04/26/2024
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In cucina con Salvador Dalì

a cura dello Chef Fabio Campoli – prodigus.it

Il grande artista surrealista ha influenzato anche il mondo del cibo tra opere e pensieri

L’artista spagnolo Salvador Dalì (Figueres, 11 maggio 1904 – 23 gennaio 1989) è stato di certo una delle personalità più note ed eclettiche del Novecento, lasciando tracce a tutt’oggi incancellabili non solo della sua arte, ma anche della sua personalità in generale, mediante la quale è riuscito a interpretare a pieno il movimento surrealista cui sentiva di appartenere pienamente. Lo spirito di trasgressione verso ciò che è convenzionale ha contribuito ad accrescere la sua popolarità e la richiesta del suo contributo in vari ambiti, dalla moda alla fotografia e al cinema. Ma forse non tutti sanno che, all’età di soli 6 anni, Dalì dichiarò ai suoi genitori di voler diventare cuoco. Per quanto la sua strada si sia rivelata diversa, infatti, per Dalì il cibo ha la sua importanza: non a caso, è un elemento molto spesso presente nelle sue opere pittoriche e nelle sue creazioni. 

Troviamo tra i soggetti preferiti soprattutto uova e pane, ma anche cacciagione, aragoste, sardine fritte e costolette di agnello. Gli utensili da cucina si affiancano inoltre ad altri oggetti in forma “liquida”, come i famosi orologi molli. ll telefono aragosta di Salvador Dalì, simbolo di sessualità e di dolore di cui esistono 11 esemplari, ha ispirato rassegne fotografiche e abiti di alta moda. Le decorazioni con grandi uova e pagnotte che ornano le mura del palazzo divenuto il Teatro-Museo Dalí (a Figueres, città natale del pittore) sono probabilmente un tributo del grande artista alla sua terra. Il museo è stato progettato e creato proprio da lui, e raccoglie tutto ciò che si può definire surrealista. Anche l’uovo è un grande protagonista: Dalì lo dipinge e ne fa sculture in tutte le forme e dimensioni. Da sempre simbolo di rinascita, è spesso presente in opere classiche come ad esempio nella “Madonna dell’uovo” di Piero della Francesca, opera che sarà riprodotta nel 1950 dall’artista nella sua nota “Madonna di Port Lligat”. Anche la gastronomia catalana è racchiusa in questa sua predilezione per l’uovo: dopotutto, gli huevos fritos sono tra i piatti spagnoli più tipici, serviti spesso con accanto le patatas bravas e il prosciutto crudo locale. Nel periodo “mistico” Dalì ha dipinto spesso il pane come simbolo della cristianità; realizzò un primo dipinto “Il cestino di pane” nel 1926, ed un secondo nel 1945, che terminò un giorno prima della fine della Seconda Guerra Mondiale. Il pane di Dalì è qualcosa che, piuttosto che simbolo del necessario sostentamento, si pone contro la logica e la consuetudine e diventa un oggetto d’arte. Ossessionato dal pane, Dalì si aggirava per le strade di New York con una baguette lunga 2 metri, e alla Fiera di Parigi del 1958 sfilò con un gran numero di panettieri con baffi finti portando una baguette di ben 12 metri di lunghezza. E se non bastasse, nel 1971 commissionò ad un noto panettiere parigino l’allestimento di una camera da letto fatta tutta con il pane: furono necessari 35 chili di farina per il solo armadio. Nel 1973, Dalì pubblicò un libro di ricette intitolato Les Diners de Gala (“Le cene di Gala”) in cui si faceva riferimento alle sontuose cene dell’alta società che si tenevano nelle sue abitazioni, ma anche alle ricette di sua moglie, da lui soprannominata Gala. In questo libro di 400 pagine, compaiono ben 136 ricette divise in 12 capitoli e corredate da disegni e foto esotiche stravaganti, talora oltraggiose del buon costume e delle convenzioni. Vi compaiono anche spiritosi aneddoti e riflessioni dell’autore. Le parole di apertura del libro fanno già presagire l’opulenza dei piatti: “Se tu sei un seguace di questi soppesatori di calorie che trasformano la gioia del pasto in una punizione, chiudi il libro”. Tanti dei piatti descritti prendono spunto dalla cucina francese, ma non mancano abbinamenti insoliti. Nel Consommè di gamberi c’è una deliziosa commistione di sapori tra crostacei e brodo di vitello, esaltati da pepe di Cayenna, paprika e zafferano; si aggiunge anche il riso, e poi il tutto viene filtrato per essere servito con tuorli d’uovo crudi e crostini all’aglio d’accompagnamento. Nel 1977 fu pubblicato un altro libro, “Les Vins de Gala” (I vini di Gala), in cui sono descritti 10 vini scelti dal maestro Dalì e altri 10 dalla moglie Gala. Questo libro vinse il Prix Montesquieu de la Sommellerie Francaise. E ancora un altro filo conduttore lega Salvador Dalì al mondo del cibo: persino il logo dei famosi Chupa Chups porta la sua firma. La caramella sferica infilzata su uno stecchino fu ideata da Enric Bernat, imprenditore spagnolo, nel 1958; Dalì disegnò la famosa margherita gialla col contorno rosso che tutti conosciamo, poiché il fiore era in sintonia con il tessuto sociale degli anni ’70 e la moda dei figli dei fiori.

