07/27/2024
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Danila Stalteri: Un’estate piena di impegni e un autunno ricco di progetti

di Mara Fux –

Attrice, produttrice, regista l’infaticabile attrice romana anticipa a GP Magazine gli impegni di una stagione teatrale che la vede a tutto tondo protagonista del palcoscenico. 

Danila, l’estate è ormai nel vivo e già ti abbiamo trovata presente nelle località della provincia con i tuoi spettacoli “manco fossi Laura Chiatti” e “Odio i monologhi però li faccio”. Che intenzioni hai: zero riposo? 

“Beh, qualche pausa me la concederò anche se le giornate di stop saranno davvero poche in quanto agli spettacoli  si aggiungono alcune conduzioni di eventi come il premio Amico del Consumatore organizzato da Codacons, rivolto a personalità dell’economia. Condurre non è propriamente la mia priorità artistica ma quando mi viene proposto è un ruolo che mi calza benissimo”.

Oltre a recitare e, a questo punto, condurre, tu produci spettacoli teatrali: che progetti hai per la prossima stagione? 

“Parecchi. Inizio in ottobre, dal 5 al 15, al Teatro degli Audaci con la regia del debutto come monologhista di Leonardo Bocci, influencer che ha lavora con me in “Ti va di sposarmi?”, spettacolo che tra l’altro è in cartellone per la prima volta al Martinitt di Milano”.

E in cosa lo dirigi? 

“In “Aò”… o almeno questo è il titolo provvisorio, legato alla sua attività di influencer ed ai suoi brand. Un titolo poco teatrale, lo ammetto, ma che a lui ha portato fortuna”.

Te come attrice invece, dove sarai? 

“Sempre in ottobre, dal 3 al 15, sarò al Teatro de’ Servi con Fabio Ferrari in “Guida pratica per coppie alla deriva”; poi a novembre, dal 2 al 5, passerò al Teatro Sette Off in un monologo drammatico intitolato  “hasta siempre Frida”, a febbraio, dall’8 al 24, sarò al Teatro degli Audaci con Gianni Ferreri in “ti ammazzo col gas” e chiuderò la stagione al Teatro dei Servi proprio assieme a Leonardo Bocci con “ti va di sposarmi? Che andrà in scena dal 30 aprile al 12 maggio”.

Danila, c’è un incendio. Di tutti i tuoi spettacoli puoi salvarne solamente uno, quale? 

“C’è poco da riflettere: “manco fossi Laura Chiatti” perché è il mio manifesto, esprime dall’inizio alla fine me stessa e la mia linea di pensiero. La soddisfazione più grande è quando qualcuno al termine dello spettacolo mi chiede: ma è davvero così? Perché chi guarda dall’esterno questo lavoro vede solo l’aspetto glamour e non il tristanzuolo”.

Hai qualche nuovo testo pronto nel cassetto? 

“In realtà quello che ho è poco più di un’idea e meno di un abbozzo ma si tratta di un monologo sulla figura del figlio di Sibilla Alerano la prima donna che ha lasciato il marito ai tempi in cui ancora non esisteva il divorzio”.  

Un personaggio che ammetto di non conoscere.  

“Sono in molti a non conoscerla, ha vissuto a cavallo tra la fine dell’800 e il ‘900  quando l’abbandono del tetto coniugale era un reato perseguito dalla legge; vittima di un matrimonio impossibile e di un marito violento che la picchiava, la insultava, uno che –tanto per intenderci- quando non era in casa la spogliava nuda e le nascondeva i vestiti perché non potesse scappare, Sibilla trovò la forza per ribellarsi a tutto questo grazie anche ad un padre illuminato che non solo la seppe ascoltare ma che la accompagno dai carabinieri per denunciare le percosse ed il quale, capendo che per la figlia non c’era altra soluzione, la sostenne nell’abbandono del marito e del figlio”. 

Quindi Sibilla fuggì? 

“Sì, fuggì nottetempo dopo aver fatto addormentare suo figlio al quale, in cuor suo, promise di tornare a riprenderlo cosa che non poté mai fare perché ovviamente fu osteggiata oltre che dal marito stesso anche dai nonni paterni che lo crebbero tenendolo all’oscuro dei tentativi che ella faceva per incontrarlo. È stata lei stessa a narrare l’episodio nel libro “Una donna” sottolineando come restando, avrebbe pure potuto esser per lui una buona madre ma certamente, percossa e umiliata continuamente dal marito, non avrebbe mai potuto esser per lui esempio di dignità”. 

E tutto questo dove avveniva? 

“Era di Torino ma avvenne nelle Marche, regione di provenienza del marito”.

Come mai vuoi fare un monologo sul figlio e non su di lei? 

“Perché mi attira tantissimo la figura di questo figlio conteso tra due genitori, una figura emotivamente moderna, se vogliamo, che si avvicinerà alla madre solo in tarda età e che solo allora potrà conoscere l’immenso amore di lei”. 

Anche questo progetto diventerà una tua produzione: non hai timore a produrre spettacoli.

“Certamente anche perché non ho beni al sole frutto di eredità o di successi  cinematografici! Come dire: sono una produttrice senza portafoglio che investe su stessa e sulle proprie capacità per lavorare”.

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Giada Sciortino: Da
Cinzia Clemente: “

redazione@gpmagazine.it

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