07/27/2024
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Chiarablue: L’amore per la musica e il sogno di collaborare con Vinicio Capossela

di Silvia Giansanti

Il suo colore preferito è il blu e da qui è nato il suo nome per quest’astro nascente della musica italiana. L’evoluzione è il suo scopo. Con l’album “Indifesi” si è fatta notare da pubblico e critica

Il nome d’arte è un ottimo biglietto da visita per rimanere impressa nella testa dei buoni intenditori di musica. Mettiamoci anche un impronta molto personale e una voce dirompente e il gioco è fatto. Chiara Mariantoni, questo è il suo vero nome, è nata a Losanna nel 1981. “Indifesi” è il titolo del suo album d’esordio, accompagnato dall’omonimo singolo. 

Da dove deriva la scelta del nome?

“E’ stato un caso, in quanto sono andata a vedere la mostra di un artista che utilizzava molto il colore blu nei suoi dipinti. In quel momento stavo sentendo in me l’esigenza di una trasformazione e questo colore mi piaceva molto. Ecco quindi che ho deciso di accorpare il colore al mio nome”.

Come si è sviluppato il tuo percorso?

“Milito da tanto tempo nel contesto musicale. La propensione per la disciplina musicale c’è stata fin da piccola. Ho subito capito che sarebbe stata la mia strada. Non ho iniziato presto a studiare, diciamo intorno ai ventisei anni. Il mio percorso è andato così avanti in quella direzione, parallelamente ad un discorso di scrittura. Così ho iniziato a scrivere canzoni. Lo scorso anno ho pubblicato il mio album d’esordio che ha ottenuto bellissimi riconoscimenti soprattutto è stato accolto in modo positivo dalla critica. Il disco è stato tra gli album finalisti della Targa Tenco 2021 come Miglior Opera Prima”.

Cosa ti aspetti da questo lavoro?

“Quando ho scritto i pezzi per questo album, abbiamo deciso con il mio gruppo di lavoro di provare a proporlo sul mercato. L’intento principale era quello di condividere una serie di pensieri e di storie. Mi aspetto una serie di live e tante emozioni, godendo a pieno di quelle che sono le potenzialità della musica”.

Cosa ci dici a proposito del singolo “Indifesi”?

“E’ l’ultimo brano che è stato composto di questo album, quello che porta dentro una riflessione finale. Si racconta in quel momento in cui ci si rende conto che tutto ciò che ci ha protetto fino ad un certo momento della nostra vita, per poter fare un passo evolutivo, deve essere lasciato andare. Ci dobbiamo far trovare indifesi da tutto quello che la vita ci sta portando. E’ un brano importante dove abbiamo voluto anche a livello del video, lavorare sul concetto di essere aperti e trasparenti. Il video presenta tante inquadrature e primi piani su di me, è un continuo contatto visivo con chi sta guardando. Dentro gli occhi si legge tutto. Per me l’essere indifesi è un punto di raggiungimento. Mentre alla parola ‘indifesi’ associamo una cosa negativa, in questo caso una persona indifesa è una persona che non vuole difendersi. Non ne ha bisogno. Da uno stato di tenerezza o pena ad un punto di arrivo nella vita a cui si aspira”.

Una collaborazione che sogni di avere in futuro?

“Nella musica italiana sogno di collaborare con Vinicio Capossela. Ha una dimensione poetica non indifferente. Superbo. A livello internazionale mi piacerebbe lavorare con un’artista messicana molto importante dal nome di Natalia Lafourcade. E’ riuscita ala perfezione a manifestare la sua poesia nell’ambito musicale e di tutto ciò che gira intorno”.

Hai qualche appuntamento live da segnalare?

“Stiamo costruendo il calendario della primavera-estate. Terremo dei live durante la bella stagione”.

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