05/09/2024
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Elena Bresciani: Il mezzosoprano internazionale che fa musica in modo “sostenibile”

di Francesca Ghezzani –

Esperta di voci femminili che segue in tutta Italia, oltre alla fama come cantante lirica che l’ha portata a cantare in ogni parte del mondo, dal Vaticano alla Carnegie Hall di New York, Elena Bresciani è plurilaureata in Lettere all’Università Statale di Milano, in Canto Artistico al Conservatorio Donizetti di Bergamo, in Voice Performance al Trinity College of Music di Londra e si è inoltre specializzata in Educazione alla Teatralità all’Università Cattolica di Milano e in Teologia Spirituale alla Facoltà Teologica di Milano.

Elena, ho letto di te in un’intervista che hai rilasciato che eri una bambina timida, il canto ti dava felicità e ti faceva sentire libera, da questo è iniziata tutta la tua storia. Lavorando sodo e con tanta forza di volontà, la tua vita artistica è diventata esattamente quello che avevi sognato da piccola: dai teatri, alla radio, alla giuria in concorsi internazionali prestigiosi. Tutto diventa possibile se lo desideri davvero e ti impegni ogni giorno per conseguire i tuoi obiettivi? 

“Tutto diventa possibile, ma ne paghi un prezzo in termini di emotività e tempo, questo genera ansie, frustrazioni, fratture interiori, stanchezza. Il percorso dell’Arte e quello della Vita sono intrecciati, perché un Cantante porta tutto sé stesso nel proprio lavoro: il suo modo di essere, di rapportarsi al mondo. Per questo è necessario per un giovane musicista/artista e anche per una persona che già esercita professionalmente la sua arte, fare un lavoro di crescita personale costante, di consapevolezza di sé, da lì si parte per definire sé stessi, la propria unicità, gli intenti di verità da portare ai fruitori. Il mentore è fondamentale in tutti gli step del percorso artistico, perché il cantante solista è solo ed avere una “spalla” su cui piangere o su cui appoggiarsi, qualcuno con cui confrontarsi e consultarsi è fondamentale. Non si canta solo con la voce, la voce è solo uno dei tanti requisiti da coltivare, io lavoro su tutti quei requisiti che fanno la differenza fra un bravo professionista ed un vero artista”.

Qual è a tua idea di Canto e di Mentore? 

“Il canto è amore e disciplina, arte e scienza. Il canto è proiezione di sé, della parte più pura, vera e autentica dell’essere. La voce è lo specchio dell’anima. I filati parlano di tanto studio, di quanto ti puoi concentrare, di quanto fragile sei. Le note gravi parlano delle tue ombre, del tuo coraggio, della tua voluttà. Gli acuti di quanto sai renderti puro e redimerti nella preghiera. Gli armonici dicono quanto sei complesso interiormente. Il vibrato dice di quanta emozione vivi. Ho imparato a comprendere l’anima delle persone, ascoltando la loro voce. È un esercizio per nulla banale, quello di mettersi in silenzio ed in ascolto profondo per capire l’altro. È lo stesso silenzio e la stessa concentrazione che mi serve per mettermi a nudo sul palco, per dare fino alle viscere. Credo che proprio questo atteggiamento di ascolto, questo tipo di sensibilità che a me è costata così tanta sofferenza, renda me unica come insegnante. Questa è la mia unicità e non è per tutti, ma per chi ne ha bisogno, per chi la sa accogliere. Il mentore che da anni lavora su sé stesso, può aiutare il collega della generazione successiva alla sua a trovare sé stesso, la propria unicità, accompagnandolo con forza e tenerezza. Lavoro con poche voci, perché voglio esserci davvero per loro, esserci come persona”.

Cosa cerchi e cosa tiri fuori nelle e dalle voci che ti si propongono? 

“Cerco voce, intelligenza e coraggio; ‘tiro fuori’ quello che l’allievo ancora non vede di se stesso e della propria voce: bellezza, unicità, verità. È già un diamante, io lo ‘estrovergo’ e individuo dove brilla di più, qual è il repertorio più adatto, la sua area di genio (anche monetizzabile ovviamente!)”.

