In Russia c’è una tradizione, cultura, rispetto e passione per il balletto che (sfortunatamente) non si trova in nessun altro Paese. Mentre in Italia la danza è una cerchia ristretta, non conosciuta da molti e purtroppo non sostenuta adeguatamente dalle istituzioni, in Russia tutti conoscono il balletto: è considerata una professione di élite, ben finanziata e pubblicizzata. Ci sono molti appassionati ed intenditori, e soprattutto c’è una grande conoscenza del mondo della danza e delle sue tradizioni secolari”. 

Sei stata gia in diverse importanti compagnie di balletto internazionali come Het National Ballet di Amsterdam e il Balletto di Varsavia. I tuoi ricordi…

“Ogni compagnia mi ha dato tanto. Credo si possa sempre imparare e trarre ispirazione sia dai propri insegnanti che dai colleghi. L’Estonian National Ballet è stata la mia prima compagnia, dove ho ballato tantissimo e mi sono fatta le ossa. L’Het Nationale è stata un’ottima esperienza: grande compagnia con tanta visibilità. Il Polish National Ballet è stata la compagnia dove ho cominciato ad interpretare ruoli principali”. 

Ora sei giunta alla Compania Nacional de Danza di Madrid, come ti trovi? Che sensazioni hai?

“Ho iniziato da poco alla Compañía Nacional de Danza e mi trovo veramente bene. È un ambiente molto dinamico: si lavora tanto, si provano balletti diversi contemporaneamente, il repertorio è molto vario. Credo sia un’ ottima compagnia per me in questo momento della mia carriera”.

Quale ruolo senti vicino a te e perché?

“Mary Vetsera in Mayerling di Sir Kenneth MacMillan. È stato il mio primo ruolo drammatico e me ne sono innamorata. Mi ha fatto capire quanto l’artisticità sia la cosa più importante per un ballerino: non solo eseguire i passi tecnicamente ma riuscire a recitare una storia e a trasmettere al pubblico delle emozioni”. 

E quale ruolo ti piacerebbe danzare ancora non danzato?

“Manon, altro capolavoro indiscusso di MacMillan”. 

Progetti futuri?

“Vivo alla giornata. Cerco di dare il meglio di me stessa ogni giorno, che sia sul palco o nella vita reale. E non vedo l’ora di vedere cosa il futuro ha in serbo per me”. 

Una parola per esprimere la danza.

“Sentimento. La capacità di esprimere le emozioni con il proprio corpo”. 

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