07/27/2024
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Cinzia Clemente: “La svolta nella mia carriera grazie all’incontro con Michele Placido”

di Giulia Bertollini –

E’ diventata popolare per aver preso parte alla serie tv di successo di Raiuno Imma Tataranni. Cinzia Clemente sarà presente anche nella terza stagione. Le riprese sono iniziate a marzo e proseguiranno in estate. La Clemente ha partecipato però in questi anni anche ad altre fiction che sono entrate nel cuore del pubblico come Il Commissario Ricciardi. In questa intervista, Cinzia ha ripercorso la sua carriera svelando anche i suoi prossimi progetti. 

Cinzia, sei diventata nota al pubblico per l’essere l’amica di liceo di Imma Tataranni nella popolare serie tv di Raiuno. Com’è andata questa esperienza sul set? Hai partecipato anche alle riprese della terza stagione? 

“Sicuramente è un ruolo che mi ha dato notorietà e suscitato simpatia. D’altronde Imma è un personaggio sui generis, una donna forte all’esterno, ma molto emotiva e dolce. L’esperienza sul set è sempre divertente, a partire dalle idee di Francesco Amato (il regista), agli aneddoti da backstage. Lavorare su questo set è sereno, tutti sono amabili. Ebbene si, ci sarò anche nella terza. E se ci fosse una quarta? Spero di essere ancora lì!”.

Imma Tataranni ha avuto un grande successo. Come te lo spieghi? Qual è il segreto di questa serie così seguita?

“Mariolina Venezia, che è l’autrice della serie di romanzi da cui è stata tratta la serie RAI, è colei che ha dato vita al personaggio di Imma. Una donna divisa fra due amori, quello per suo marito, rassicurante al punto giusto, e quello del giovane Calogiuri che per molto tempo è platonico. Credo che il cocktail giusto sia proprio il fatto che Imma è un po’ tutte noi. Un po’ travolte dal lavoro, dalle incombenze, dai nostri obblighi, e con tanto desiderio di fare ogni tanto dei colpi di testa, magari proprio con un bel ragazzo che ci dimostri interesse. Poi c’è da dire che gli scenari del giallo, poliziesco, sono una ottima base sulla quale si appoggia tutto il racconto”. 

Hai recitato anche nella serie “Il Commissario Ricciardi”. Che ricordo hai del regista Alessandro D’Alatri? 

“Il suo ricordo è indelebile. Non riesco ancora a capacitarmi che non ci sia più. I suoi occhi profondi e azzurri, i suoi baffi con cui incorniciava il sorriso… Un regista che mi ha colpita per la sua grande umanità. E la sua consapevolezza di sapere cosa voler ottenere dai suoi personaggi. Ho amato la sua cura, le cose dette prima di girare, i consigli, le risate. Perché Alessandro D’Alatri era, anzi è, innanzitutto una persona “nobile”, nell’animo. Come poche”. 

Come ti sei avvicinata al mondo della recitazione? 

“Mi trovavo a Napoli, insegnavo danza, un regista venne in Accademia per scegliere una danzatrice che interpretasse la linea melodica dei brani cantati di Edith Piaf. C’era un pianoforte e un sax, come musica dal vivo. E poi, mi chiese di leggere due passi dal diario della nota cantante francese. Io ero titubante perché non mi ero mai messa in discussione come attrice, ma il regista si fidò di me, al punto di farmeli interpretare. Avevo 20 anni. E debuttai al Bruttini di Napoli. Da lì poi si aprirono tante opportunità”.

La svolta nella tua carriera è avvenuto grazie all’incontro con Michele Placido. C’è stato un consiglio in particolare che ti ha dato? Cosa ricordi di quell’incontro?

“Sì, avevo 27 anni, e non avrei mai immaginato che Michele Placido potesse scegliermi per un film suo, con attori di spessore, come Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Giovanna Mezzogiorno (solo per citarne alcuni). La cosa che mi piace ricordare è che siamo in ottimi rapporti di stima e di rispetto reciproco. Di consigli? Me ne avrà dati migliaia, in questi 25 anni di conoscenza! Poi ho avuto la fortuna di conoscere suo fratello Gerardo, con cui lavoriamo spesso a Teatro. Quindi mi sento in famiglia, ogni volta che ci si sente o ci si vede. Sono due persone che mi hanno dato tanto a livello umano, oltre che artistico”.

Tra i prossimi progetti che vedremo in tv c’è anche il “Metodo Fenoglio”. Avevi già letto i romanzi di Gianrico Carofiglio? Che personaggio interpreti? Che aria si respirava sul set?

“Sì, conoscevo già Carofiglio, in quanto è uno stile che a me piace molto. Devo ammettere che quando mi hanno fatto fare il provino, ero un po’ incredula. Sono quelle cose che ti arrivano all’improvviso e ti senti fortunata di aver avuto una possibilità. Il mio è un personaggio secondario, sono una signora delle pulizie che ha trovato un uomo ucciso in casa sua. E, giustamente, chiama le forze dell’ordine per testimoniare. Ma i dettagli li scoprirete meglio in autunno su RAI1. Un Maresciallo intenso, quello di Alessio Boni”.

Prossimi progetti? 

“Con la mia Accademia, in collaborazione con Lucia Dipaola e Fabrizio Pastore, abbiamo realizzato un cortometraggio con cui stiamo partecipando a diverse selezioni di festival. E’ una scommessa che abbiamo provato a vincere, con le nostre idee e la professionalità che abbiamo. Poi sempre con i miei allievi, in estate ci sarà un Musical; per il cinema attendo esiti di selftape e provini, che ormai sono il pane quotidiano per noi attori. In autunno ci sono sicuramente molte novità, ma è prematuro parlarne”. 

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