04/26/2024
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Mario Zamma, segni particolari: “Sbussolato”

di Mara Fux

Il grande pubblico lo conosce per essere uno dei volti di spicco de “Il Bagaglino”. Tanti i personaggi imitati e ognuno mantenendo le proprie caratteristiche.

Mario e il Bagaglino.

“Quella del Bagaglino è una grande famiglia nella quale sono entrato nel 1987 e a cui sono onoratissimo di appartenere. Come si suole nelle grandi famiglie quando c’è un appello io sono sempre pronto a rispondere e quest’anno l’appello è previsto per il 21 novembre”.

Tra i personaggi che hai imitato quali sono stati quelli che il pubblico ha applaudito maggiormente? 

“Sicuramente Rosi Bindi, Buttiglione, Prodi, Beppe Grillo; e poi Benita, il primo che ho interpretato sul palco del Salone Margherita”.

Cosa è cambiato nel “fare satira” nel corso di questo trentennio? 

“E’ cambiato tutto, a cominciare dai soggetti della satira. All’epoca la satira politica faceva davvero da padrona, erano i politici stessi che chiamavano per essere rappresentati perché capivano bene che, al di là della nostra rappresentazione sempre molto fine e sottile, comparire sul nostro palcoscenico voleva dire essere in voga. Oggi le cose sono ben diverse, a cominciare dal fatto che non ci son più veri partiti: oggi se dici un improprio a Renzi rischi di offendere la mamma di Berlusconi”.

Contemporaneamente all’attività del Bagaglino sei in tour nazionale con “Tre papà per un bebè” e “Sbussolati”. 

“Esatto, due lavori teatrali prodotte dalla Good Mood di Nicola Canonico che nella prima è anche in scena come attore. Ad entrambe tengo molto perché con il loro successo fanno anche capire al pubblico che io non sono soltanto un imitatore. Ti dirò di più e cioè che proprio grazie alla reciproca stima professionale e alla sincera amicizia che si è creata con Nicola nel corso delle 50 repliche di Tre Papà, è nato il progetto ‘Sbussolati’, firmato anche da Roberto D’Alessandro che ne ha curato la regia, portato in scena lo scorso anno per la prima volta e replicato a inizio ottobre al Teatro delle Muse”.

Di che si tratta? 

“Io amo definirlo un progetto teatrale sociale perché attraverso la rappresentazione della vicenda personale del protagonista unico e assoluto, che sarei io, finito sul lastrico dopo la separazione da una moglie di quelle che ti toglie tutto e ti fa finire a dormire in macchina, vengono analizzati tutti gli aspetti del mondo che ci circonda. ‘Sbussolati’ è il disorientamento della società di oggi che va veloce e non sa più che fare:  è uno spaccato in cui tanta gente si ritrova”.

Come reagisce il pubblico? 

“Partecipa. La comicità è figlia del dramma e la verità è che si ride sui drammi quando li si vede rappresentati. E’ anche un po’ catartico. Molti vedono in quello che succede il dramma dei papà fuori casa, quelli costretti a separarsi dai figli, messi sul lastrico da mogli iene. Analizzo parecchio anche la figura della donna di oggi differenziando bene quelle che nel matrimonio vedono un punto di partenza e quello che lo vedono come un affare da combinare per sistemarsi.”

Quindi, riassumendo per i tuoi fans, la tua stagione ti impegna con il tour di “Tre papà per un bebè” e “Sbussolati”, nonché con la messa in onda degli appuntamenti al Bagaglino in televisione, giusto?

“No, ce n’è ancora uno, stavolta in libreria ovvero con il mio libro ‘Malincomico’, una sorta di elettrocardiogramma con cui analizzo l’intera società di oggi punto per punto, passione per passione. Ma se di questo vuoi sapere di più c’è una sola cosa da fare: leggerlo”.

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Annachiara Mantovan
Lino Guanciale: “H

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