07/27/2024
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Giulio Diligente: “In Finlandia ballo e mi sento a casa”

Recentemente ha vinto il Premio all’Helsinki International Ballet Competition. Proviene da una famiglia di danzatori e questo l’ha facilitato senz’altro ad intraprendere la carriera in questo ambito ma in più ci ha messo un talento eccezionale. Si chiama Giulio Diligente e lo scorso anno, giusto per rimarcare il suo prestigio riconosciuto a livello internazionale, è arrivato alla finalissima del Prix de Lausanne 2021.

Giulio, sei un giovanissimo danzatore ma che sta già ottenendo immensi successi. Parlaci di come nasce la tua passione per la danza.

“Grazie mille per la meravigliosa opportunità di poter condividere la mia storia. La mia passione per la danza nasce in ‘famiglia’, fin da quando avevo tre anni ho avuto la fortuna di poter coltivare quest’arte. Ho iniziato a intraprendere questa carriera sotto forma di gioco nella scuola di danza dei miei genitori, il Centro Danza ‘Diana’. Con il passare del tempo ho imparato ad amare quest’arte sempre di più, insieme a quest’ultima fin da bambino ho coltivato per vari anni un’altra delle mie passioni, il calcio; fino a quando ho dovuto decidere per poter dedicarmi al 100 per cento solo ad uno dei miei due grandi passatempi. Cosi all’età di 14 anni ho deciso di trasformare questo hobby in un vero e proprio progetto futuro di lavoro, trasferendomi in Portogallo per poter studiare danza a livello professionale nel Conservatorio Internazionale di Danza Annarella Sanchez”.

Nasci da una famiglia di danzatori. I tuoi genitori hanno una importante realtà di danza nel campano e anche i tuoi fratelli sono ballerini. Come vivete insieme tutto questo? 

“Sì, ho avuto sempre la fortuna di avere la strada già ‘spianata’ dai miei genitori e dai miei fratelli. I loro consigli sono sempre i più preziosi ed i più giusti. Poter parlare in famiglia di quest’arte anche utilizzando termini tecnici facilita molto la comprensione tra di noi in generale. Ho capito la fortuna che avevo in Italia quando in Portogallo vivevo in una famiglia che accoglie parecchi studenti del conservatorio e notavo che quando i miei amici parlavano con le loro famiglie avevano più difficoltà nel far comprendere lo svolgimento della nostra giornata accademica”.

Sei da diverso tempo al Finnish National Ballet di Helsinki. Come ti trovi? 

“Tutti quanti prima di trasferirmi in Finlandia mi avevano parlato benissimo di questo Paese ma, come ogni cosa, non ti rendi conto di ciò che gli altri ti dicono fino a quando non lo vedi con i tuoi propri occhi. Oltre al fatto che sia un Paese meraviglioso, giovanissimo e soprattutto civile ed organizzato, il teatro è a dir poco fantastico. Partendo dalle persone che ci lavorano fino alla struttura, tutti sono super socievoli sempre pronti ad aiutarti e non importa quale carica gerarchica occupano. Mi sento davvero fortunato di poter dire che lavoro in un teatro ed una compagnia del genere, una delle migliori in Europa se non a livello globale, appena arrivai mi dissero: ‘Benvenuto nella tua seconda casa’,  da lì si può capire l’ospitalità e l’amore per l’arte che prova il popolo finlandese”.

Il tuo parametro sulla danza in Italia e all’estero?

“Trovo una differenza culturale nell’approccio all’arte e in particolare alla danza, prima di aver vissuto in Finlandia ero in Portogallo ed ho potuto constatare come ogni paese con la propria cultura ha un modo di relazionarsi diverso con l’arte e con la danza. La società finlandese è molto propensa al mondo dell’arte e dello spettacolo, per loro andare a teatro per vedere un’opera o un balletto e come se dovessero andare al cinema e si capisce subito dalla platea che è sempre sold out. La nostra platea contiene 1500 posti e non importa se lo spettacolo è nei giorni feriali o festivi perché è sempre piena ed il pubblico, di qualsiasi fascia d’età, si dimostra sempre caloroso nei nostri confronti. Molto spesso i nostri spettacoli vengono trasmessi in prima serata dal canale nazionale, da questo si deduce la considerazione che ha l’arte nella società”.

Hai vinto recentemente il Premio all’Helsinki International Ballet Competition. Oltre ad essere un orgoglio italiano all’estero per tutti noi, come vivi questo traguardo?

“Senza nessuna ombra di dubbio che questo premio sia stato il punto più alto della mia carriera fino ad adesso. Sono molto fiero di aver portato l’Italia in finale dopo una lunga selezione, cosa già successa per il Prix de Lausanne nel 2021 e felice perché dopo vari anni di lavoro e sacrifici, ricevere questo premio, il premio più ambito della mia categoria, è stato un grande riconoscimento personale. Ovviamente chi ha ballato sono stato io, ma non avrei mai raggiunto un livello così alto senza una preparazione tale e perciò devo ringraziare in primis la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, tutti gli insegnati che hanno lavorato con me durante tutti questi anni, i miei amici ed il mio preparatore atletico, che è stato ben più di un semplice preparatore tecnico ed atletico, Xiaoyu He anche lui Grand Prix dell’Helsinki International Ballet Competition nel 2009”.

Quali titoli sono previsti per la nuova stagione nel tuo teatro e quali ruoli danzerai?

“Non si sa ancora quali ruoli danzerò ma sicuramente anche la prossima stagione sarà un anno ricchissimo di magnifiche produzioni come: ‘Romeo e Giulietta’ di John Cranko, ‘Raymonda’ di Tamara Rojo, ‘Carmen’, ‘Triple Bill’, ‘Lo Schiaccianoci’ di Wayne Eagling and Tour van Schay, ‘Pippi calzelunghe’ per far appassionare anche i più piccoli al mondo della danza e ‘Dr. Jekyll & Mr. Hide’. Per finire la stagione terminerà con un tour per tutta la Finlandia durante il mese di maggio di ben 300 persone”.  

Se dovessi riassumere la danza in una parola quale sarebbe? 

“Libertà. Libertà perché credo che un ballerino sia un’artista a 360 gradi, deve sapere interpretare, essere virtuoso tecnicamente e soprattutto avere il piacere di ciò che fa, godersi il momento non sperare che quell’attuazione finisca il prima possibile. Quando ballo mi sento libero di poter saltare, girare, esplorare lo spazio, ecc. sempre sotto il controllo dalla mente che pensa alla tecnica e tutte le sensazioni sviluppate durante le ore ed ore in prova per poi poter raggiungere un certo risultato”. 

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Layz: figlio del loc
Paolo Conticini: “

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