Quale soddisfazione hai provato nel vedere alcune tue allieve fra i protagonisti della trasmissione “E Viva il Videobox” su Rai2, spin off di “Viva Rai 2” di Fiorello? 

“Sono contenta dei risultati dei miei allievi di pop, quest’anno hanno presenziato a Sanremo, alla Rai, a Gold TV, Antenna 3, in altre kermesse importanti e abbiamo progetti per X Factor Malta in corso. Ho studiato la tecnica del canto pop in America e lavoro su cinque registri, so dove toccare la voce, come potenziarla, quando si lavora sodo i risultati arrivano. Per una cantante lirica è divertente vedere questi risultati anche nel pop”.

Di recente è arrivato un riconoscimento alla tua scuola, il Digital Transformation Award, dal Trinity College London. Raccontaci…

“È un premio per la sostenibilità, nel rispetto dei valori dell’Agenda 2030 stilata dall’ONU, che faccio miei come posso, nel mio piccolo. Il mio studio è sede d’esami del Trinity College of Music di Londra da tre anni, Londra mi offre due opzioni: l’esaminatore in presenza o l’esame digitale, entrambi sono valutati con gli stessi criteri e l’obiettivo è il conseguimento di skills che conducono l’allievo sino al diploma internazionale di strumento. Ho scelto sempre gli esami in forma digitale, che mi danno un gran “da fare” ma sono ecologici, in quanto l’esaminatore valuta dal PC ed evita di prendere un volo, spendere in costosi soggiorni, si abbattono i costi e si inquina di meno. Per me questo riconoscimento è una vittoria etica a favore dell’ambiente. Appartengo all’Ordine Francescano Secolare, il rispetto per la natura ed il Creato lo trovo fondamentale. Il mio studio è una sorta di grande serra in legno, dentro a un grande giardino, riadatto mobili antichi, ho moltissime piante. Lavorare in un ambiente che non emette sostanze tossiche, rispettoso dell’ambiente, creativo e bello è di grande ispirazione”.

Come musicista e come intellettuale, conosci da sempre i benefici che la musica apporta: dopo aver indagato per anni la cultura musicale occidentale, in questo momento stai indagando la cultura musicale orientale. Quali nuovi orizzonti si stanno aprendo? 

“Il mio progetto di suonoterapia si chiama ‘Vibralchimie’, lavoro con voce, campane tibetane, campane di cristallo ed altri strumenti, soprattutto con frequenze insolite per il nostro diapason 440 Herz, frequenze consuete nella musica orientale. Questo progetto nasce dalle ricerche sul Canto Intuitivo e sulla Luce nel Canto Alchemico (pratiche di improvvisazione vocale) ed è un progetto di ricerca fisico-acustica sulle frequenze e sui benefici che apportano all’essere umano sul piano fisico e mentale. Il Centro di Meditazione Sonora – che ho fondato a gennaio 2023 – è un luogo speciale per il rilascio dello stress e della stanchezza, un luogo di ricerca e applicazione delle potenzialità delle frequenze in hertz. Un progetto unico in Italia di “suonoterapia con la voce” per il benessere, la rigenerazione profonda e la crescita personale. Il Centro offre l’esperienza del bagno sonoro, una meditazione sonora con campane tibetane, campane di cristallo (sound healing), voce cantata curativa (healing voice), tecniche di respirazione, meditazione e crescita personale. Uso la parola “meditazione” che appartiene a più tradizioni, perché “immergersi nell’ascolto del suono” toglie dalla mente pensieri e ci aiuta ad andare verso il silenzio interiore che è uno stato di pacificazione per l’essere umano”. 

Recensita da prestigiose riviste e testate giornalistiche fra cui l’Opera, Amadeus, il Corriere della Sera e Classic Voice, sei anche autrice di saggi in ambito musicale per Eco Edizioni Musicali, Progetto Cultura di Roma e Franco Angeli, testi usati dalle Università Italiane e dall’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. In chiusura, c’è qualcosa in cantiere anche in questo senso?

“Un libro sulle proprietà curative delle frequenze, attraverso la connessione fra voce e campane, lo sto scrivendo a quattro mani con il collega chitarrista Renato Caruso che si occupa della parte di fisica acustica. Si tratta di un testo divulgativo che spero, possa giovare a molte persone, ma non voglio svelarvi troppo…”.

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