07/27/2024
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Corrado Ajolfi: “Gilda”, il nuovo romanzo

di Mirella Dosi –

È uscito in tutte le librerie e gli store digitali “Gilda”, il nuovo romanzo di Corrado Ajolfi edito da Intrecci.
Sullo sfondo di Borgonuovo Terme, città ormai morente, ma con un passato di splendore, si muovono personaggi che con essa condividono legami inconfessabili e un comune destino. Gilda Iannelli è affetta da una forma di amnesia che ha cancellato i ricordi del suo passato. Tra questi la partecipazione a Miss Italia, diciassette anni prima. Pur afflitta da questa menomazione, si rifà una vita con Ulisse Bellini, giornalista di una testata nazionale, incontrato in circostanze boccaccesche. I due, ormai pensionati e liberi da impegni, saranno ossessionati dai propri fantasmi: lui dal desiderio di un’affermazione che la carriera gli ha negato, lei dal bisogno irrefrenabile di ricucire i frammenti del proprio passato. Per questo motivo iniziano a scrivere un romanzo a quattro mani ispirato alle vicende di Borgonuovo. Testimoni e attori di questa ricerca del tempo perduto sono gli amici che abitano nella loro stessa via. Luogo di ritrovo dei loro convivi è Villa Paradiso, simbolo degli sfarzi di un’epoca scomparsa che la compagnia vorrebbe trasformare in un lussuoso resort nel quale vivere insieme il resto dei giorni. A mano a mano che il racconto prende forma, riaffiorano segreti insospettabili che sembrano intrecciarsi con l’oscuro passato di Gilda. Impostato come un diario che abbraccia l’arco di un anno, Gilda è soprattutto un’ironica meditazione sul trascorrere del tempo, di cui “la città che sta cadendo a pezzi” è una provocatoria e malinconica metafora.
“Borgonuovo Terme altro non è che Salsomaggiore Terme, cittadina termale sulle prime colline parmensi, ricordata negli annali per le sue acque e per le 39 edizioni di Miss Italia che ci hanno avuto luogo fino al 2010”, spiega l’autore. “La decadenza cui è andata incontro questa città termale è un evento innegabile. Circa le cause, nella mia storia ho suggerito tra le righe una personale e libera interpretazione. Mi auguro che i salsesi non se ne abbiano troppo a male se ho calcato la mano sul malinconico tramonto della loro città. Chiedo venia per la licenza letteraria, ma mi stuzzicava troppo questo suo mutamento come emblematico palcoscenico della vita”.
Corrado Ajolfi, classe 1950, è un cardiologo di Parma da sempre appassionato di narrativa. Da piccolo, infatti, destinava una quota della sua paghetta settimanale per acquistare i libri del Club degli Editori. Durante il liceo ha iniziato a scrivere poesie e un romanzo autobiografico. Il tutto quasi interamente a mano. Sposato con un medico, ha un figlio e una nipotina. Nei primi anni ‘80 ha anticipato i tempi dotando il reparto in cui lavorava di una cartella clinica informatizzata, addestrando i colleghi medici e il personale infermieristico al suo corretto utilizzo. Con il pensionamento ha ricominciato a scrivere romanzi e racconti: “Da bambino volevo essere scrittore e sono diventato medico. Invecchiando sono tornato bambino per diventare scrittore”, racconta di sé. “Gilda” è il quinto romanzo che pubblica.
Come nasce Gilda?
“Il filo conduttore del romanzo è sintetizzato nel sottotitolo: ‘Metà dell’esistenza è dedita all’amore e altri giochi di prestigio, l’altra mezza a sopravvivere’. Uno sguardo a ritroso nel tempo, dunque, verso la metà perduta della vita, ovvero la giovinezza”.
Si è ispirato a qualcuno vicino a lei per i due protagonisti?
“Per Ulisse mi sono ispirato a qualcuno molto vicino, direi, vale a dire a me stesso: di me Ulisse condivide l’ambizione, la frenetica rincorsa di un’affermazione nel mondo, il desiderio di lasciare una traccia per la quale non essere dimenticati; e al tempo stesso il rimpianto di un passato che avrebbe potuto regalare tante opportunità, senza averle esaudite. Gilda, invece, è fantasia pura, un avatar non assimilabile a una musa specifica, un alter ego di tutti noi, un simbolo: il simbolo proprio di quella giovinezza perduta, nel cui ricordo si cerca di dare un senso alla sera che si avvicina”.
Cosa la lega a Salsomaggiore?
“E’ una cittadina vicina alla mia, in cui ho anche lavorato agli inizi della mia carriera di medico: per svariati mesi, infatti, ho pratico in un Istituto termale, in un’epoca in cui il termalismo era di gran moda e portava frotte di turisti. Nell’ultimo trentennio del secolo scorso la città ha vissuto un periodo di lusso e dissolutezza, dove affari e i soldi erano il ‘terroir’ di crescita, mentre divertimento, spensieratezza e trasgressione erano la classica benzina sul fuoco. Non per niente il massimo concorso del futile, Miss Italia, c’è stato in pianta stabile per 39 edizioni. E, come scrivo nel libro: ‘il denaro genera benessere, che va a braccetto con la bellezza, e la bellezza genera altro denaro. Un circuito virtuoso’. Poi di colpo è iniziata la decadenza – coincisa con la scomparsa del turismo termale – e la città è diventata fatiscente, il fantasma di se stessa. Inutile dire come tale mutamento mi abbia stuzzicato a usarlo come metaforico palcoscenico della vita e quindi della mia storia: prima la giovinezza, quando la vita ti viene incontro correndo, poi il declino, ‘quando si attraversa la vita in punta di piedi, per il timore d’inciampare al primo imprevisto’”.
Tre motivi per leggere il libro.
“È una storia piena di misteri, tra cui anche la scomparsa di una concorrente di Miss Italia, intrighi e avventure, e quindi ricca di suspense fino all’inquietante finale a sorpresa. È una storia esistenziale in cui i personaggi si interrogano continuamente sulla vita e su stessi, e che quindi offre un’infinità di spunti riflessivi su vari temi, dalla religione, alla politica, al sesso, ai sensi di colpa, alla pazzia, ai tradimenti. È un nuovo genere letterario. Per questo libro ho coniato il termine di thriller esistenziale: anche la vita quotidiana è fatta di segreti e misteri, perché ognuno di noi ha, o ha avuto, scheletri nell’armadio. Pertanto, non è necessario che ci siano morti ammazzati o ispettori che indagano per avere un buon thriller. Esistono anche i thriller dell’esistenza quotidiana”.

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Stefania Jade Trucch
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