07/27/2024
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Salvio Simeoli

“C’ho provato e ce l’ho fatta”

Fino a 21 anni era un calciatore in serie C, poi un infortunio gli ha “aperto” un’altra carriera: quella di attore. Da “La Squadra” a “Un posto al sole”, fino al “Restauratore”, andato in onda di recente su Rai Uno, il pubblico ha imparato ad apprezzarlo come si deve. In estate sarà al cinema con “Fallo per papà”

di Costanza Cambriani

È approdato alla recitazione un po’ per caso, ed i successi ottenuti lo hanno convinto che questa è la sua strada.Salvio Simeoli, 32 anni, proviene da una realtà diversa da molti dei suoi colleghi, e forse, proprio tali esperienze lo hanno formato fino a farlo diventare l’uomo che è oggi. Ha preso parte a molte fiction tra cui “ La Squadra”, “Un posto al sole” e “il Restauratore”, andato in onda recentemente su Rai Uno. Ha lavorato al cinema con registi come D’Alatri, ed in primavera sarà sul grande schermo con “Fallo per Papà” per la regia di Leopoldo Pescatori. Nel suo cammino non ha però tralasciato esperienze teatrali infatti nel corso del 2011 è stato anche protagonista di tre spettacoli teatrali tra cui la commedia “Lui che ama mio maritoinsieme a Sergio Arcuri e il musical Maria di Nazareth” in cui ha interpretato il ruolo di Gesù di Nazareth.

Tv, cinema e teatro, in quale campo ti esprimi meglio?

“Le esperienze sono molto simili tra loro e diversissime allo steso tempo. La preparazione per una parte è uguale tutte le volte, è l’approccio che cambia. In televisione le tempistiche sono molto più veloci, mentre nel cinema si lavora di più, è più dettagliato. Nel teatro ci vuole molta concentrazione. Io mi butto sempre anche se il teatro mi da dei brividi in più. Qui il linguaggio del corpo è fondamentale e hai un riscontro immediato. Capisci subito se vali o no”.

Com’è stato all’inizio?

“Ho fatto il calciatore in serie C2 fino a 21 anni, poi per un infortunio ho dovuto smettere, ambivo in alto e il fatto di essere sceso di categoria mi ha portato ad abbandonare. Un giorno ho accompagnato un’amica ad un provino e lì ho incontrato quello che sarebbe diventato poi il mio futuro agente che mi consigliò un corso di recitazione.  Io che ero molto timido all’inizio non ero molto convinto, ma poi mi sono detto ‘proviamoci!’. Il corso oltre ad insegnarmi tanto mi ha fatto molto bene anche sul lato caratteriale, mi sono sciolto tantissimo. Ho iniziato a lavorare subito, devo dire che o fatto poca gavetta da attore, ma molta di strada”.

Infatti vieni da una realtà molto dura e discussa come quella di Scampia. Come ha influenzato il tuo percorso?

“Dura soprattutto sotto l’aspetto sociale. Quando parlai in famiglia di questo percorso che stavo per intraprendere mi dicevano: ‘che lavoro vuoi fare? L’attore mica è un lavoro!’.  Mi prendevano in giro per la dialettica e la dizione. Sono considerato un marziano. La realtà in cui vivi non giustifica il percorso che segui, io voglio migliorarmi, il ‘poverino è nato là, che deve fare’ non fa per me”.

Come sei nella vita privata?

“Come mi vedi? Ecco io sono così. Sono un giocherellone, non mi prendo mai sul serio. Non sono impostato, se ti conosco da un giorno o da dieci anni sono uguale”.

Cosa cerchi nell’altro sesso? Hai un tipo di donna ideale?

“Non cerco quello che ormai è frequente vedere in giro. All’inizio non ci volevo credere invece mi trovo spesso davanti donne che passano anche sopra i cadaveri pur di fare qualcosa. Negli anni mi sono incattivito e devo dire che per me è un po’ difficile. Sono alla ricerca di quei valori veri che stanno scomparendo. Non mi ci ritrovo molto in questa nuova realtà. Sono alla ricerca di una persona vera, limpida e mi piacere avere un figlio”.

Sei considerato un sex symbol, tieni molto alla cura del corpo?

“Ora come ora non sono proprio in formissima! Generalmente non faccio più di altri, sono geneticamente fortunato. Certo cerco di fare una vita sana, ma quello lo faccio a prescindere dai risultati fisici”.

Cosa consigli ai giovani attori che si affacciano al mondo della recitazione oggi?

“Aprite le orecchie e lasciate perdere le promesse di un successo facile. Bisogna studiare e studiare anche per capire se questa strada piace veramente e se ci si è portati. Chi studia vince! Chi non studia prima o poi cade. Avere una buona base è fondamentale”.

 

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Miriam Dalmazio

redazione@gpmagazine.it

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