05/06/2024
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Cosa fare quando lo stress va in vacanza

di Marialuisa Roscino –

Ne parliamo con la dottoressa Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista della Società Psicoanalítica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association

Dottoressa Lucattini andare in vacanza è necessario per riposare e rigenerare corpo e mente. Eppure, spesso la vacanza può generare stress, cosa fare in questi casi? 

“Il primo passo è quello di liberarsi progressivamente della fatica, anche psichica, causata dai tanti impegni e doveri della vita quotidiana, lavoro, studio, responsabilità soverchianti dei mesi invernali. In latino ‘vacantia’ significa sia ‘vuoto’, che ‘libero’. Metaforicamente, quindi, la vacanza è un tempo ben definito, libero da impegni, come se la vita fosse un vaso la cui misura sia colma ed è necessario svuotarla dall’eccesso di attività, stanchezza e fatica,  per poterla riempire ancora. È un momento di riposo, non necessariamente d’inattività, per il corpo e per la mente, in cui si soddisfano bisogni e desideri, per questo è così benefico e rigenerativo a livello psico-fisico. È un vuoto ricercato, in cui si lasciano andare pensieri e faccende che appesantiscono emotivamente, è una piacevole idea di ‘assenza’ da fatiche e ambasce, da cui sboccia una nuova e diversa azione, poiché è inconsciamente le vacanze sono sinonimo di libertà”.

È vero che la vacanza al mare, in cui si è a contatto con l’acqua, è quella che può avere maggiori benefici per la salute delle persone?

“Lo è certamente per i bambini, gli adolescenti e per tutti gli amanti del mare. Il sole rigenera, l’acqua salata è ristoratrice e giocosa, le spiagge e le scogliere, permettono di spaziare con lo sguardo e con la mente. Il vivere la maggior parte del giorno senza abiti, in costume da bagno, suscita ed evoca esperienze sensoriali che sono indispensabili per il nostro benessere interiore. Sappiamo che l’inconscio è costituito da immagini, suoni e sensazioni che favoriscono il pensare. Come afferma René Quinton ‘L’organismo umano non è che un acquario marino e il nostro ambiente interno non è che acqua di mare’. In riva al mare, con il fluire ritmico delle onde, si sperimenta e riscopre l’intimità profonda, inconscia, vitale, con se stessi”.

Quali sono, in particolare,  i benefici del mare?

“L’acqua marina ha molti benefici per la salute e il benessere fisico e mentale. L’aria di mare è ionizzata, cioè ricca di ioni negativi, benèfici sull’umore, sulla vitalità interna, sulla libido. Da un punto di vista psicologico, i paesaggi costieri in cui la mente spazia cercando l’orizzonte, l’esposizione al sole del mattino e della sera, il piacere trasmesso dai tramonti iridescenti, sono un ricostituente per l’anima. Accanto a tutto ciò, l’attività fisica all’aperto, la socialità facilitata dal contesto, il tempo per dedicarsi ai propri hobby, alla lettura, alla musica, allo sport, aiutano a star bene. Questi, sono solo alcuni dei motivi che spiegano perché il mare può allontanare la stanchezza accumulata nei mesi invernali e rigenerare il corpo e la mente, dall’interno”.

Tra gli sport al mare più in voga si esalta il surf. Perché secondo lei?

“Per le sue caratteristiche intrinseche, cavalcare le onde è come stare in equilibrio, da protagonisti, sulla ‘cresta dell’onda’ della vita, superando le difficoltà e imprevisti dell’esistenza, imparando a conoscerli. L’unicità delle emozioni suscitate dal mare è descritta da Sigmund Freud come ‘una sensazione di eternità, un sentimento come di qualcosa di illimitato, sconfinato, qualcosa di oceanico’. Questa sensazione spinge a diventare tutt’uno con la natura, in particolare con la natura di cui non si percepiscono i confini, e che ci offre un’apertura di sguardo psichico e delle potenzialità non limitate, come il mare e l’oceano. Nel surf, c’è una centralità della psiche, sulla tavola si è gli interpreti principali come sul palcoscenico.  Riconnettersi con il mare è un po’ un ritorno alle origini. Nel grembo materno, il bambino è circondato dal calore fluido del liquido amniotico. È una sorta di riconnessione con il narcisismo primario, di vita, sano e vitale. Il surf permette inconsciamente di diventare tutt’uno con il mare e raggiungere quell’unità ‘oceanica’, fusionale e maura, con le figure primarie di accudimento, la mamma e il papà”. 

Perché il mare è importante per i bambini? Quali reali vantaggi possono trarne?

“Il mare è un ‘habitat vivo’ ricco di proprietà benefiche e curative per il corpo, fonte di bellezza estetica e di piacere. L’esposizione al sole determina l’attivazione della vitamina D e un miglioramento dell’apporto di calcio, stimola inoltre, la produzione cerebrale di serotonina, l’ormone del ‘buon umore’ che regola anche l’appetito e il sonno. Sulla riva al mare si respira un vero e proprio “aerosol marino” composto di sali minerali presenti nell’acqua di mare, nel vento e nelle onde: è un toccasana per l’apparato respiratorio dei bambini. Inoltre, l’aria aperta, la sabbia, il vento, il profumo del mare sono esperienze sensoriali indispensabili per un buon sviluppo psichico, arricchiscono la mente e sviluppano la fantasia, aumentano le abilità e l’apprendimento. Il gioco libero, il modellare la sabbia, lo sperimentare con tutte le dita, dà benessere, arricchisce emotivamente e amplifica le capacità di pensiero. Tutto questo è ancora più potente se vissuto insieme a genitori e nonni”.

