07/27/2024
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Jacopo Bellussi: Una stella italiana che brilla in Germania

È Primo Ballerino del Balletto di Amburgo diretto dal grande Maestro Neumeier. Un approdo fantastico per il talento genovese formatosi a Londra.

Caro Jacopo, grande piacere incontrarti. Quali sono stati i tuoi esordi con la danza?
“Si può dire che mi sono avvicinato a questa professione un po’ per caso come succede per molti. La mia zia materna era abbonata alla stagione d opera e balletto del teatro Carlo felice di Genova assieme ad un amica. Quando avevo solo cinque anni decise di portare me e mia cugina a vedere ‘L’uccello di fuoco’ di Maurice Bejart. Fu un esperienza folgorante, come se quel mondo facesse parte del mio essere da prima ancora che io mettessi piede all’interno di un teatro: la musica, le luci, il rumore delle scarpe da punta sulla scena e quell’atmosfera impalpabile così difficile da descrivere che nasce e muore durante le effimere ore dello spettacolo, sono diventate da subito la mia più grande passione. Solo all’eta di 8 anni, dopo aver assistito al saggio di una mia amica, la sua insegnante mi disse che secondo lei avrei dovuto provare con la danza classica perché avevo le proporzioni e il fisico adatto a questa disciplina, in realtà non aspettavo altro e da lì è incominciato il tutto”.
Ti sei formato nelle scuole più importanti, Accademia del Teatro Alla Scala di Milano e Royal Ballet School. Cosa ricordi di quegli anni?
“Si sicuramente due scuole molto antiche e prestigiose, all’Accademia di ballo del Teatro alla Scala sono rimasto solamente due anni, dai 12 ai 13 anni. Quindi anche se i ricordi che ho di quel periodo sono molto belli e felici, ero ancora piccino e penso non mi rendessi conto fino in fondo di quello che era il percorso che stavo intraprendendo e dei sacrifici che mi aspettavano fino al mio trasferimento a Londra. Entrando alla Royal Ballet School a 13 anni e quindi prima alla White Lodge nella Lower School a Richmond, per poi spostarmi a Covent Garden, mi sono trovato lontano da casa dovendo imparare una lingua nuova e a rapportarmi con allievi provenienti da tutto il mondo sia geograficamente parlando che tecnicamente per quanto riguardava la loro preparazione nella danza. Sono stati degli anni meravigliosi ma non sempre facili. All’inizio ho sofferto molto la mancanza di casa e della mia famiglia e non è stato subito semplice integrarmi nel gruppo e abituarmi a questa nuova vita inglese . Ci sono stati tanti ostacoli ma ho anche conosciuto alcune tra le persone e gli insegnanti più significativi della mia vita, dei veri mentori per me che mi seguono e supportano ancora adesso nel mio percorso… oltre che dal punto di vista tecnico e artistico sono stati gli anni che più mi hanno forgiato come uomo e preparato a questa professione che è tra le più belle ma anche impegnative che esistano”.  
Cosa ti ha fatto capire che sarebbe diventata la tua professione?
“Diciamo che non c’è stato un momento vero e proprio dove mi sono reso conto di essere riuscito a trasformare la mia passione nella mia professione. Ho sempre cercato di essere onesto e allo stesso tempo molto esigente con me stesso sia nei miei confronti che in quelli della mia famiglia che mi ha sempre supportato incondizionatamente e ha fatto tantissimi sacrifici per sostenere questo mio sogno; penso sia stato questo insieme di cose che mi ha portato a coronare questo mio percorso nel diventare ballerino professionista”.
Sei oggi Primo Ballerino del Balletto di Amburgo diretto dal grande M° John Neumeier. Quale responsabilità senti per questa carica e come italiano?
