Claudio Lia: “La pittura allontana le paure della pandemia”
di Mara Fux –
Bellissima iniziativa dell’artista romano: ha aperto i suoi corsi di Disegno e Pittura Creativa anche ai bambini delle scuole elementari.
“A risentire oltremodo degli effetti delle restrizioni cui siamo costretti, sono i bambini privati dalla possibilità di incontrare amici e compagni di scuola; la Wi, la play station, i giochi telematici sono diventati da un anno il loro passatempo a discapito dello sviluppo della creatività”. A sottolinearlo è ancora una volta Claudio Lia, pittore contemporaneo che torniamo ad incontrare sulle pagine del nostro mensile stavolta non per disquisire della sua splendida arte pittorica o per qualche personale che ne esponga le opere, ma per i Corsi di Disegno e Pittura Creativa in cui insegna le basi tecniche dell’arte figurativa, insolitamente rivolti oltre che agli adulti anche a bambini delle scuole elementari.
Di cosa si tratta?
“I miei corsi, in buona sostanza, si basano sui fondamentali rudimenti del disegno e della pittura tenendo ovviamente conto della propensione che ciascuno ha verso l’arte. Il suggerimento parte molte volte dalle stesse maestre le quali, intuendone le capacità, lo consigliano ai genitori; il fatto che in passato abbia collaborato a molti progetti scolastici agevola i primi contatti ma i primi incontri sono comunque di prova: i bambini passano a trovarmi nel mio studio accompagnati dai genitori, elaborano dei disegni, parlano del proprio interesse”.
Il loro slancio è diverso da quello degli adulti?
“Certo, quando arrivano in studio gli adulti dichiarano spesso di non saper disegnare ma di volersi sperimentare in un’esperienza che accresca la loro personalità; disegno e pittura rappresentano un momento creativo di scoperta e sviluppo delle capacità. Le loro opere sono astratte, di fantasia o realistiche; partono dalla matita, dal chiaro scuro per arrivare al colore: l’abc sperimentato assieme nel corso dell’opera cui si applicano”.
Tutto ciò è utile in tempi di Covid?
“È utilissimo, è un momento di scambio, di comunicazione che prosegue a casa via pc qualora abbiano delle perplessità”.
Che tipo di estrazione hanno?
“Di ogni genere, non sono persone che vogliono fare gli artisti ma che vogliono un mezzo in più per esprimersi; è molto importante per i loro stati d’animo: la creatività esorcizza, ha effetto catartico specie in un momento come questo”.
La testimonianza più bella?
“È quando mi dicono che nelle due ore in studio si son scrollati da dosso paure e problemi, autentici ostacoli della creatività”.
Torniamo ai bambini: hai dato loro dei temi?
“Stiamo seguendo un percorso legato agli eroi della mitologia greca che conoscono attraverso gli studi scolastici: la mitologia greca è ricca di storie curiose che stimolano la fantasia a livelli esponenziali allontanandoli dal digitale. Sicuramente lo stimolo della fantasia legato comunque al filo culturale delle lezioni scolastiche offrirà loro nella vita una marcia in più”.
Che fai mentre lavorano?
“Li osservo e guido quando incontrano qualche difficoltà tecnica: i bambini hanno una fervida capacità di cambiare il corso del progetto, sono più portati all’improvvisazione, davanti ad una difficoltà hanno sempre un maggior ventaglio di soluzioni. I personaggi che disegnano sono legati al loro mondo di cartoni o eroi ma anche alla quotidianità dei personaggi che ammirano in tv o nello sport”.
Che miti hanno già rappresentato?
“La medusa, il minotauro e ora stanno dedicandosi alla tigre come preambolo al leone di Nemea: sono disegni straordinari che non sembrano fatti da bambini”.
Dove li porterà il corso?
“Non so, spero che crescano con delle consapevolezze ovvero che abbiano chiaro che con le basi ottenute possono dire la loro almeno in ambito disegno e pittura perché ne hanno davvero acquisito gli strumenti. Non sono solo dotati, hanno anche la capacità di esprimersi. Per ora spero ci sia in ottobre di esporre le loro opere nella galleria di Palazzo Ferdinando di Savoia a viale Castro Pretorio dove sono esposti anche molti miei quadri. E’ un piccolo sogno e chissà che non si realizzi perché sarebbe bello che si sentissero protagonisti di un momento tutto loro”.
Gli hai mai chiesto perché si siano iscritti?
“Come no: Martina mi ha risposto ‘perché è una cosa che mi piace, una cosa che mi fa stare tranquilla; io, qui, non mi sento di avere un peso nel fare quelle cose…’; Alessandro ha risposto che si è voluto iscrivere ‘perché mi è sempre piaciuto disegnare e volevo conoscere nuove tecniche per poter migliorare’. Emanuele ha detto invece che frequenta il corso di pittura ‘perché mi piace disegnare, mi rilassa e voglio coltivare questa passione’”.