07/27/2024
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Guido Alvigini: “Australia, sogno di molti, meta per pochi”

di Mirella Dosi –

“Australia: sogno di molti, meta per pochi”, Il libro, edito da Intrecci, non è un saggio, un manuale amministrativo, una semplice guida o un diario di viaggio. È tutte queste cose insieme. L’autore del libro è un avvocato italiano che vive tra l’Australia e l’Inghilterra e si occupa di immigrazione e rapporti tra le comunità europee e quelle australiane.

“Quest’opera nasce per offrire informazioni utili e pratiche a chi decide di emigrarvi, per orientarsi in primo luogo tra le numerose tipologie di visti diversi”, spiega l’autore. “L’idea era di farne un manuale di diritto. Mentre lo stavo scrivendo, però, mia moglie Laura mi ha suggerito di aggiungere anche le mie esperienze personali. Ho poi inserito capitoli dedicati alla storia, alla geografia, alla flora e alla fauna, ma anche alle tradizioni e alle abitudini. Ho dedicato spazio, inoltre, al tema degli aborigeni, che mi sta molto a cuore: sono rimasti in pochi e vivono in condizioni di grande emarginazione e sofferenza, volutamente dimenticati”.

L’Australia è un’isola spesso dimenticata. Recentemente è stata al centro delle vicende internazionali per il caso Djokovic.

“Per entrare nel Paese ci vuole un visto, temporaneo o permanente, che deve essere rilasciato prima della partenza. Ogni visto richiede il soddisfacimento di vari requisiti e condizioni. I tempi di rilascio variano da pochi giorni a vari anni. È meglio farsi aiutare da professionisti nella compilazione della richiesta perché ne esistono oltre 100 tipi e commettere un errore è molto facile. Inoltre, i requisiti sanitari sono ancora più rigidi con la pandemia”.

Come ha vissuto il Paese questi due anni di emergenza sanitaria?

“Male, a causa dell’atteggiamento ondivago del governo federale, spesso in contraddizione con i provvedimenti dei diversi stati/territori che godono di autonoma in materia sanitaria. Dapprima, niente vaccini e lockdown indiscriminati e rigidissimi per estirpare il virus, poi tutti liberi ma vaccinati. I decessi sono stati comunque limitati rispetto all’Europa o agli Stati Uniti”.

Una cosa da fare assolutamente in Australia e un errore da non commettere?

“Comprendere la loro mentalità rigida e intransigente molto diversa da quella italiana flessibile e superficiale. Il caso Djokovic insegna che non bisogna infrangere leggi o regolamenti perché si rischia di avere il visto cancellato, un processo e una condanna in tempi brevissimi”.

Quindi si aspettava che il tennista numero uno del mondo venisse espulso? Avrà altre conseguenze? 

“Sì perché ha violato numerose leggi e in Australia non concepiscono eccezioni o favoritismi. A discrezione del ministro dell’immigrazione potrebbe non poter tornare in Australia per qualche anno, ma credo che non accadrà perché considereranno questa lezione sufficiente”.

Il suo ricordo più bello legato al Paese?

“La vita semplice e rilassata, la simpatia degli Aussies, le spiagge di Sydney raggiungibili in pochi minuti e l’infinito splendore di cielo e deserto nell’outback”.

 I suoi prossimi progetti?

“Continuare a vivere tra Sydney e Londra, tra nuovo e vecchio mondo”.

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Georgios Labrinopoul
Costanza Marana: “

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