04/20/2024
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La bella favola dei Giroinsi

Alla scoperta di un gruppo molto amato dal pubblico, che potrebbe già considerarsi campione del mondo. La band musicale romana rilascia in questo periodo il nuovo EP “Il futuro è già qui”

di Silvia Giansanti

Un giro in Ciao o con il Sì, giusto per tornare in quei mitici ani ‘80? Direi Giroinsi! Parliamo di un sorprendente e sognante gruppo musicale che si è formato nel 2011, già on the road quindi da parecchio tempo, con un progetto ambizioso che ha sempre voluto unire gusti ed età differenti, sfruttando la gavetta ventennale di cover, ma soprattutto che vuole sfidare tutti i pronostici. Il nome, peraltro ispirato ad una canzone di Daniele Silvestri che con ironia si muove tra giro armonico e il famoso motorino anni ’80, dichiara la semplice ma efficace positività dell’avverbio Sì. Molte sono le influenze musicali; si va dai Beatles a Elvis Presley, passando per i Duran Duran, i Pooh e la PFM. Risultato, un bel mix di influenze Brith Pop, Rock USA, venature Prog e sfumature vintage,restando fedeli alla tradizione italiana sia nei testi che nelle melodie. Sono stati vincitori del Wave Music Awards per tre anni consecutivi, dimostrazione lampante di quanto sia potente questo gruppo composto da Sergio De Bella (voce e acustica), Valeriano Dominici (chitarre), i fondatori Ilario Mattei (basso e voce) e Giovanni Federici (batteria). Da sottolineare che sono stati chiamati ad aprire concerti di Marco Masini, Alexia, Paolo Vallesi, Massimo Di Cataldo, Anonimo Italiano, Moreno e New Trolls. Nel 2015 è uscito in tutti i digital store e negozi il primo lavoro in studio. Per il momento i Giroinsi restano un sogno senza scadenza, un treno senza destinazione e senza orario d’arrivo. Solo un posto, lato finestrino per godersi meglio il viaggio.

Dal nome presumo che siete molto affezionati agli anni ’80 o sbaglio?

“Siamo riconoscenti agli anni in cui ci siamo formati, quando credevamo di essere piloti del mondo, invece che semplici passeggeri. Sapere da dove arriviamo è la bussola per capire dove vogliamo andare”.

Gruppi e artisti preferiti di quel periodo d’oro per la musica.

“Dal progressive dei ‘70 alla New Wave Inglese degli ‘80, passando per il Rock Americano, restando fedeli alla grande scuola dei cantautori italiani”.

Quali sono i vostri obiettivi e cosa vi sprona ad andare avanti? 

“Il calabrone ha il corpo troppo grosso e ali troppo piccole per volare. Eppure vola lo stesso. Siamo per le sfide impossibili, per il mai dire mai. Vogliamo arrivare ovunque ci sia ancora qualcuno disposto ad ascoltarci”.

Da cosa è arricchito il vostro viaggio?

“Nella valigia abbiamo tutto quello che ci serve: passione, amicizia, l’amore di chi ci ama e fiducia nel futuro. Poi sane risate, un piatto tipico e buon vino della casa. L’elisir di lunga vita, insomma”.

Da chi siete apprezzati maggiormente?

“Siamo come Garibaldi, ‘la band dei 2 mondi’. C’è un pubblico italiano maturo, pigro ed esigente. Difficile ma competente. Poi esiste un sorprendente seguito dall’Argentina e Venezuela”.

Come siete arrivati fin lì?

“C’è una lunga storia alle spalle. In breve, sono il figlio di un vice console onorario italiano in Venezuela e unitamente a questo ho parenti ed amici a Buenos Aires. Il gioco è fatto”.

Da chi è partita l’idea di formare un gruppo?

“Valeriano e Sergio avevano un antico sogno impolverato quasi dimenticato. Era ora di aprire il cassetto. Ilario e Giovanni sono arrivati proprio quando serviva la benzina per correre”.

Una vostra breve impressione sull’attuale mondo musicale.

“Oggi è tutto mordi e fuggi. C’è molto più spazio per tutti ma paradossalmente c’è meno tempo e interesse ad approfondire. Abbiamo amato il vinile, impariamo a voler bene all’mp3. Sappiamo stare al passo ma ci fidiamo ancora del ritmo del cuore. Un privilegio per pochi”.

Dove sognate di fare un’esibizione?

“In uno stadio sold out, in diretta via satellite a reti unificate sul pianeta Terra. Siamo moderatamente ottimisti”.

Prossimi impegni e progetti?

“È in uscita il nuovo EP ‘Il futuro è già qui’ disponibile in tutti i digital store e negozi. Poi seguirà il tour nelle piazze e promo nelle radio. Se mantiene le promesse e fa bene il suo lavoro, sentirete parlare presto dei Giroinsi. Ad maiora”.

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