“Certo la carica di primo ballerino è sicuramente stata un traguardo importante perché è la riconoscenza tangibile del lavoro svolto e di essere in un certo senso l’esempio di lavoro e disciplina all’interno di una compagnia. Penso però debba essere innanzitutto preso come un impegno verso se stessi e più come un inizio che non un punto di arrivo. Questa professione esige un constante rigore e una dedizione che devono sempre essere alla basa della nostra giornata indipendentemente dal ruolo che si ricopre nell’organico di un teatro. John ci ripete sempre quanto noi siamo privilegiati nel poter chiamare questa arte la nostra professione, e lavorare con lui oltre ad essere un grande onore è un qualcosa che ti arricchisce ogni giorno sia come professionista che come uomo”.
Quale ruolo ti piace maggiormente interpretare?
“Ho un legame molto particolare con il ruolo di Romeo perché è stato il primo ruolo principale che ho danzato qui al balletto di Amburgo, il mio secondo anno in compagnia. E’ un ruolo che mi ha visto crescere e maturare e che spero di interpretare ancora in futuro perché ogni volta che lo interpreto ci scopro qualcosa di nuovo. Inoltre, un po’ per natura è un po’ per mia indole personale mi sento particolarmente incline ai ruoli romantici perché molto simili a come sono al di fuori della scena, penso anche però che un artista intelligente debba cercare di trovare interesse, stimoli e ispirazione da qualsiasi tipo di ruolo anche quando a prima vista può non sembrargli una cosa semplice da fare”.
Ti manca il tuo Paese, l’Italia?
“In una parola sola: moltissimo. Certo non posso che essere grato di tutte le possibilità che ho avuto e sto continuando a ricevere qui in Germania. Amburgo è diventata davvero la mia città, ma la mia famiglia a cui sono molto unito, i colori della mia terra e il mio attaccamento alla mia bellissima Genova restano per me un punto fisso dove spero davvero di poter tornare un giorno. Non solo per le ferie estive”.
Cosa state preparando per quest’apertura dell’anno 2022 e in cosa sarai impegnato?
“Covid permettendo, sarà un inizio 2022 molto intenso. Infatti tra i miei primi impegni in cartellone nell anno nuovo ci saranno sia alcune repliche nel ruolo del principe Desiree nella versione rivisitata da John de ‘La bella addormentata’, che il ruolo di Joseph nell Weinachtsoratorium di Bach, un pezzo coreografato sempre da John e molto apprezzato dal pubblico amburghese che riportiamo in scena tutti gli anni nel periodo post natalizio. A marzo seguirà anche una tournée negli Stati Uniti con Bernstein Dances e Matheus Passion, altri due titoli torici e molto significativi nel repertorio della compagnia”.
Progetti futuri?
“In questo momento sto lavorando su un progetto molto ambizioso e impegnativo che porterò a Genova nell’aprile del 2022. Il mio desiderio più grande è quello di riportare nella mia Genova la tradizione e la passione verso la grande danza che si respirava negli anni storici del Festival di Nervi diretto da Mario Porcile, dove le più grandi compagnie mondiali e le più famose étoiles internazionali tra cui Nureyev, Fracci e Fonteyn, erano invitate al Teatro ai Parchi di Nervi incantando il pubblico che veniva da tutta Italia appositamente. La prima settimana di aprile vedrà una serie di master classes al teatro Carlo Felice con maîtres de Ballets invitati da varie compagnie europee dando la possibilità agli studenti delle scuole private liguri di lavorare con professionisti di altissimo livello. La settimana terminerà la sera dell’8 aprile con un Gala di Danza dedicato interamente all’arte dei passi a due, dove si potranno ammirare  alcune tra le stelle più luminose del panorama del balletto europeo provenienti da compagnie prestigiose come l’Hamburg ballet, il Royal Ballet di Londra, il Royal Danish Ballet di Copenaghen, lo Staatsballett Karlsruhe e molte altre. Spero con tutto il cuore che sia l’inizio di un percorso”.
Come definiresti la danza con una sola parola?
“Libertà”.


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Nicola Acunzo: Quand
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