Qual è la durata ideale per una vacanza, affinché sia veramente efficace?

“Dipende dal tipo di vacanza e dall’età. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di vacanze più lunghe proprio per la loro struttura psicologica. Per gli adulti, una buona vacanza può essere di una settimana se ben organizzata e quindi rilassante. È considerato ottimale un periodo di due settimane, nella prima settimana dedicata al riposo e alla metabolizzazione dello stress, la seconda al piacere e al divertimento. Anche le vacanze frazionate possono essere molto efficaci e purché i periodi siano sufficientemente lunghi. Se si raggiungono mete lontane, è da tener conto che i giorni di viaggio non sono, né da un punto di vista fisico, né da un punto di vista mentale, giorni di vacanza. Ogni spostamento è come un piccolo trasloco e i traslochi, di per sé, sono sempre un po’ stressanti”.

Spesso in vacanza non si riesce mai a staccare del tutto. Spesso ci si porta il lavoro dietro e non si sta mai lontani dallo smartphone per controllare mail e notizie. Come si deve comportare chi proprio non può fare a meno di “lavorare” anche in vacanza?

“Lavorare un pochino in vacanza di per sé non è un problema, è ormai entrato nelle consuetudini, è un po’ una prosecuzione dell’abitudine consolidata dei compiti delle vacanze. L’importante è ricordarsi che ‘est modus in rebus’, concedere pochissimo al lavoro e molto tempo al relax. Da alcuni decenni, esiste però un disagio in costante aumento dovuto alla “sindrome da connessione”. La vacanza dovrebbe essere un momento dedicato anche al “riposo tecnologico”, un’occasione per staccare davvero da tutto. Mettere da parte la tecnologia è difficile, lo dimostra uno studio condotto in 17 Paesi in cui una persona su tre, ha dichiarato di avere difficoltà a prendersi una pausa dalla tecnologia, anche se temporanea. Il 39% delle persone trova difficile prendersi una pausa dalla tecnologia anche quando sa che dovrebbe farlo, il 48% dei genitori sente il bisogno di rispondere immediatamente a messaggi di testo, social network e altre notifiche. Il 72% degli adolescenti e il 78% degli adolescenti e il 69% dei genitori controlla i propri dispositivi almeno ogni ora. In Italia, circa il 50% almeno una volta al giorno controllano l’e-mail e s’informano sugli avvenimenti nella propria zona di residenza. In parte, certamente, può essere la pressione lavorativa presente anche le ferie. In parte però è determinata da ansia di separazione non gestita. Da tener presente che la costante connettività tecnologica crea un “’oop’, poiché impedisce di staccare completamente e non permette di immergersi nel nuovo ambiente e nel clima vacanziero. Tutti gli aspetti positivi, necessari, delle vacanze vanno ricercati e difesi. Le vacanze senza o con poca tecnologia, abbattono lo stress accumulato. È importante che siano organizzate rispettando i propri desideri e curando pochi, semplici ma importanti dettagli, in cui tra le parole d’ordine ci sia ‘non affaticarsi con la tecnologia’, la via maestra per riprendere le forze e godersi il momento, dei benefici del mare, tra spiagge, di calette e scogliere assolate”.

Quali consigli si sente di dare, in particolare, alle persone che scelgono una vacanza al mare per  beneficiare della propria salute mentale in estate senza troppo stress?

“Organizzare bene la vacanza, in modo da non affaticarsi una volta arrivati a destinazione; Staccare dalla tecnologia e dal lavoro il più possibile, magari mettendoli in stand-by per la maggior parte del giorno e dedicandoci soltanto un’ora al mattino e una alla sera; Cercare di organizzare una vacanza di almeno una settimana meglio se due, proprio per i benefici anche fisici del mare oltre che per i tempi di relax necessari per la mente. Con un po’ di spirito di adattamento sono possibili periodi di vacanza al mare anche a basso costo. Il mare è davvero per tutti; Per i bambini e gli adolescenti posticipare  i compiti delle vacanze al rientro, aiuta a fare nuove esperienze, permette ai genitori di non stressarsi e di godersi il tempo con i propri figli; Praticare sport da spiaggia e acquatici, sperimentare il surf anche per i bambini, è uno sport che favorisce la coordinazione, la concentrazione e le abilità scolastiche; Dedicarsi ai propri hobby, alla lettura, alla musica, allo sport, e all’ ‘otiun’, un riposo operoso ma non stancante; Curare l’alimentazione con cibi freschi e di stagione, idratarsi bene, godersi qualche gelato che è un alimento completo; Riposare soprattutto la notte in ambienti ben refrigerati, concedersi un riposo pomeridiano, non svegliarsi al mattino troppo tardi, anche per le temperature alte e l’esposizione ai raggi solari che invece, è efficace la mattina presto”.

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