07/27/2024
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Gabriele Pignotta: Ridere delle cose semplici

Da un suo spettacolo teatrale, “Ti sposo ma non troppo”, sta nascendo un film commedia che si annuncia divertente. E’ a teatro, a Milano e Roma, con altri due show “Mi piaci perché sei così” e “Scusa sono in riunione, ti posso richiamare?”, dove risate ed emozioni s’intrecciano in maniera intensa

di Alessandro Cerreoni

“Ti sposo ma non troppo” è uno degli spettacoli teatrali che ha ricevuto maggiori consensi in assoluto. La firma è di Gabriele Pignotta, uno degli attori più applauditi dal pubblico italiano. Grazie a questo successo, “Ti sposo ma non troppo” diventerà un film, che si annuncia divertente e atteso.
Prima di entrare in dettaglio su questo progetto attuale, è bene ripercorrere brevemente la carriera di Pignotta. Gli esordi lo vedono trionfare al Festival di Castrocaro come volto nuovo e successivamente inizia a scrivere programmi per la Rai e per Mediaset. Ma è in teatro che Gabriele Pignotta trova il suo habitat ideale, e così inizia a scrivere e a produrre commedie. Spettacoli che in alcuni casi hanno prodotto anche dei veri e propri record di incassi. In questo periodo è stato ed è in teatro con “Mi piace perché sei così” e “Scusa sono in riunione, ti posso richiamare?”.
Gabriele, partiamo da questo progetto del film tratto dalla tua commedia “Ti sposo ma non troppo”. Come è nata l’idea di farci un film?
“L’ idea di farci un film era già in testa quando scrivevo la commedia per il teatro. In realtà penso sempre le commedie come film anche quando scrivo per il teatro. Ecco perché mi dicono che sono stato il primo vero innovatore della commedia teatrale contemporanea”.
Chi saranno i protagonisti e di cosa si parlerà? Se puoi anticiparci qualcosa…
“Oltre al sottoscritto, ci saranno alcuni attori del cast della commedia teatrale e due star femminili di cui purtroppo ancora non posso fare il nome ma che rappresentano veramente un bel colpo per la qualità del film! Il film sarà una bellissima commedia sull’amore ai tempi di facebook, un ‘Notting Hill’ versione 2.0”.
Parlando di teatro, ad aprile sei al teatro Manzoni con “Mi piaci perché sei così”. Ce ne parli?
“Marco e Monica, ovvero il sottoscritto ed Emanuela Guaiana, sono innamorati e sposati da qualche anno. Dopo la passione iniziale, come spesso accade in tante storie d’amore, arrivano i primi screzi e i primi cenni di noia. E quando la loro storia sembra essere arrivata alla deriva, provano un’ultima  estrema soluzione: una terapia di coppia sperimentale che metterà i due protagonisti in condizione di vedere il mondo con gli occhi del partner. Tre mesi a parti scambiate! Al loro fianco un’altra coppia, Stefano e Francesca – Fabio Avaro e Cristina Odasso -, i vicini di casa, che invece rappresentano la classica coppia di facciata nella quale i due partner sembrano felici agli occhi degli altri, ma in realtà si detestano profondamente e non hanno il coraggio di dirselo. La vita di queste due coppie di vicini di casa si intreccerà fino a quando il coperchio salterà e nasceranno situazioni bizzarre e occasioni di puro divertimento”.
Marzo invece ti ha visto protagonista al San Babila di Milano con “Scusa sono in riunione ti posso richiamare?”. Possiamo dire che Milano e Roma sono unite da questo filo conduttore della risata targato Pignotta?
“Se lo dite mi fa piacere. Ma in effetti è un po’ così, anche se ci sono un’alternanza di risate e di emozioni. Mi piace alternare le due cose”.
Ti è capitato di usare di sovente questa scusa quando ti chiamano? E se sì, qual è la circostanza più ricorrente?
“Mi è capitato tantissime volte ma adesso non posso più ‘usare’ questa scusa altrimenti mi accusano di fare pubblicità occulta alla mia commedia”.
Il 23 maggio invece questo spettacolo approderà al Sistina, che non è un teatro qualsiasi. Che risultato di pubblico ti aspetti?
“Mi aspetto un risultato trionfale grazie al pubblico di affezionati costruito pian piano a suon di belle commedie e cresciuto a dismisura”.
In “Mi piaci perché sei così” tocchi le differenze tra uomo e donna. Volendo far sorridere i nostri lettori, quali sono queste differenze così sostanziali?
“L’uomo è cacciatore e la donna è regina del focolare… No scherzo! Diciamo che la donna ha voglia di appagare la propria interiorità mentre l’uomo si ferma molto prima. E non sempre fa male”. (ride)
Nei tuoi spettacoli tocchi spesso il tema dell’amore, come in “Ti sposo ma non troppo”. Ecco, cos’è l’amore secondo Gabriele?
(Ride). “Bella domanda! Se avevo una risposta secondo te scrivevo tutte queste commedie? La sto ancora cercando”.
Viviamo in un momento storico delicato e particolare. Quanto può aiutare far ridere la gente?
“Tanto, se alla risata ci abbini sempre un pensiero, uno stimolo, una prospettiva per migliorarsi sempre e costantemente”.
Il tuo mestiere è far ridere gli altri. Cos’è che invece a te, parlando sempre di spettacolo, riesce a farti ridere? Uno spettacolo? Un film? Un attore?
“Il mio mestiere non è quello di far ridere ma è quello di raccontare storie di gente comune esasperandone i vizi e le virtù, al punto tale da mettere lo spettatore in condizione di ridere di se stesso. A me fanno ridere le piccole cose, le persone buffe che non si prendono mai sul serio e anche le cose semplici come la signora distinta che scivola all’uscita di una profumeria…”.
E giù una risata!

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