07/27/2024
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Gabriele Raho: Il giornalismo, la tv, un libro e un passato da attore di teatro

di Silvia Giansanti –

Gabriele Raho è un ragazzo prodigio, se così lo possiamo definire che, nonostante non avesse ancora compiuto i trent’anni, dà l’impressione di avere davanti un professionista navigato di vecchia data. Il segreto di tanta conoscenza e competenza è la curiosità che lo spinge ad informarsi e quindi, come si dice nel nostro gergo, ad essere sempre sul pezzo. Ha iniziato l’attività come attore e poi si è avvicinato con successo al campo del giornalismo. E’ attratto dall’artistico e dalla criminologia. E’ cresciuto a pane e Agata Christie. Ha pubblicato il suo primo libro “Il manicomio di Guillon”, un grande thriller che gli ha dato soddisfazioni non indifferenti.
Gabriele, ripercorriamo in breve i tuoi inizi.
“Nasco come attore e ho frequentato l’Accademia Teatro Brancaccio contemporaneamente agli studi universitari in filosofia presso la Sapienza di Roma, cercando di conciliare il tutto. Dopo aver conseguito il diploma di attore, quello di regista e di drammaturgo, ho così iniziato a lavorare in teatro con varie compagnie. Dentro di me però sentivo che non era il mio approdo definitivo. Mancava qualcosa. Ecco che è arrivata in seguito la conduzione di programmi tv. Oggi comunque continuo di tanto in tanto a frequentare qualche compagnia teatrale”.
Dove hai iniziato in tv?
“A Canale 21, un’emittente regionale. In quel periodo ho preso anche il tesserino di giornalista pubblicista presso l’Ordine dei Giornalisti. Successivamente ho sostenuto un provino per Cusano tv, dove attualmente lavoro”.
Di cosa ti occupi?
“Tutto ruota intorno a due ambiti. Da una parte c’è quello che riguarda lo spettacolo e la letteratura e dall’altra nutro un enorme interesse per la cronaca nera e giudiziaria. Ci dedico due programmi, uno condotto da solo e l’altro in tandem con il valido giornalista Fabio Camilllacci che mi sta insegnando molto”.
Hai anche scritto un libro. Sei alla prima pubblicazione?
“Sì, è il mio romanzo d’esordio che è uscito con la casa editrice Newton Compton nel 2023. Si può acquistare in libreria, a patto che siano rimaste ancora alcune copie in giro e si può prendere anche attraverso tutte le piattaforme on line. Mi sta dando molte soddisfazioni e in serbo ne ho anche un secondo. Qui ho tentato di mettere a frutto tutte le varie contaminazioni di altri autori che ho conosciuto durante la mia crescita, come Agatha Christie, Edgar Allan Poe e altri. Ho cercato di conciliare alcune tematiche della contemporaneità con la struttura classica”.
Sei dotato di un buon intuito, visto che ti piacciono i romanzi gialli?
“Bella domanda. Diciamo che la mia fortuna da un certo punto di vista che può essere anche la mia condanna, è quella di essere cresciuto in un’epoca in cui di delitti irrisolti non ce ne sono stati più tanti. Gli inquirenti oggi dispongono di tecniche investigative all’avanguardia che, se ci fossero state venti o trent’anni fa, oggi non staremo qui a parlare ancora di Via Poma o del mostro di Firenze. Su questi ultimi due casi, ho sviluppato la mia tesi. Condurre programmi in tv collegati alla criminologia mi appaga molto”.
Tutti abbiamo sogni e obiettivi. Possiamo conoscere i tuoi?
“Innanzi tutto continuare a scrivere e spingere molto al livello di promozione. Con questo romanzo ho vinto con gioia un premio letterario, la prima edizione del Premio Città di Salsomaggiore Terme. Questo mi sprona a scrivere altro. Vorrei continuare a fare del mio meglio nel gruppo Cusano, strizzando l’occhiolino ad altre collaborazioni e opportunità sia in ambito criminologico che altro. Un buon giornalista deve sapersi diversificare. Ho avuto l’opportunità di condurre rubriche dedicate allo sport e non avendo particolari passioni e conoscenze, mi sono dato da fare per informarmi”.

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