RICETTA DEL MESE Il “Cuore Trafitto” di Salvador Dalì

Ricetta liberamente tratta dal libro “Les diners de Gala”, rivisitata da Fabio Campoli

Ingredienti: Pasta per pizza pronta, 500g; Scalogni, 2; Funghi porcini secchi reidratati, 40g; Burro, 30g; Burro morbido (per sfogliare la pizza), 50g; Salsicce, 2; Carne macinata di manzo, 500g; Mollica di pane raffermo, 70g; Timo fresco, q.b.; Latte, q.b.; Sale e pepe, q.b.; Formaggio caprino, 80g; Ricotta di capra, 60 g; Uova intere, 1; Albume, 1; Panna, 100ml; Concentrato di pomodoro, 4 cucchiai

Preparazione: Mettete a cuocere in una padella gli scalogni tritati finemente, i funghi porcini secchi reidratati tagliati in piccoli pezzi e 30 g di burro. Cuocete per circa 10 minuti, poi lasciate raffreddare bene. Lavorate l’impasto per pizza pronto con i 50 g di burro morbido e il composto ai funghi e scalogno. Ungete bene una teglia e disponetevi all’interno l’impasto, stendendolo delicatamente con i polpastrelli. Cuocete in forno preriscaldato a 200-210°C per circa 20-25 minuti. A parte, preparate il polpettone “cuore trafitto” da accompagnare il prodotto sfornato: mettete a reidratare la mollica di pane raffermo nel latte, quindi strizzatela e raccoglietela in un recipiente insieme alla carne macinata di manzo, del timo fresco tritato, del sale e del pepe. Lavorate bene il tutto a mano, e in un altro recipiente a parte sbattete un uovo per poi incorporarvi anche il formaggio caprino e la ricotta. Unite i due composti fino ad ottenere un impasto omogeneo. Posizionatelo su una teglia rivestita con carta da forno e conferitegli la forma di un cuore, compattando bene la carne con le mani. Sbattete quindi l’albume d’uovo in una ciotolina, unite la panna e il concentrato di pomodoro e mescolate, quindi spennellate uniformemente la superficie del cuore con la mistura e riponete nel forno preriscaldato a 160-165°C per circa 30 minuti, poi alzate la temperatura a 200°C e procedete con la rosolatura finale per altri 15 minuti circa. Estraete un paio di volte il polpettone in cottura nel forno per spennellarlo nuovamente con la mistura di albume, panna e concentrato di pomodoro. Potrete guardare il video tutorial completo della ricetta seguendo il canale Youtube di Fabio Campoli.

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